Capitolo 7

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Ma tra 700 milioni di posti, proprio vicino a me doveva venire. Proprio lui che mi ha reso l'infanzia orribile.. pensavo di essermene liberata, invece mi sbagliavo di grosso.

Tommaso.. era tornato.

Il giorno dopo mi svegliai proprio di mal essere e in più non feci colazione, non mangiai neanche il giorno prima a cena. Chi me lo avesse fatto fare, il suo arrivo mi aveva distrutta.

Scesi dal letto, indugiai fino al bagno e mi lavai a pezzi. Tornai in camera mi misi dei leggins neri, un maglione blu, il mio solito cappellino con la visiera al contrario e converce nere. Non mi truccai molto usai solo un po' di fondo tinta, mascara e un leggero lucida labbra.

Andai a prendere l'autobus, salii e a qualche sedile piú avanti c'era Tommaso che mi fissava, mi aveva ricosciuta? Perchè mi fissava?

Cercai in tutti i modi di non andare nel panico, respirai più e più volte. Cercai di distarmi anche con la musica ma finii con il disintegrarmi le pellicine delle mani.

Appena l'autobus si fermó alla fermata davanti scuola, scesi di tutta furia e corsi dentro.

-Sky tutto ok?- mi chiese Alex tremendamente preoccupata.
No come poteva essere ok, andava male molto male.

Respirai profondamente -No assolutamente no.-

-Che ti prende?-

-Hai presenre Tommaso quello che mi ha bullizzata alle medie?-

Corrugó la fronte e annuí.

-Ecco si è trasferito a pochi metri da me e stammattina me lo sono ritrovato sull'autobus. Io... non... Gesú..- Andai in iperventilazione andai in pieno panico.

-Oi calmati, magari non ti succederà niente magari neanche si ricorda di te. E poi sei cambiata un sacco, non ti riconoscerà.-

-Hai ragione, devo-devo solo calmarmi.-

Iniziai a tremare, mi stavo sentendo male di brutto.

Alla ricreazione mancavano tre ore, volevo vedere Alberico, sentirmi al sicuro tra le sue braccia. Avevo bisogno di lui.

In quelle tre ore non fiatai, me ne restavo li a fissare il muro, Alex mi accarezzava il dorso della mano con il pollice, peccato che non mi aiutava. Non era da me stare cosi, io parlavo, scherzavo, ridevo mentre in quel momento ero come se il mondo mi stesse crollando addosso.

Ringraziai il cielo quando sentii il suono della campanella della ricreazione. Uscii moggia moggia dall'aula, girai l'angolo per andare nell'atrio e andai a sbattere contro quancuno. Niente brutte sorprese pensai: Alberico.

Non saprei descrivere la gioia che provai nel trovarmelo davati; senza pensarci due volte gli gettai le braccia al collo.

-Ho bisogno di te.- Gli dissi alzando il viso senza staccarmi.

I nostri visi erano pericolosamente vicini, i nasi si sfioravano, potevamo sentire i nostri respiri.

-Dimmi tutto.- Li mi riportó alla realtá, inizió a accarezzarmi la schiena, un gesto che mi fece venire brividi continui.

Gli raccontai della reazione di mia madre, che sarei andata al concerto, di Tommaso che lo vidi il giorno prima davanti alla villetta e delle cose che mi ha fatto in passato.

-Pezzo di merda! Gli taglio le palle se prova a toccarti.- si umidificó le labbra -Ti prometto che non ti torcerá nemmeno un capello.-

Appoggiai il viso sopra il petto, come faceva a farmi sentire cosí bene?

Anche la campanella dell'uscita ci mise tanto a arrivare. Non vedevo l'ora di tornare a casa, davanti a me mi ritrovai Tommaso, volevo solo scappare via.

-Ehi chicca.-
Spero che tu possa soffrire nei peggio modi.

Lo ignorai, non volevo casini, non volevo lui.

-Bhe non si risponde?- mi squadró dalla testa ai piedi. -Sei parecchio gnocca. Ti stavo osservando stammattina.-

-Cazzo mi stavi praticamente fissando.- Sbottai all'improvviso.

-Oi modera i termini.-

Alzai gli occhi e me ne andai. Peró lui mi bloccó dal polso.

-Io ti conosco.. sei... oddio la sfigata delle medie non posso crederci.. Skyler.- Pronunció il mio nome con tono macabro, come se mi stesse per divorare.

Iniziai a correre con la certezza che lui mi seguiva. Corsi per tutto il cortile della scuola, quando mi imbattei in un vicolo cieco, tra un muro e un camion. Merda.

Iniziò a ridere -Bene bene la corsa è finita.-

Dove esserci un'uscita, DOVEVA!

Si avvicinó a me e mi sfioró la guancia con la mano, mi dava il volta stomaco.

-Tu non mi scapperai mai piú. Tu mi appartieni.-

-Tu sei pazzo.- Dissi tra le lacrime e la rabbia.

Mi appiatii al muro dietro stante. Premette il suo corpo contro il mio. Gli lanciai una ginocchiata nel ventre e di conseguenza mi tiró i capelli.

-Hai capito la puttanella.- mi bloccò per la gola, respiravo a fatica cosí gli sputai in faccia.

-Ah vuoi giocare eh.-

Dannazione.

Mi tiró un pugno all'altezza della mascella e sputai sangue. Gli saltai addosso e ci azzuffammo.

-Smettila brutta cagna.- Mi sbattè al muro e con una mano armeggiava per slacciarsi i jeans.

Urlai.

-Zitta!- e continuó con i suoi pantaloni

Urlai di nuovo, urlai il nome di Alberico.

Una matassa di gente si radunó davanti a noi. Si sistemó i pantaloni in tutta fretta e io mi accasciai per terra.

Scrutai tutti i volti alla ricerco di quello di Alberico, ma niente.

Vidi Tommaso crollare per terra con qualcuno sopra.

-BRUTTO BASTARDO!- Gridó Alberico.

La zuffa si creó tra loro.

-Fermatevi!- Urlai. E mi buttai in mezzo

Alberico si giró verso di me e ricevette un pugno in pieno viso, prima che potesse reagire venne bloccato da uno studente del quinto. Presero anche me e il verme.

A me e Alberico ci portarono in infermeria.

-Avevo promesso di proteggerti! Ho fallito miseramente!-

-Non è stata colpa tua non potevi saperlo!-

-Dovevo esserci a prescindere.- Lo disse girandosi verso di me.

-Ho bisogno di te adesso..- Stavo per crollare di nuovo. Mi vení incontro e mi strinse a lui.

-Gliela faró pagare. Lo giuro.-

*spazio autrice*
Buoona serata ed ecco a voi il capitolo 7. Spero che vi stia piacendo ma mia ff. Le visualizzazione crescono a non finire grazie grazie e grazie. Scusate ancora se li publico tardi è che non ho tempo.
Baci
~Sammy

Dark & Light || Alberico De GiglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora