Hikari
Sbattei le palpebre più volte mentre sentii gli occhi irritarsi. Anche se stavo solo fissando il muro con aria assente, mi sembrava che fossero passati solo pochi minuti da quando questa stanza buia si fosse illuminata. È già mattina ma non ho voglia di alzarmi. Non ho voglia di prepararmi per il lavoro. Sembra che fissare questo muro per tutta la mattina sia meglio di fare qualsiasi altra cosa.
Tutto quello che mi ha detto Go Doyeon mi ha infastidita molto. Non riuscivo a superarlo. Non posso accettare che Kim Doyoung abbia scopato molte ragazze, inclusa la segretaria Go.
È divertente come senta il cuore spezzato anche se non ho una relazione con lui. Questo deve essere un segno del fatto mi stia innamorando del CEO.
E non mi piace. Il dolore al petto mi sta torturando. È incredibile come possa rendermi così, come possa trasformarmi in qualcosa di debole. All'improvviso il rumore del campanello mi fece sussultare. Chi potrebbe essere di mattina presto?
Forse il postino.
"Chi è?" Urlai non appena raggiunsi la porta d'ingresso. Dopo averla sbloccata, aprendola leggermente, venni presa dalla confusione e la sorpresa quando vidi Kim Doyoung sulla veranda, mi guardava con un'espressione triste sul viso.
"Ehi," fu tutto quello che disse con la sua voce monotona, continuando a fissarmi con entrambe le mani che reggevano una borsa. Indossava dei jeans neri e una maglia del medesimo colore. Sembrava fosse appena tornato da un funerale.
Confusa aprii di più la porta e incrociai le braccia. "Perché sei qui?"
"Puoi ... puoi farmi entrare? Così ne parliamo" disse.
"Non ce n'è bisogno" Risposi bruscamente e cercai di chiudere la porta, ma ci mise una mano sopra, impedendomi di farlo.
"Per favore, non evitarmi", mi supplicò "Se non mi fai entrare, resterò qui sulla tua veranda per un giorno, due settimane o una settimana, un mese, finché non mi lasci entrare e mi lasci parlare con te"
"Doyoung .." mormorai il suo nome, sconcertat da come fosse disposto a restare qui per molto tempo. Dio solo sa quanto mi sia mancato vederlo, le sue espressioni arroganti e il modo in cui tocca mi fa sentire bene.
"Va bene," mormorai e abbassai la testa. "Entra" entrò immediatamente e chiuse la porta. Lasciò cadere la sua borsa sul pavimento e tirò vicino a lui facendomi rimanere senza fiato. I miei occhi si incontrarono con i suoi scuri e profondi. Mi inchiodò alla porta e portò le sue labbra morbide sulle mie, baciandomi.
Chiusí gli occhi portando le mie braccia fino alle sue spalle, trascinandolo più a fondo nel bacio. Si staccò e appoggiò la fronte sulla mia. "Dio, mi mancava baciarti. Sei così bella."
Sorrisi sentitendo quelle parole così dolci uscire dalla sua bocca. Non riesco più essere arrabbiata con lui. Non posso restare fredda con lui, spingendolo via ogni volta che mi tira vicino. Non riesco più a farlo.
"Perché non ci sediamo?" Propose e io annuii. Doyoung mi tenne la mano mentre camminavamo verso il mio divano, e quando ci sedemmo, mi fissò e aspettò che dicessi qualcosa.
"Non voglio dirtelo ..." mormorai e ridacchiai nervosamente.
"Perché?" Chiese.
"È perché ... non ho un ruolo particolare nella tua vita che mi dà il diritto di dirtelo," Risposi e distolsi lo sguardo sulle piastrelle di legno. Non ho il diritto di essere gelosa. Non sono la sua ragazza. E non avere un'etichetta sulla nostra relazione mi fa male.
"Sì invece. Quindi puoi dirmelo"
Le lanciai un'occhiata, lottai con me stessa non sapendo se avessi dovuto dirgli che avevo scoperto qualcosa su di lui che mi dava molto fastidio. Se glielo dicessi, allora saprebbe che mi sono già innamorat di lui. Sarebbe una svolta per lui se scoprisse che già mi piace senza nemmeno arrivare al quattordicesimo giorno. Mi strinse la mano le strofinò il pollice sul dorso, mandandomi un formicolio al corpo.
STAI LEGGENDO
Rude Boy - Kim Doyoung
General Fiction𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑙𝑖𝑛𝑔𝑢𝑎 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑠𝑡𝑢𝑧𝑧𝑖𝑐𝑎𝑟𝑡𝑖 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑚𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒 - Hikari Nakano, nata in Giappone e traferitasi in Corea, era sempre stata una ragazza dura con se s...