"Oddio è così bello!" Esclamai mentre sentivo l'aria fredda colpirmi il viso.
"Non ti ho mai vista così felice prima," Disse Doyoung mentre teneva gli occhi sulla strada. "Siamo quasi in cima." Il nostro viaggio fino alla montagna è stato un po' rischioso perché era sera. Meno male che le strade qui non sono strette. Ben presto raggiungemmo la cima della montagna.
Doyoung parcheggiò la sua autò e prendemmo tutte le cose che ci eravamo portati appresso. Lasciai andare tutto quello che avevo in mano quando ho guardai in alto. La mia mascella cadde e potevo sentire le mie labbra incidere in un sorriso. Ci sono più stelle qui che in città. E sono molto più chiare, molto più luminose quassù. Il vento freddo soffiò di nuovo e avevo la pelle d'oca, quindi mi abbracciai mentre mi voltavo verso Doyoung.
"Non pensavo che potesse essere così bello quassù" Esclamai.
"Mi fa piacere che tu sia felice, ma non prendere freddo" Disse togliendosi la giacca con la quale poi mi avvolse dandomi calore.
"Doyoung, vuoi sentire una storia?" Chiesi
"C-cosa?" Rispose confuso.
"Una storia di paura"
"Forse la prossima volta..." Rispose morendosi l'interno della bocca. Lo guardai, capendo che non voleva ascoltarmi perché aveva paura.
"Hikari" Mi sentii chiamare e quindi lo guardai alzando le sopracciglia.
"Cosa faresti se stessi facendo qualcosa di buono per una persona... ma non vuoi farlo perché da' benefici ad una persona cattiva?"
"É una domanda difficile, Doyoung... Sta succedendo qualcosa e hai bisogno di aiuto?"
Distolse lo sguardo rimanendo in silenzio, capendo che fosse un sì.
"Dimmi Doyoung, ti aiuterò" Lo incitai a parlarmi sorridendo. Mi guardò e mi sorrise anche lui.
"Non mi conosci ancora bene, Hikari" Si morse il labbro inferiore ed aspettai che continuasse a parlare.
"Io da piccolo non ero così. Ero il figlio perfetto lodato ed amato. Avevo una mamma amorevole ed un padre che era un gran lavoratore. Ed erano le uniche persone che avevo nella mia vita"
Doyoung si sta aprendo con me, ne sono felice, vuol dire che si sente a suo agio e si fida di me. Mi domando cosa abbia passato.
"Mia madre è nata con una malattia, ed erano grati del fatto che non l'avesse trasmessa a me. Mia mamma lo nascose a mio padre, e quando lo venne a scoprire si arrabbiò... molto. A partire da quel giorno, le ha fatto spesso del male. A volte l'ha anche tradita. La malattia dk mamma divenne più grave ed evidente... e spesso veniva ricoverata in ospedale. Finché un giorno non ha più dovuto essere ricoverata... "
Perché? "Chiesi. Distolse lo sguardo da me.
"Smise di lottare per la sua vita." Aggrottai la fronte e lo abbracciai, facendo del mio meglio per confortarlo. Mi sentivo così male per lui.
"Avevo undici anni quando morí. Dopo di che, papà mi aprí gli occhi su affari e fama. Mi disse che dovevo prepararmi perché sarei stato il prossimo CEO della sua agenzia. All'inizio non mi sembrava interessante e lo odiavo, ma mi ha sempre persuaso fino a quando finalmente ho ceduto" Mi guardò e mi accarezzò le guance. Poi mi ricordai che mi disse del fatto che non voleva fare una cosa perchè portava benefici ad una cattiva persona.
"Doyoung. Pensavo avessi detto qualcosa sul non volerlo fare?"
"Sì" Confermò. "Non voglio dirigere la sua agenzia. L'unico motivo per cui Kim Industries ha avuto successo è perché corrompeva i suoi clienti. L'ho sempre odiato. Ecco perché aveva un piano per fare in modo che la sua azienda fallisse, se lo merita. Ma poi sei arrivata tu e voglio accontentarti, quindi sono combattuto tra l'essere un capo responsabile e distruggere tutti i suoi affari."
Lo capisco. Sono felice che gestisca l'attività per me, ma non sapevo che fosse costretto a farlo. Non sapevo che odiasse suo padre. Ora che mi ha raccontato il lato oscuro del signor Kim.
"Ha già passato tutto a te Doyoung," gli dissi. "L'agenzia ora è tua, non più sua." Ridacchiò e mi baciò il naso.
"Giusto.... Grazie, piccola"
Dopo un po', decidemmo di sdraiarci e mettere la testa fuori dalla tenda in modo da poter guardare le stelle.
"Questo è il mio segno proprio lì," mi disse Doyoung mentre puntava il dito verso il cielo.
"Acquario? Dove?" Chiesi, con un'aria stupida mentre cercavo nel cielo. "Che cosa sembra?"
"E c'è il tuo!" Esclamò ed indicó una direzione diversa, ignorando la mia domanda. Gemetti e chiusi gli occhi irritata. Non so nemmeno che aspetto abbiano quei segni, come potrei vederli? Un filo di silenzio ci occupò, ma non fu affatto imbarazzante.
Non riuscivamo a dormire così Doyoung decise di parlare. "Ehi" mi chiamò e gemetti in risposta.
"Non mi hai mai parlato di tuo padre." Le mie labbra si contrassero. "È uno psicopatico"
"Come la figlia? " Mi prese in giro e gli schiaffeggai il braccio.
"Scusa," si scusò, ridendo per il dolore. "Voglio dire, hai rotto il mio laptop e ne hai fatte molti altri --- ow!" Gli pizzicai il fianco e lui sussultò.
"Scusa, piccola. Continua con la tua storia." Mi appoggiai al suo petto mentre andavo avanti. Gli raccontai tutto quello che Isyul sa, e lui mi ha detto che ha sempre pensato che mio padre fosse un bravo poliziotto. Ma sai, quelli che sembrano puliti sono quelli con cui dovresti stare più attento. Credo sia già passata mezz'ora. Doyoung russava in modo carino accanto a me mentre il suo braccio era sulla mia vita. Sorrisi nel vedeee quanto fosse adorabile e innocuo ogni volta che dormiva.
Sei così bello. Non posso credere che tu sia mio.
La sua faccia fu l'ultima cosa che vidi mentre mi addormentavo. È stata una buona idea venire qui per riposare. Sicuramente mi ha portato via da tutti i miei problemi e da tutto lo stress del lavoro. Forse avevo dormito già qualche ora quando mi svegliai all'improvviso e sentiii squillare il mio telefono. C'è segnale qui? Chi potrebbe chiamarmi nel cuore della notte?
Guardai l'ora prima di rispondere alla chiamata anonima. Erano le cinque del mattino. Con gli occhi socchiusi, risposi alla chiamata. "Pronto?"
"È questo il numero di Hikari Nakano?" Chiese una profonda voce maschile. Con le sopracciglia incrociate rispose.
"Sì, di cosa hai bisogno?"
"Signora, deve tornare qui nel suo complesso. La sua casa sta bruciando."
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Rude Boy - Kim Doyoung
General Fiction𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑙𝑖𝑛𝑔𝑢𝑎 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑠𝑡𝑢𝑧𝑧𝑖𝑐𝑎𝑟𝑡𝑖 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑚𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒 - Hikari Nakano, nata in Giappone e traferitasi in Corea, era sempre stata una ragazza dura con se s...