Capitolo 11

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"Grazie" ringraziai Isyul mentre saltavo giù dalla sua vecchia Honda civic.

È un miracolo che questo sia il modello del 2008 ma funziona ancora come fosse nuovo.

"Non è niente, solo ... volevo aiutarti." Ridacchiò, chiudendo la macchina. Sono così felice che Isyul mi abbia dato un passaggio qui per lavorare.

Taeyong mi stava offrendo un passaggio e, onestamente, non voglio stare con lui per un po'. Sta andando troppo velocemente con me e non mi sento a mio agio. Abbiamo appena pranzato insieme e lui mi ha già confessato i suoi sentimenti. Non mi innamoro rapidamente dei ragazzi dalla porta accanto.

"Comunque, dov'è la tua macchina?" Mi chiese Isyul mentre ci avviavamo verso l'ascensore fino al piano terra. L'atmosfera qui nel seminterrato dove ogni macchina è parcheggiata è inquietante per me. Sembra un'ambientazione per eventi orribili.

"Te l'ho detto, me l'hanno rubata." Risposi, camminando più veloce di lei. "Da qualche adolescente hippie"

La guardai e vidi l'espressione sconcertata sul suo viso. "Veramente?"

Non risposi e arrivammo all'ascensore. Schiacciati il pulsante e improvvisamente Isyul sventolò davanti a me un familiare foglio a forma di cuore.

"Di chi è questo?" Sorrise e inarcò un sopracciglio.

"Dove - come l'hai preso?" Chiesi in preda al panico e glielo strappai tra le mani.

"Chi è il ragazzo sfortunato?" Gli diedi un pizzico il braccio lei strillò.

"Nessuno."

"Sei sicura?" Chiese insistendo mentre arricciava le labbra.

"Vedo come ti guarda Le Taeyong." Ridacchiai lievemente scuotendo il capo e in quel preciso momento l'ascensore si aprí.

"Non mi piace. Non è il mio tipo." Iniziai ad allontanarmi rapidamente, ma ovviamente lei raggiunse subito dopo.

"Davvero?" Disse

"Davvero"

"Va bene." Alzò le mani in aria. "Come dici tu, bomba irascibile."

Alzai gli occhi al cielo mentre continuavamo a camminare verso l'atrio dove ovviamente sono sistemate alcune sedie e panche.

Mi sedetti sulla panchina e appoggiai il mento sul palmo della mano mentre lanciavo occhiate agli altri dipendenti che mi guardavano.

"Giuro che se Yuta non verrà tra cinque minuti non pranzerò con te più tardi." Borbottai, non mi piace aspettare così a lungo.

"Siamo letteralmente appena arrivati." Isyul ridacchiò.

"Ma, ehi" sussurrò e io le diedi un'occhiata. "Se non è Taeyong, allora chi è?" Il volto di Kim Doyoung mi balenò in mente e scossi velocemente la testa.

È impossibile che Taeyong abbia messo quella barretta di cioccolato nel mio ufficio dato che siamo stati insieme tutto il tempo. E a parte questo, lui non mi deve niente. Taeyong non mi ha fatto niente di male, quindi può essere solo Doyoung.

Kim Doyoung è l'unico che ha già fatto abbastanza errori. Quindi sono saltata alla conclusione che è stato lui, il mio capo, il nostro CEO, a mettere lì quella barretta di cioccolato.

Isyul improvvisamente sussultò e i miei occhi si spalancarono, perché non stavo nemmeno dicendo niente.

"È.. " sussurrò, avvicinandosi al mio orecchio. "Nakamato Yuta?"

Ma che cazz..

"Oh Dio mio!" urlai mentre mi alzavo e la colpí più volte con la mia borsa a tracolla.

Rude Boy - Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora