16

3.5K 79 4
                                    

Rileggendo la mail che la dirigenza mi ha mandato ieri, e mi sono accorta solo due ore prima dell'incontro di una piccola clausola, o obbligo, devo vestirmi come fossi in ufficio, nonostante l'abbigliamento non sia una parte fondamentale del colloquio m'interessa dare una buona prima impressione subito.

Dando uno sguardo all'armadio scelgo una gonna a tubino nera, una camicia bianca e un paio di decolleté nere, per gli accessori ho il mio solito bracciale pandora e il mio amato Daniel Wellington e la collana di Tiffany con il cuore pendente. Per i capelli sono in totale indecisione, però penso che farò una coda alta.

Dopo circa un'ora e mezza sono pronta, mi manca solo da indossare i tacchi che credo metterò poco prima di uscire, considerando che alla fine della giornata avrò i piedi rotti e quindi cerco di rimandare, la tortura il più possibile.

Sono agitatissima, mi sto dirigendo a Formello sulla mia migliore amica a quattro ruote, ho un'ansia incredibile, voglio davvero quel lavoro.
Sto parcheggiando e mi sono resa conto adesso di dover passare davanti al campo sportivo per entrare agli uffici, non so se è un bene o un male rischiare di vedere Joaquín in campo con gli altri.

<<uh c'è la nana!>> cazzo, Thomas doveva proprio vedermi?

<<Tommy! Con te non posso passare inosservata vista l'altezza!>> gli dico avvicinandomi, guardandomi intorno noto che Joaquin non c'è, fortunatamente.

<<dove vai così elegante?>> mi chiede Luis guardandomi.

<<ho un incontro in dirigenza, sono in anticipo però, che state facendo?>>.

<<tra poco iniziamo la partitella d'allenamento, infatti, gli altri sono dentro a mettersi una tuta diversa dalla nostra>> perfetto, Joaquín è in spogliatoio allora.

<<quanto tempo resti?>> mi chiede Francesco.

<<Ace non lo so, forse una decina di minuti e poi vado dentro, poi quando esco se voi siete ancora qui rimango>> dico sedendomi in panchina, già mi fanno male i piedi per i tacchi.

<<oddio quindi dobbiamo sopportarti anche dopo?>> dice Ciro ridendo.

<<se non fossi venuto a casa mia a rompermi le palle avresti limitato la tortura, caro>> gli dico sorridendo.

<<Claudia uno, Ciro zero>> dice Thomas guardando Ciro.

<<ragazzi io vado dentro, pregate per me!>>.

<<spacca tutto!>> mi dice Manu sorridendo.

<<lo farò>> rispondo sorridendo a mia volta, il mio sorriso cala quando, girandomi verso il corridoio, mi rendo conto che i ragazzi stanno arrivando dagli spogliatoi, quasi mi viene da frenare, di primo acchito vedo Sergej e Pepe che mi salutano con un braccio, ricambio il saluto sperando che siano solo loro due.
Joaquin ci mette sempre tre ore a vestirsi, quanto è quotato che oggi ci metterà cinque minuti?

<<ciao cla!>> mi dice Nicolò, con lui ho un rapporto abbastanza distaccato, nonostante sia semplicemente più piccolo di me di tre anni, lo trovo un ragazzo molto maturo.

<<ciao Nico!>> lo saluto lasciandogli due baci sulla guancia, è più piccolo di me ma sarà alto almeno venti centimetri più di me.

<<dove vai?>> domanda più che lecita, siccome ho i tacchi in un centro sportivo.

<<devo vedermi con Tare e gli altri, adesso scappo, ciao Nico!>> dico cercando di camminare il più velocemente possibile.

<<buon pomeriggio Claudia, accomodati>> mi dice Igli appena mi vede arrivare, sono riuscita a non incontrare Joaquín e questa è sicuramente una cosa positiva perché così non ho la sua immagine impressa in testa.

amici per errore - Joaquìn CorreaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora