21||colpo al cuore||

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Mi lego i capelli sopra la testa in una crocchia parecchio disordinata, ma in questo momento non mi interessa, mi basta non mi diano fastidio. Faccio un po' di stretching per riscaldare i muscoli mentre mi guardo allo specchio che copre l'intera parete. Non so perché ma questa mattina appena mi sono svegliata ho sentito il bisogno di ballare, forse perché è l'unico modo che ho per esprimere quello che ho detto senza far male a nessuno. Mi sono vestita in fretta e furia e mi sono precipitata qui, Leila mi ha svelato dove sono nascoste le chiavi di riserva, le ho trovate in fretta e ora eccomi qui.
Appena sento che sono pronta, guardo me stessa sullo specchio e lascio che sia il mio cellulare, con la riproduzione casuale, a decidere che cosa farmi ballare, anche perché non so nemmeno io che canzone voglio ascoltare adesso.
Appena dal mio telefono escono le prime note della canzone la riconosco subito, la vita vuole prendermi per il culo a quanto pare, altrimenti non si spiega, dalle casse è appena uscita l'unica canzone di tutta la mia playlist che ogni volta che ascolto mi si stringe il cuore, ma la cosa incredibile è che lì dentro ho più di 500 canzoni, dico davvero, eppure è capitata proprio questa. Va bene vita, allora balliamo.
Appena muovo il primo passo di colpo so precisamente come fare, mi muovo per la stanza ballando e per un momento tutto quello che mi sta intorno scompare, sento solo la musica che rimbomba tra le pareti. Senza che ne possa avere il controllo esco dal mondo reale per entrare nel mio, che in questo momento è di sicuro migliore. Come per magia sento tutta la tensione e il peso di questi giorni evaporare, mentre esprimo con la danza quello che a parole non riesco nemmeno a sussurrare. Il peso di non poter fare nulla per fermare gli Stone, che so benissimo che stanno cercando vendetta, gli occhi disgustati di mia madre quando mi vede perché vorrebbe una figlia diversa da quella che ha, sapere che Isaak non mi ha fermato ma mi ha solamente lasciato andare, voler aiutare Ryan ma non sapere come fare. Tutto davvero tutto quello che nell'ultimo periodo mi crea un peso nel petto, ogni giorno più in respirabile viene trasmesso con la danza. Non mi rendo nemmeno conto quando di colpo i miei occhi si fanno umidi, ciò nonostante non mi fermo vado avanti, esprimo e butto fuori tutto come non mai, ma soprattutto come non facevo da tempo. Questo è un altro motivo per cui la danza mi è mancata tanto in questi anni, è l'unica in grado di farmi buttare tutto fuori in una volta, senza bloccarmi mai, senza mai chiedere nulla mia lascia solamente esprimermi, che io sia felice, triste, arrabbiata o semplicemente stanca. Non mi giudica, mi capisce e mi fa sfogare, mi lascia buttare tutto fuori, senza che io ne abbia il controllo.
Lascio che alcune lacrime mi solchino il viso, ma non mi preoccupo nemmeno di asciugarle, le lascio semplicemente andare, come se fossero tutte le preoccupazioni che se ne vanno e io lasciandole andare mi concedo il diritto di stare meglio, ritrovando la forza di affrontare tutto di nuovo, da capo. Sono sempre cresciuta con l'idea che piangere non significa essere deboli, perché mi hanno insegnato che è da quando sono nata che significa che sono viva. Lasciare che l'acqua in eccesso esca dai tuoi occhi è la cosa più bella che si possa fare, anche perché poi ci si sente davvero bene.

Quando la canzone finisce mi fermo immobile in mezzo alla stanza con il fiatone, mi siedo a terra mi guardo allo specchio. Ho i capelli per aria, le guance arrossate e gli occhi leggermente rossi a causa delle lacrime, la mia figura così minuta difronte ad uno specchio così enorme. Mi guardo con gli occhi spalancati e faccio l'unica cosa che mi rimane da fare, per questo scoppio a ridere di gusto. Mi butto a terra e spalanco sia braccia che gambe, chiudo gli occhi e prendo un bel respiro profondo, è ora di ricominciare di nuovo, un'altra volta. Diamoci da fare.

Quando esco dall'edificio mi rendo conto che fuori diluvia, tempismo perfetto, soprattutto se consideriamo che non ho né il cappuccio e figuriamoci l'ombrello, fantastico. Guardo la pioggia come a dire "sul serio?", come se lei mi potesse rispondere, sono al limite della pazzia. Oh fanculo, la vita mia ha dato la pioggia e balliamoci sotto, letteralmente questa volta, mi prendo coraggio e mi avvio verso casa camminando, come se non stesse scendendo il diluvio universale. In poco tempo sono zuppa, ma la cosa non mi interessa molto dato che in qualunque caso mi sarei dovuta fare la doccia.
Attorno a me le persone corrono sotto la pioggia, cercando riparo, oppure più semplicemente hanno un ombrello che copre loro la testa, quest'ultimi mi guardano come se avessero appena visto un alieno scendere da una navicella spaziale. Anzi no, sarebbero meno stupiti se spuntasse un esserino verde in mezzo alla strada.
Io continuo a guardare avanti a me, come se loro non esistessero, non ho intenzione di correre per i prossimi 3 isolati, soprattutto dopo due ore di danza e sotto la pioggia.
Alla fine a casa arrivo sana e salva, nonostante fossi sotto la pioggia, si dovrebbe fare più spesso, magari però con l'impermeabile. Appena varco la porta Ryan che si dirigeva in cucina, mi guarda sbattendo le palpebre più velocemente, anche lui ha visto un esserino verde invece che sua sorella. Io sorrido come se non mi fossi appena fatta la doccia con la pioggia «ehi Ryan, tutto bene?»
«io sì, tu sei uscita di testa? Potevi chiamarmi e sarei venuto a prenderti» mi dice sempre guardandomi confuso
«nah mi andava di camminare»
«sotto la pioggia? Tu non hai tutte le rotelle apposto, Lia» mi dice, entrando definitivamente in cucina. Io percorro la casa lasciando una scia di acqua, mi chiudo in bagno e mi concedo una bella doccia calda, che mi scioglie i muscoli e mi fa smettere di battere i denti, ehi la temperatura con la pioggia è calata parecchio eh.
Sotto il getto caldo mi rilasso definitivamente, infatti ci rimango per quasi un'ora e mezza, quando esco i miei polpastrelli sembrano delle prugne rinsecchite, al pensiero scoppio a ridere. Mi asciugo il corpo, indossando poi dei pantaloncini e una maglietta che mi sta leggermente larga, non ho programmi per uscire oggi perciò, che mi impedisce di mettermi comoda, nessuno esatto. Raccolgo i capelli umidi in una crocchia, perché non ho per nulla voglia di asciugarmi e finalmente mi butto definitivamente sul letto. Prendo il cellulare in mano e scrollo la home di Instagram, in cerca di qualcosa di interessante, ma a parte foto di persone che vengono a scuola con me, diretti verso mete dall'altra parte del mondo, non vedo altro e mi stanco in fretta. Così guardo l'ora e mi rendo conto che è ora di pranzo, così decido di scendere in cucina per preparare da mangiare io, una volta tanto.
In cucina non trovo nessuno, così mi metto all'opera e decido di preparare qualcosa di diverso dal solito, mi metto all'opera per preparare il pranzo. Accendo la musica sul cellulare e lascio partire un brano casuale e ondeggio i fianchi a ritmo di musica, mentre preparo il pranzo per la mia famiglia. Sono stranamente di buon umore adesso, tutta la tensione se ne è andata e posso finalmente essere spensierata, come dovrei essere in questo periodo. Decido di cucinare delle piadine, nulla di troppo complicato, ma in questo periodo dell'anno non si ha mai voglia di mangiare troppo; sì okay io ho sempre fame, indipendentemente dall'ora e dal periodo dell'anno in cui ci troviamo, ma fa troppo caldo per preparare troppo da mangiare. Mentre tiro fuori i vari guarnimenti per la piadina, mi rendo però conto che sicuro papà e Ryan, non si accontenteranno di una misera piadina. Per questo decido di preparare anche un dolce, per dessert. Apro il frigo e mi perdo a guardare cosa c'è dentro, alla fine i miei occhi incontrano una scatolina di frutti di bosco, sorrido pensando già alla torta che potrebbe uscirmi se li uso.
Mi metto all'opera e cerco di tirare fuori qualcosa di bello ma soprattutto buono.

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