Rileggendo la mail che la dirigenza mi ha mandato ieri, e mi sono accorta solo due ore prima dell'incontro di una piccola clausola, o obbligo, devo vestirmi come fossi in ufficio, nonostante l'abbigliamento non sia una parte fondamentale del colloquio m'interessa dare una buona prima impressione subito.
Dando uno sguardo all'armadio scelgo una gonna a tubino nera, una camicia bianca e un paio di decolleté nere, per gli accessori ho il mio solito bracciale pandora e il mio amato Daniel Wellington e la collana di Tiffany con il cuore pendente. Per i capelli sono in totale indecisione, però penso che farò una coda alta.
Dopo circa un'ora e mezza sono pronta, mi manca solo da indossare i tacchi che credo metterò poco prima di uscire, considerando che alla fine della giornata avrò i piedi rotti e quindi cerco di rimandare, la tortura il più possibile.
Sono agitatissima, mi sto dirigendo a Formello sulla mia migliore amica a quattro ruote, ho un'ansia incredibile, voglio davvero quel lavoro.
Sto parcheggiando e mi sono resa conto adesso di dover passare davanti al campo sportivo per entrare agli uffici, non so se è un bene o un male rischiare di vedere Joaquín in campo con gli altri.<<uh c'è la nana!>> cazzo, Thomas doveva proprio vedermi?
<<Tommy! Con te non posso passare inosservata vista l'altezza!>> gli dico avvicinandomi, guardandomi intorno noto che Joaquin non c'è, fortunatamente.
<<dove vai così elegante?>> mi chiede Luis guardandomi.
<<ho un incontro in dirigenza, sono in anticipo però, che state facendo?>>.
<<tra poco iniziamo la partitella d'allenamento, infatti, gli altri sono dentro a mettersi una tuta diversa dalla nostra>> perfetto, Joaquín è in spogliatoio allora.
<<quanto tempo resti?>> mi chiede Francesco.
<<Ace non lo so, forse una decina di minuti e poi vado dentro, poi quando esco se voi siete ancora qui rimango>> dico sedendomi in panchina, già mi fanno male i piedi per i tacchi.
<<oddio quindi dobbiamo sopportarti anche dopo?>> dice Ciro ridendo.
<<se non fossi venuto a casa mia a rompermi le palle avresti limitato la tortura, caro>> gli dico sorridendo.
<<Claudia uno, Ciro zero>> dice Thomas guardando Ciro.
<<ragazzi io vado dentro, pregate per me!>>.
<<spacca tutto!>> mi dice Manu sorridendo.
<<lo farò>> rispondo sorridendo a mia volta, il mio sorriso cala quando, girandomi verso il corridoio, mi rendo conto che i ragazzi stanno arrivando dagli spogliatoi, quasi mi viene da frenare, di primo acchito vedo Sergej e Pepe che mi salutano con un braccio, ricambio il saluto sperando che siano solo loro due.
Joaquin ci mette sempre tre ore a vestirsi, quanto è quotato che oggi ci metterà cinque minuti?<<ciao cla!>> mi dice Nicolò, con lui ho un rapporto abbastanza distaccato, nonostante sia semplicemente più piccolo di me di tre anni, lo trovo un ragazzo molto maturo.
<<ciao Nico!>> lo saluto lasciandogli due baci sulla guancia, è più piccolo di me ma sarà alto almeno venti centimetri più di me.
<<dove vai?>> domanda più che lecita, siccome ho i tacchi in un centro sportivo.
<<devo vedermi con Tare e gli altri, adesso scappo, ciao Nico!>> dico cercando di camminare il più velocemente possibile.
<<buon pomeriggio Claudia, accomodati>> mi dice Igli appena mi vede arrivare, sono riuscita a non incontrare Joaquín e questa è sicuramente una cosa positiva perché così non ho la sua immagine impressa in testa.
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amici per errore - Joaquìn Correa
Literatura FemininaClaudia è una ragazza di 22 anni che ama il calcio ed è da sempre tifosa laziale. Per sua fortuna, per via della carriera del padre, le è stato sin da subito possibile vivere nel mondo del calcio che conta, ad oggi è molto legata con tutti, o quasi...