Capitolo 42

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Hikari

"Come è andata?" Chiesi a Doyoung non appena tornò a casa. "Cos'hanno detto?" Doyoung sbottonò il primo bottone della sua polo e sospirò mentre si sedeva sul divano.

"... Male."  Che cosa? 

"Perché?"  Chiesi e mi sedetti accanto a lui. Non può succedere, onestamente pensavo che avrebbe funzionato ... Isyul è stata aggiunta alla mia pila di problemi e ora anche questo. Nascosi la faccia tra i palmi delle mani e sospirai profondamente. Perché questi problemi non se ne vanno ?!  "

Amore," mi chiamò Doyoung e lo sentii appoggiare la sua mano sulla mia coscia. Lo guardai ed iniziò a ridere, ciò fece comparire un espressione confusa sul mio volto.

"È uno scherzo. Ti amo."  Il mio sangue ribollì per l'irritazione così gli schiaffeggiai più volte il braccio. "Kim! Doyoung! Tu! Malvagio! Cattivo! Burlone!" 

"Ow, ow, ow, smettila! Mi dispiace!" Doyoung pianse e rise mentre si raggomitolava in una palla. Smisi di sculacciarlo e sbuffai, incrociando le braccia mentre lanciavo occhiatacce allo schermo piatto di fronte a me.  "

"Non è stato carino"

"Neanche schiaffeggiarmi" Disse e io gli ho lanciato un'occhiataccia, così lui risen goffamente e mi abbracciò.

"Questo significa che ha avuto successo?" Gli ho chiesi, calmandomi gradualmente. 

"Sì, piccola," disse e mi baciò la fronte. "Non sposerò Doyeon e gli affari non falliranno."  Abbracciai Doyoung di rimando mentre un ampio sorriso si allargava sul mio viso. "Sono così felice che abbiamo finalmente risolto questo problema".  I dipendenti non hanno più nulla di cui preoccuparsi. La cosa più confortante è che non devo più preoccuparmi di Go Doyeon.

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Non appena aprì la porta del tetto, un vento forte e freddo mi soffiò addosso, quasi facendomi cadere. Strizzai gli occhi mentre chiudevo la porta, poi mi abbracciai mentre camminavo verso il bordo del tetto.  Mi strofinai le mani guantate per riscaldarmi, poi me le ficcai in tasca mentre aspettavo che Isyul salisse. Non era ancora qui, ma va bene, potei godermi la vista quassù per un momento. Ricordai il giorno in cui Doyoung mi portò sulla montagna. La città sembra così diversa dall'alto.

Dopo un paio di minuti, sentii la porta aprirsi e chiudersi e quando mi voltai, vidi Isyul con lo stesso cappotto lilla che indossava prima.  È venuta verso di me con le mani infilate nelle tasche e gli stivali che ticchettavano sul pavimento seminato. Aprii le mie labbra tremanti, "I-Isyul." 

"Che cosa?" Feci un passo più vicino a lei e le presi le mani. 

"Mi dispiace per prima."  Rimase in silenzio, aspettando che dicessi di più. "Mi sono successe delle cose negli ultimi giorni e .. pensavo che fossi tu a farlo" mi scusai, ancora incerto se fosse lei, o no a mandarmi quei messaggi. "Quindi mi dispiace." 

"Bene, sei perdonata," disse in tono seccato. Le sorrisi e la strinsi in un abbraccio, e lei si riabbracciò immediatamente. "Se solo sapessi quanto non voglio perderti." 

"Non voglio perderti neanche io, Isy," dissi quando ci allontanammo l'una dall'altra. 

"Che genere di cose ti stanno succedendo, però?"  Presi il mio telefono e le mostrai i messaggi dal numero anonimo. Mi fido di Isyul, nonostante quello che è successo prima perché è sempre stata gentile e premurosa con me.

"Perché hai pensato che fossi io?" Chiese ancora.

"Beh, Mark ha rintracciato la posizione del numero e" Mi fermai, guardandola negli occhi.

Rude Boy - Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora