36||ti prendi cura di me||

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Entro in casa e appoggio la borsa sopra al tavolo
«già di ritorno?» mi chiede Ryan, mi giro a guardarlo e lo ritrovo spiaggiato sul divano mentre guarda la tv, gli sorrido debolmente
«già» dico avvicinandomi al frigo per prendere dell'acqua, ho la gola decisamente secca
«tutto bene?» mi chiede il mio gemello guardandomi dal divano, io sospiro. Lo vedo alzarsi di scatto, come se la poltrona si fosse fatta bollente così all'improvviso. Si avvicina a me e mi guarda dall'alto con lo stesso sguardo che fa quando cerca di leggermi dentro «lo devo uccidere?» mi chiede alzando un sopracciglio, con una faccia che dovrebbe essere minacciosa, ma che a me ricorda troppo quando da piccolo cercava di spaventare le rane con quella smorfia, e per questo mi faccio scappare un sorrido
«no no assolutamente no, ho passato una serata fantastica con Isaak, davvero era da parecchio che non mi sentivo così bene con un ragazzo» dico alzando le spalle, senza riuscire a controllare il sorriso che mi spunta nelle labbra, mentre penso alla serata che ho appena passato
«allora che c'è che non va?» mi chiede alzandomi il viso con le mani, ma io abbasso gli occhi
«Emily...» dico prendendo le sue mani nelle mie allontanandolo da me, lo sento che mi segue con lo sguardo mentre giro attorno al bancone, quando incrocio i suoi occhi diversi dai miei, nonostante i 9 mesi passati assieme nella pancia di mamma
«aspetta è quella tua amica...» mi chiede Ryan cercando di ricordarla e io annuisco, non è la prima volta che Ry la vede. Durante le varie estati Emily è venuta da me qualche giorno per farmi compagnia e per scappare da sua mamma.
«mi ha chiamata piangendo a dirotto, sta venendo qui, non so che cosa le sia accaduto ma so che non è nulla di buono» dico alla fine guardando il mio gemello negli occhi, mi raggiunge con due falcate e mi stringe a sé con dolcezza
«vedrai andrà tutto bene, non sarà nulla di grave, magari ha solo litigato con la madre» mi dice baciandomi la testa, io appoggio la guancia al suo petto e mi lascio coccolare. Spero sia solo una litigata con la madre, sarebbe una piccola cosa da nulla, ma dentro di me so che se fosse solo quello, Emily non sarebbe in quelle condizioni, non starebbe piangendo, con i singhiozzi che le tolgono il respiro. L'ultima volta che l'ho sentita piangere così non era nulla di buono, anzi era una cosa molto più grande di un litigio con la signora Rowe. Ma questo non lo dico a Ryan e mi lascio semplicemente abbracciare da lui, sperando che la mia amica stia bene.

Quando sento una macchina fermarsi difronte casa, sono ancora abbracciata a Ryan. Sciolgo l'abbraccio e incrocio per un secondo gli occhi del mio gemello, prima di dirigermi verso la porta. Quando la apro la macchina di Jane è ferma davanti al vialetto, la porta del passeggero si spalanca e da essa esce Emily, mi corre in contro. Questa sera indossa una gonna bianca a vita alta e una felpa che suppongo sia di sua sorella dato lo stile extra large che non è proprio della mia amica, che a contrario di Jane, tipica ragazza che non si vedrà mai con un tubino nero, preferisce vestire più attillato.
Ha gli occhi iniettati di sangue e ricoperti di mascara, che le è colato sulle guance a causa delle troppe lacrime versato, i capelli biondi sono tutti scompigliati e la cosa non migliora mentre corre verso di me.
Si butta tra le mie braccia sempre singhiozzando tanto da tremare, io la stingo dolcemente a me, mentre lei si aggrappa alla mia schiena, la sento piangere sulla mia spalla e le accarezzo dolcemente i capelli biondi. È scossa dai brividi e dai singhiozzi, continua a tremare senza controllo
«shh è tutto okay Em, andrà tutto bene vedrai, ci sono io ora» dico stringendola a me mentre lei mi fradicia la spalla lasciata scoperta dal top che ancora indosso.
Noto che la macchina di Jane non si è mossa, così le faccio cenno che può andare e che la chiamerò dopo, lei mi sorride dolcemente riconoscente e riparte.
Prendo tra le mani il viso della mia amica tra le mani e la guardo negli occhi marroni che ora sono iniettati di sangue a causa delle lacrime che ha versato, le asciugo le guance con i polpastrelli, lei mi guarda senza però vedermi sul serio, le sorrido dolcemente «su vieni dentro» le dico, lei però non reagisce, la prendo per il braccio e la accompagno all'interno della casa. Appena entriamo, Ryan ci guarda ancora in piedi dietro il bancone, gli faccio cenno di salire in camera sua, lui capisce subito e annuisce dirigendosi verso le scale, ma non prima di guardare la ragazza accanto a me, con sguardo triste e avermi lanciato un'occhiata che non poteva significare altro che "se hai bisogno di qualcosa, io ci sono", annuisco e lui sale le scale.
Faccio sedere Emily sul divano, lei si porta le ginocchia al petto e si mette a fissare un punto indefinito della stanza, le lacrime continuano a scenderle per le guance e i singhiozzi la scuotono tremendamente. È come entrata in trace, situazione che mi preoccupa sempre di più e non mi piace per nulla. La guardo e penso chi mai potrebbe farle del male. Emily è la ragazza più dolce che io abbia mai conosciuto, non farebbe mai del male a nessuno, accetta chiunque, il più delle volte mette il bene degli altri davanti al proprio, è semplicemente una ragazza d'oro. Ti perdona anche quando non lo meriti, e se ti vuole bene lo fa incontrollabilmente, se finisce con l'odiarti l'hai davvero combinata grossa. Chi mai oserebbe ridurla così, appena scoprirò chi l'ha fatta stare male, il colpevole non la passerà liscia, non questa volta, ho sopportato troppe persone che le hanno fatto del male, non ho intenzione di sopportare nessun altro.

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