Capitolo 34

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Ho avuto di nuovo la stessa bella mattinata.  Solo che questa volta, Doyoung è accanto a me.  La sua faccia è la prima cosa che vidi non appena aprii gli occhi. Un ampio sorriso si stese sulle mie labbra mentre posavo il palmo sulla sua guancia. Un sorriso si formò anche sul suo volto e i suoi occhi si aprirono, incontrandosi con i miei. 

"Buongiorno," disse con voce stordita. Ridacchiai. "Buongiorno dolcezza." Gemette e mi tirò più vicino al suo petto. "Dormiamo di più." 

"Doyoung, dobbiamo alzarci," dissi, trattenendo un sorriso mentre gli baciavo il mento. Ben presto, decisi di fargli il solletico. E sì, questo lo ha svegliato.  Ci alzammo dal letto e facemmo a turno sotto la doccia. 

"Andiamo, Hikari, sarà più divertente se vengo con te" Disse Doyoung bussando fuori la porta del bagno.

"No, Doyoung, ti conosco," dissi mentre finivo di lavarmi. "È troppo presto la mattina."

Quando uscii dal bagno dopo essermi lavata i denti e aver indossato una delle sue vesti, Doyoung mi ha accolto sulla porta con un broncio sul viso, ancora indossando il suo pigiama. 

"Bacino?"  Si offrì, chiudendo gli occhi. Misi un dito sulle sue labbra. "Mi piacerebbe, signore, ma prima lavati e lava i denti."  Gemette e piagnucolò mentre entrava. Potevo persino sentirlo mormorare un sacco di cose mentre faceva la doccia. Che ragazzo divertente è quando tiene il broncio. Mentre era ancora lì ho decisi di scendere e provare a fargli la colazione, per sorprenderlo visto che cucina sempre per me.

A piedi nudi, scesi le scale e feci scorrere la mano sulla ringhiera di ferro, fissando divertita i dettagli intricati. Mentre scendevo, posai gli occhi sulle sue pareti mentre mi dirigevo verso la sua cucina. Negli ampi spazi, grandi quadri erano decorati al centro. Mi chiedo se Doyoung abbia progettato tutto questo da solo.

Dopo aver preso tutto quello che mi serviva, cucinai  prima il riso. In attesa che si cucinasse, tritai l'aglio, le cipolle e i cipollotti, poi ho iniziai a tagliare a dadini alcune carote, maiale e gamberetti. Riscaldai la padella e aspettai un minuto prima di metterci sopra l'olio. Dopo aver unto la padella, misi le cipolle e l'aglio che ho tritai e iniziai a soffriggerle. L'odore dell'aglio riempí l'aria e mi fece chiudere gli occhi. Quando il riso fu finalmente pronto, ne misi dei pezzi nella padella e li mescolai con l'aglio e le cipolle. Aggiunsi anche  le carote, il maiale e i gamberetti e l'ho lasciato riposare per un po'.  Ho sbattuto bene due uova e le ho versai sulla pastella, poi la  sentii sfrigolare. Riminciai a mescolarle e all'improvviso sentii due braccia serpeggiare intorno alla mia vita. Poi ho sentito il mento di Doyoung appoggiato sulla mia spalla. Il suo respiro caldo mi solleticava l'orecchio eppure mi piaceva. Mi piace il fatto che mi abbracci così. 

"Avevo intenzione di cucinare per te, ma immagino che mi hai battuto"

"Ne vuoi un assaggio?" Gli chiesi con un sorriso e lui annuiii con entusiasmo. Beh, non l'ho ancora assaggiato ma penso sia delizioso. Presi un cucchiaio e glielo raccolsi, poi glielo spinsi delicatamente alla bocca.

"Com'è?" 

"È fantastico!"  Esclamò e mi baciò la guancia. "È perfetto." 

"Grazie." Ridacchiai. 

"Saresti una brava moglie, amore," disse, abbracciandomi più forte. Sentii il mio viso riscaldarsi alla sua dichiarazione. Spensi il fornello e misi il riso fritto su una grande ciotola mentre Doyoung iniziò ad apparecchiare la tavola. Dopo mangiato e lavato i piatti, Doyoung mi disse che mi avrebbe fatto fare un giro per la sua villa.

Tutto nella sua villa sembrava essere aperto. Penso che l'unica stanza che aveva una porta er la sua camera da letto e la stanza degli ospiti. Dopo aver attraversato un corridoio venni accolta da una stanza scarsamente illuminata. Il pavimento era ancora in piastrelle nere e le pareti sono ancora dipinte di bianco. Il suo soffitto nero ha un enorme ventilatore sospeso su di noi e una lampada gialla è l'unica cosa che illumina la stanza. Andai al centro e capii che questa era la stanza di lavoro di Doyoung, a giudicare dalla scrivania e dagli angoli pieni di armadietti.  Ha anche una grande lavagna bianca sul muro e tutto ciò che riguarda l'agenzia.

"Questo è il mio ufficio"

"Non sapevo che lavorassi quando sei a casa" Dissi guardando le scritte sulla lavagna. 

"Capo responsabile, ricordi?" Disse ed io  ridacchiai alla sua risposta. C'era un grafico sull'agenzia che segnava un grande cambiamento, forse perché avevamo perso un po' di clienti. Notai poi una piccola cornice con una foto di Doyoung e sua madre in ospedale, serrai le labbra preferendo non fargli domande al riguardo.

Mi portò ovunque nella sua villa. C'erano molte stanze. L'ultima stanza che mi mostrò era la stanza della musica. Il muro era di vetro, al centro c'era un pianoforte di colore nero opaco, e in fondo alla stanza un organo e forse tre tipi di chitarre. All'angolo c'era un vecchio lettore musicale. 

"Non sapevo fossi amante della musica," Commentai. 

"Oh, amo la musica" Disse ridacchiando mentre si avvicinava al pianoforte a coda. Ci sedemmo entrambi sulla panchina e lui aprì un libro sottile, poi lo mise davanti a noi.

"Posso suonare solo poche note, però. Non sono così bravo," disse, ridacchiando goffamente.  Iniziò a premere elegantemente le dita sui tasti, e potevo solo guardarlo con soggezione mentre iniziava a suonare il piano quasi perfettamente.  Non riuscivo nemmeno a leggere le note che erano scritte sul libro, lui è stato in grado di produrre una musica così bella eppure pensa ancora di non suonare bene.

"Sei fantastico, Doyoung" Gli feci i complimenti, cosa che lo ha distratto. Smise di suonare e mi guardò. 

"Che cosa?" Chiese. 

"Ho detto, sei fantastico, Doyoung" Ripetei sorridendogli. 

"Non lo sono," disse in disaccordo e chiuse il taccuino. "Sono un disastro"

"Perché continui a dirlo?" 

"Ti ho ferito innumerevoli volte. Ti ho mentito diverse volte. Ti ho trattato male. Ora, pensi ancora che non sia un mostro?" Incrociai le sopracciglia. Capisco perché si sente in questo modo. Si è pentito di tutte le cose brutte che mi ha fatto. Non sono il tipo di persona che perdona facilmente, ma per lui l'ho fatto, perché lo  amo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutto ciò che sono. 

"Tu non lo sei." Scossi la testa. "Sei cambiato. E ti ho perdonato, Doyoung" Gli accarezzai le guance.

Mi prese il viso e mi tirò a lui per un bacio e io lo ricambiai. "Ti amo con tutto quello che ho" Dissi. 

"Ti amo con tutto quello che ho anch'io". 

"Promettimi che non mi lascerai," Dissi fissandolo intensamente negli occhi. "Promettimi che non mi lascerai sola, promettimi che resterai."  Mi baciò la fronte e mi accarezzò la mascella con i pollici. 

"Lo prometto, piccola" 

Rude Boy - Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora