31||Non sono cattive persone||

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Rimango sola in silenzio finché non cala la sera e in cielo compaiono le prime costellazioni che illuminano la notte, è in quel momento che Ryan sbuca dalla finestra della soffitta. Appena mi vede, anche se non lo guardo con la coda dell'occhio, lo vedo rilassare le spalle. Ma torno a guardare le stelle subito dopo, sono ancora arrabbiata con lui e con papà, non possono giudicare una persona solamente da come la pensano loro, prima li devono conoscere. Loro invece hanno subito iniziato a criticarli e a dirmi di stargli lontano, questo non lo accetto.
Ciò nonostante Ryan sale sul letto e si stende accanto a me, dopo di lui vedo salire anche papà. Senza spiccare parola Ryan mi passa una felpa, probabilmente sua; senza farlo apposta in quel momento mi viene la pelle d'oca sulle braccia. Non mi ero resa conto che la temperatura fosse scesa e che ora l'aria mi punzecchiasse la pelle. Senza aspettare che io dica qualcosa me la infila sulla testa e me la fa indossare, abbasso il cappuccio e lo guardo male, ma lui sorride compiaciuto. Distolgo lo sguardo e torno a guardare il cielo, che questa sera è parecchio interessante.
Nessuno dei noi spicca parola, siamo troppo cocciuti e testardi per essere i primi a parlare, non per nulla siamo sangue dello stesso sangue. Alla fine a cedere è Ryan che volta la testa per guardarmi «Lia, ci sono così tante altre persone nel mondo...» non gli lascio finire la frase perché lo interrompo
«se siete venuti qui per dirmi che dovrei stare loro lontana, che non fanno per me, potete benissimo anche andarvene, non mi interessa ascoltarvi» non lo guardo nemmeno perché in questo momento ha tanta voglia di prenderlo a pugni in faccia entrambi come se fossero il sacco da boxe in cantina, che Ryan usa per scaricare la rabbia.
«fosse così semplice, so che non saremo noi a farti allontanare da loro, possiamo continuare a dirti qualunque cosa ma tu da loro non ti allontanerei, sei troppo simile a tuo padre» dice papà accennando un piccolo sorriso
«noi vogliamo solo capire perché ti fidi così tanto di loro Lia, insomma tu non ti fidi così in fretta delle persone, lasciare entrare degli sconosciuti nella tua vita, non è da te» dice Ryan, questa volta non sta giudicando nessuno, semplicemente vuole sapere, conoscere. Prendo un respiro profondo e senza che possa farci nulla un piccolo sorriso mi compare tra le labbra
«loro ci tengono a me, sono delle brave persone, lo vedo da come Aston guarda suo figlio e la sua ragazza, come se fossero le persone più importanti della sua vita, e Isaak è finito dietro le sbarre per aver picchiato gli Stone perché li aveva sentiti che parlavano male di me. Non sono cattive persone, lo possono sembrare anche noi al primo impatto lo sembriamo, ma sono sicura che farebbero di tutto per le persone a cui tengono di più» dico continuando a guardare il cielo
«Blackwell è finito dietro le sbarre per te?» esclama Ryan incredulo, io sorrido e annuisco, ripensando al ragazzo moro dietro le sbarre. Sposto lo sguardo verso Ryan e lo vedo che ha la faccia ancora sorpresa, come se ancora non ci potesse credere e trattengo un sorriso difronte a quella faccia buffa.
«okay forse abbiamo sbagliato a giudicarli senza nemmeno provare a conoscerli» dice papà, dal suo tono di voce posso capire quanto gli abbia costato dire quella frase, ma apprezzo che l'abbia ammesso «ci dispiace davvero Lia» dice voltando lo sguardo verso di me, io gli sorrido
«non mi aspetto che voi li amiate, ma almeno dategli il beneficio del dubbio, forse non sono terribili come possono sembrare» dico alzando le spalle prima guardando papà e poi Ryan, li vedo annuire entrambi e io mi sento meglio. Sapere che non hanno più intenzione di litigare con loro mi scalda il cuore. Mi hanno ascoltato, hanno messo da parte il loro orgoglio per venirmi incontro e capire che quei due ragazzi non sono così pessimi come credono.
«ma tu e Isaak...» mi chiede papà senza finire la frase, sapevo che me l'avrebbe chiesto, me lo aspettavo. Muore dalla voglia di chiedermelo da quando Isaak è arrivato e mi ha baciata davanti a tutti, insomma non è che ci siamo impegnati così tanto a non farlo notare. Ciò nonostante sorrido e alzo le spalle
«in realtà non lo so, non siamo solo amici, siamo qualcosa di più, ma sai non mi piace dare un nome a quello che a parole comunque non si può descrivere» dico guardandolo negli occhi, lo vedo fare un piccolo sorriso
«okay, solo non escluderci, rendici partecipe, certo odiamo qualunque ragazzo possa piacerti, ma ciò non significa che ci sforzeremo ad appoggiarti» mi dice papà guardandomi con i suoi occhi azzurri, che fin da quando sono piccola che mi fanno sentire al sicuro, protetta. Io sorrido a quello sguardo e annuisco, come tacita promessa di dire loro se mi accade qualcosa, senza escluderli dalla mia vita.
«vacci piano però Lia, ci sono tante cose che ancora non sappiamo di loro, non voglio che tu stia male per lui» sussurra Ryan accanto a me, io appoggio la mia testa sulla sua spalla, nonostante fossimo sdraiati, lui mi stampa un bacio sulla testa dolcemente.
«lo so Ryan, grazie» dico
«lo sai Lia, siamo gemelli...» inizia Ryan, ma papà lo interrompe
«siamo una famiglia, qualunque cosa faccia uno, staremo sempre insieme e ci saremo sempre per l'un l'altro, non importa cosa succeda. Noi siamo una famiglia, un po' piccola, strana e fuori di testa, ma una famiglia e dobbiamo proteggerci a vicenda» dice papà e io devo sforzarmi di non scoppiare a piangere
«anche se uno di noi ha dei gusti parecchio discutibili» si intromette Ryan alla fine, io gli do uno spintone sulla spalla mentre papà scoppia a ridere di gusto.
Ryan mi stringe in un abbraccio e papà ci segue a ruota, alla fine ci ritroviamo stretti in abbraccio di gruppo
«ehi non stringete troppo che sto morendo» dico in mezzo ai due uomini che saranno per sempre importanti per me, qualunque cosa possano combinare. Di proposito mi sento stringere più forte di prima, e per un momento penso davvero che mi rompano la costola incrinata, anche se poi glielo rinfaccerei tipo per sempre.
«vi voglio bene, più di quanto sia possibile calcolare» dico tra le loro braccia
«anche noi Lia, anche quando rompi parecchio il cazzo» dice Ryan tra i miei capelli e io ridacchio

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