storia non mia, ma di @tealtears_ l'ho semplicemente tradotta cambiando il nome dei personaggi
Camminai verso l'ascensore con il rumore dei tacchi che battevano sul pavimento, il suono era un po' fastidioso essendo che catturava l'attenzione di alcune persone, ma ciò non mi interessava, e continuai ad avazare frettolosamente. Non avevo mai perso una giornata di lavoro e non ero mai arrivata in ritardo, tranne oggi, grazie al traffico che c'era per strada.
Tra tutte le giornate nella quale sarebbe potuto andare qualcosa storto, non avrei mai voluto fosse stata questa, oggi nella nostra agenzia verrá proclamato un nuovo CEO, il figlio di quello attuale. È una giornata davvero importante e voglio che tutto vada per il meglio.
Non appena entrai nell'ascensore presi dalla mia borsa un piccolo specchietto, aggiustai la mia frangia e spostai delle ciocche di capelli dietro l'orecchio. Le porte stavano per chiudersi quando improvvisamente una mano si mise fra di esse, quest'ultime si bloccarono per poi riaprirsi. Di scatto alzai lo sgaurdo e incrociai quello di un ragazzo che sembrava avere la mia stessa età. Entrò nell'ascensore senza degnarmi neanche di un saluto. Ero trasparente per lui?
"Buongiorno" lo salutai, facendo un piccolo inchino
Iniziò a premere i bottoni dell'ascensore mentre le porte si stavano chiudendo. Si stava comportando come se non mi avesse sentito. È morto?
Mi schiarí la voce, sperando che quel ragazzo dai capelli corvini mi dasse attenzione, ma l'unica cosa che faceva era avere gli occhi attaccati allo schermo del cellulare, mentre digitava qualcosa. Cos'è, un ragazzino? Mi stava dando sui nervi.
Sbruffai alzando gli occhi al cielo. La mia giornata era del tutto rovinata; traffico, ritardo a lavoro e ragazzo scorbutico. Perfetto direi
Un attimo, avevo dimenticato di premere il bottone del piano alla quale ero diretta, mi avvicinai ai bottoni per premere quello del venticinquesimo piano, ma mi accorsi che già era premuto. Quel ragazzo dai capelli scuri sta andando al mio stesso piano? che coincidenza.
Stavo iniziando a sentirmi in imbarazzo, con un estraneo nell'ascensore. Visto che c'erano ancora un paio di piani prima di arrivare al venticinquesimo, decisi di estrarre dalla mia borsa il laptop, fra una settimana sarebbe arrivato uno dei clienti più attesi in questa agenzia, c'era tanto da fare e l'ansia mi sta letteralmente uccidendo.
Finalmente raggiungemmo il piano, e non appena le porte si aprirono uscí con gli occhi ancora puntati sul laptotp, leggendo il mio lavoro. Subito dopo mi scontrai con qualcuno, guardai spaventata il mio computer scontrarsi contro il pavimento, e notai che lo schermo e tutto il resto si ruppero.
Alzai lo sgaurdo e vidi nuovamente il ragazzo dai capelli scuri che era in ascensore con me prima, buttava varie occhiate a me e al mio laptop. Di scatto gli puntai un dito contro con rabbia
"Dovrai pagarmelo!" esclamai "sai quanto è costa?!"
Sentii alcuni mormorii intorno a me, ma non mi interessava in quel momento.
"Mi dispiace signorina, ma non è colpa mia se lei è sbadata" il ragazzo mi diete un altra occhiata per poi sopparsarmi e continuare a camminare, come se nulla fosse.
Mi guardai intorno notando come tutti mi stessero fissando "eh? che avete da guardare?!" esclamai frustrata, di solito ero una ragazza calma e silenziosa, ma oggi mi sento davvero portata al limite. Tutti distolsero lo sgaurdo da me con una smorfia in viso, mentre sentivo ancora qualche piccolo mormorio.
"Hikari!" Sentii una voce familiare dietro di me, mi girai incrociando lo sgaurdo di Isyul, la mia migliore amica, aveva una faccia preoccupata. "Cosa è successo?"
Di tutta risposta indicai con il capo il ragazzo dai capelli scuri mentre mi sistemavo le ciocche di capelli "Quell'idiota ha rotto il mio laptop, e neanche mi ha chiesto scusa" aggiunsi
"Oh mio dio..." Isyul mormorò mentre si copriva la bocca con una mano, osservando il ragazzo "Hikari, sei morta"
"Perché?" inarcai un sopracciglio.
Si avvicinò di più a me, continuado a sussurrare "Lui è il nuovo CEO"
Spalancai gli occhi rimanendo pietrificata, ricordando come l'avevo trattato giusto pochi minuti fa. Sono rovinata. Credo che mi tocca dire addio a tutti i colleghi.
***************
La giornata è finita bene e fortunatamente non ho perso il lavoro. Finalmente posso tirare un sospiro di sollievo, l'ultima cosa che vorrei è perdere la mia fonte di denaro. Inoltre, ho già una grand reputazione qui e non vorrei perderla.
Sbruffai irritata visto che Isyul ci stesse mettendo così tanto tempo per raggiungermi in mensa , lei sa quanto sono impaziente.
"Beh, me ne vado"mormorai tra me e mi alzai dalla sedia con la mia tazza ancora piena.
Proprio in quel momento passò un omone davanti a me e finimmo col scontrarci, di nuovo, e mi ritrovai col caffé latte rovesciato sulla mia camicetta bianca che si riempí di macchie marroni.
Alzai lo sgaurdo vedendo chi fosse questo stupido. Il nuovo CEO, ancora.
In quel momento non mi interessava , volevo che si scussasse per tutto quello che mi aveva fatto oggi.
"Non guardi mai dove vai, eh?" Chiese irritato incrociando il suo sgaurdo col mio. Ma sta scherzando? lui mi ha urtato e non ha nemmeno una macchia sui suoi vestiti! Ed ha anche il coraggio di fare l'arrabbiato!"Scusami, ero seduta proprio qui. Come facevo a sapere che stessi arrivando?" Risposi con un leggera smorfia in viso. Non mi rispose continuado a fissarmi--- notai che non stava guardando la mia faccia, ma il mio petto! Probabilmente per la mia camicia bianca che ormai bagnata, era diventata praticamente trasparente, che sfortuna.
"Pervertito!" Esclamai tentando di dargli uno schiaffo in faccia, ma lui mi afferrò il polso e lo strinse saldamente. Fece un passo più vicino a me e sorrise, fissandomi ancora una volta il seno.
"Hai delle belle tette" Gli diedi un calcio nelle palle e per fortuna mi ha lasciò andare gemendo di dolore mentre stringeva impotente il suo prezioso tesoro. Era davvero divertente in quel momento.
Prima non mi saluta, poi rompe il mio laptop, Mi urta ancora una volta facendomi versare addosso il caffè e ora mi sta fissando il petto? Oggi ha fatto troppi errori.
"Mi devi quattro scuse, signor Kim." gli dissi aspettando le sue scuse. Mi sorrise scuotendo la testa.
"Non mi scuserò mai, signorina Nakano."
(scusate per eventuali errori grammaticali, la storia è ancora in fase di revisione)
STAI LEGGENDO
Rude Boy - Kim Doyoung
Ficción General𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑙𝑖𝑛𝑔𝑢𝑎 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑠𝑡𝑢𝑧𝑧𝑖𝑐𝑎𝑟𝑡𝑖 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑚𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒 - Hikari Nakano, nata in Giappone e traferitasi in Corea, era sempre stata una ragazza dura con se s...