Mi svegliai col rumurore dei gabbiani e il fastidioso ribaltamento dello yacht. Dopo essermi stropicciata gli occhi, mi voltai e notai che Doyoung fosse sparito, i miei unici compagni a letto erano i cuscini e le lenzuola. Ma anche se non era qui, il sorriso sul mio viso era ancora presente.
Potevo ancora ricordare tutto della scorsa notte. Quello che abbiamo fatto continua a ripetersi nella mia testa. Mi sedetti e tirai le lenzuola per coprire il mio corpo nudo, poi buttai un'occhiata sulle tende leggermente aperte. Potei vedere molti uccelli che volavano nel bellissimo cielo e la luce del sole splendeva intensamente, rendendo l'atmosfera migliore. Ridacchiai e pensai tra me che fosse proprio una bella mattinata.
Notai una camicia bianca e un paio di jeans sopra un ottomano rosso dall'altra parte della stanza, quindi mi sono alzai e mi ci avvicinai con la trapunta avvolta intorno al mio corpo. Mentre mi vestivo, cercai nella stanza i giocattoli che Doyoung ha usato la scorsa notte, ma non erano da nessuna parte. Mi resi conto solo ora che la villa di Doyoung e il design degli interni di questo yacht sono simili, sto arrivando alla conclusione che il colore preferito di Doyoung è il rosso.
Se dovessi comprargli un regalo, deve essere rosso. Mentre uscivo dalla stanza, il dolore mi colpí nella parte bassa della schiena e nelle cosce quindi dovetti fermarmi e tenermi in equilibrio sulla maniglia della porta. Cavolo, Doyoung mi ha fatto male la scorsa notte.
"Stai bene, tesoro?" Sentí la voce amorevole di Doyoung tubare così mi voltai e lo vidi fissarmi con le mani in tasca e la schiena appoggiata alla ringhiera del ponte.
"Buongiorno," lo salutai, ignorando la domanda.
"Buongiorno, gambe traballanti" Mi prese in giro ancora una volta e si diresse verso di me.
"Smettila," scattai, infastidendomi. Mi diede un piccolo bacio sulle labbra e poi ridacchiò.
"Hai fame?"
"Sì" Ammisi. Iniziammo quindi a fare colazione. Doyoung cucinò ed era davvero buono, mi piaceva il tuorlo dell'uovo metà cotto come la maggior parte delle persone. Avevano il sapore di qualcosa di un ristorante di alta classe. Mentre stavamo mangiando sul ponte, fissai lo sguardo su dove fossimo diretti; il molo. Un sorriso si insinuò sulle mie labbra sapendo che stavamo per tornare a casa.
Finimmo i nostri pasti e ci riposammo sulla panchina, il suo braccio intorno alla mia spalla e il suo mento sopra la mia testa mentre io appoggiai il mio corpo sul suo petto caldo. Chiusi gli occhi e mi godetti l'atmosfera piacevole, i morbidi schizzi delle onde e il caldo.
"I tuoi capelli profumano davvero di ciliegie" commentò Doyoung di punto in bianco. Iniziò ad annusarmi i capelli, il che mi fece ridere. "Perché i tuoi capelli odorano di ciliegie?"
Affondai il viso nel suo petto ed inalai il suo profumo virile. Forse è il sapone che usa, o il profumo che mette su che dà quell'accento di menta piperita. Pensai all'odore che potrebbe avere Taeyong. È come se mettesse il profumo ogni ora.
"Quindi ci stiamo annusando a vicenda adesso?" Rise e io lo guardai, ammirando come i suoi occhi quasi scomparivano ogni volta che ridesse. Un sorriso si insinuò sulle mie labbra mentre lo guardai. "Non ti ho mai visto ridere così spesso" Affermai.
"Non ti ho mai vista sorridere così spesso. Sai, sei cambiata, in meglio però." Non gli risposi, perché io stessa avevo notato il mio cambiamento.
"Di che segno sei?" Chiese di punto in bianco, ed io scossi la testa.
"Che c'è?" Chiese."Toro" Risposi poi lui rise.
"Questo spiega tutto" Commentò.
"Di che segno sei?" Chiesi a mia volta, anche se non sono una grande fan dei segni zodiacali.
"Acquario" rispose semplicemente. Sinceramente non sapevo cosa dire, quindi mi limitai ad annuire. Restammo in quella posizione ancora per qualche minuto prima che lo yacht si fermasse al punto di arrivo. Venimmo accolti dalle voci forti degli uomini che stavano lavorando ed andavano avanti e indietro.
Da lontano vidi la berlina Audi di Doyoung, è parcheggiata dove l'avevamo lasciata ieri. Ma un SUV arancione era parcheggiato accanto alla sua auto e mi chiesi a chi appartenesse. All'improvviso sentemmo Joe ridere dietro di noi, e ciò fece sussultare sia me che Doyoung.
"Che vederti, vecchio amico!" Esclamò Joe mentre spalancava le braccia, con sguardo lo fisso in avanti. Aggrottai le sopracciglia e guardai nella direzione dove Joe stava sorridendo.
In quell'attimo sentii il peso di tutto il mondo sulle mie spalle, quell'uomo, quegli occhi arroganti incappucciati e lo stesso sorriso contorto che faceva quando ero giovane. Subito capí chi fosse."Che cosa ci fa lui qui?" Mormorai sotto voce. Non voglio vedere il mio cosiddtto padre, mai. Non vale il mio tempo.
"Anche tu" lo salutò papà con un sorrisetto.
Scesi a terra in fretta poiché Joe era ancora dietro di me. Quando scendemmo, corse velocemente da mio padre con un largo sorriso stampato in faccia. Suppongo tu abbia ricevuto il mio messaggio" Disse Joe, ridacchiando.
"È da molto tempo che desideravo aiutarti. Meno male che ho riconosciuto facilmente tua figlia."
"Lo apprezzo davvero, Joe, grazie"
Joe Rispose ancora sorridente. "È stato un piacere signor Nakano"
Koyo Nakano si rivolse poi a me con la stessa faccia inespressiva che mi faceva incazzare. So quali sono le sue intenzioni e non mi sto affatto riconciliando con lui.
"L'agente Nakano è tuo padre?" Mi sussurrò Doyoung.
"Come lo conosci? " Lo guardai inarcando un sopracciglio.
"Conosco molte persone" Disse semplicemente.
Incrociai le braccia mentre il signor Nakano veniva verso di me conle sue scarpe splendenti sotto il sole, e il suo vestito in ordine, si comportava proprio come un ufficiale di polizia formale e civile quando in realtà è l'opposto.
Avrebbe potuto cercarmi attraverso le telecamere di sorveglianza in giro per la città e con altre cose che fanno i detective. Ma ovviamente ha molto lavoro da fare.
"È da molto che non ci vediamo, mia dolce bambina," Disse volendo mostrare affetto, ma so che è falso.
Si accorse della tensione e del mio silenzio, quindi ridacchiò nervosamente. "Oh andiamo, non ti manco, Riri?" Sentirlo chiamarmi col mio soprannome mi rese il mio cuore un po' morbido, ma poi mi sono ricordai di tutte le cose brutte, disgustose e disumane che aveva fatto. E rabbrividí.
"Non chiamarmi così, assassino," ribattei freddamente, con le braccia ancora incrociate. Con la coda dell'occhio guardai Doyoung e Joe che guardavano sorpresi mio padre.
"D-di cosa stai parlando?" Balbettò, cercando di tenermi il braccio ma io gli schiaffeggai via la mano con un'espressione disgustata sul viso.
"Non osare toccarmi con le mani che hai usato per rompere il cranio di mia madre!" Esclamai, attirando di proposito l'attenzione delle persone intorno a me. Non posso fare a meno di lanciare un piccolo sorrisetto che stavo trattenendo da molto tempo ormai.
"T-tesoro, cosa stai dicendo?" Koyo mantenne una faccia innocente, come se fossi io la pazza.
"Non ho più paura, padre" Affermai alzando la voce. "Dirò loro tutto quello che so. Tutti i segreti che hai mantenuto per anni. E guarderai il karma mangiarti vivo mentre marcisci in prigione."
"Io-credo che tu non ti senta bene ... Hikari. Vuoi che chiami un'infermiera? Ti porto in clinica?" Chiese nervosamente, iniziando a diffidare di tutti gli occhi su di lui in quel momento.
"Ho tutte le prove." Mi avvicinai a lui. "Non puoi più scappare." Alcuni uomini iniziarono a circondarci, incluso Joe, e poi iniziarono a tenergli le braccia sulla schiena mentre sputava scuse e ragioni, dimenandosi e divincolandosi dalle loro prese.
"Hai il diritto di rimanere in silenzio," dissi con un sorrisetto, imitando quello che avrebbe detto, solo in modo beffardo.
"Tutto quello che dici può e sarà usato contro di te."
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Rude Boy - Kim Doyoung
Fiksi Umum𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑙𝑖𝑛𝑔𝑢𝑎 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑠𝑡𝑢𝑧𝑧𝑖𝑐𝑎𝑟𝑡𝑖 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑚𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒 - Hikari Nakano, nata in Giappone e traferitasi in Corea, era sempre stata una ragazza dura con se s...