-Che cosa cazzo vuoi, ancora?!- e lui li smaterializzò entrambi alla solita radura dove si allenavano. Stava tramontando il sole.
Si beccò il secondo schiaffo dalla mano che le aveva lasciato libera e la vide, tremante e piena di un odio che mai aveva invaso i suoi occhi.
-Non posso permetterti di insultare la persona che amo o di renderle la vita più complessa di quanto già non sia per lei. Te l'ho detto il giorno in cui è tornata, Monica. È una persona meravigliosa, non lascerò che tu...-
E la vide scuotere il capo, disgustata, mentre tentava di liberare inutilmente il polso -È nei momenti di difficoltà che si scoprono le persone, non in vacanza! Di lei non m'importa un bel niente! Non è certo colpa mia se gli altri la ritengono insopportabile e non è colpa mia se mi odia! Devi capire che di questa cosa, la responsabilità è soprattutto tua!-
Lui deglutì, non sapendo cosa dirle in quel momento. Aveva espresso una realtà di cui era ben a conoscenza... ma che forse non stava mettendo in conto come avrebbe dovuto. La sentì quindi continuare -Se non sei in grado di farla sentire amata... allora devi chiederti in cosa stai sbagliando e perché!- concluse, con gli occhi arrossati e umidi.
Non aveva perso un briciolo della sua baldanza, o del suo coraggio. Era ferita, rabbiosa e non meno determinata a farsi valere.
Gli stava dicendo tante verità che non accettava gli venissero palesate da una come lei... ma ormai poteva davvero farci qualcosa?
Poteva ancora sostenere che non fosse, perlomeno mentalmente, una sua pari?
-È una cosa su cui sto lavorando, non è facile per me...-
Ma la vide scuotere il capo, sempre disgustata -Basta, lasciami, voglio tornarmene...-
-Non sei d'accordo.-
-Non sono mai d'accordo con te! Su questo argomento me che meno, visto che sei perfettamente in grado di manifestare i tuoi sentimenti!- sottolineò, vedendolo storcere la bocca e spostare lo sguardo. Lei proseguì - E comunque non capisco proprio perché vuoi che litighiamo a tutti i costi! Se non vuoi più allenarmi devi solo dirlo, maledizione! Non so più come fartelo entrare in quella testa!-
-Voglio continuare ad allenarti e continuerò a farlo.- le rispose lui subito, tornando a guardarla molto serio... forse per la prima volta, in realtà.
Non le aveva mai palesato con quella fermezza la sua volontà nell'essere il suo insegnante.
Lo guardò con stizza, capendo che non si sarebbe mai liberata da quella presa senza spezzarsi il polso. Trattenne nuovi singhiozzi e spostò il viso, asciugandosi un occhio e sentendolo dirle -Mi hai fatto arrabbiare molto, altrimenti non ti avrei mai detto quella cosa. Non la penso.-
Sgranò gli occhi, anche se lui non poté notarla. Era molto sorpresa, tutto si sarebbe aspettata, fuorché delle scuse.
E la liberò, vedendo quindi gli occhi di lei spostarsi di nuovo sui suoi. Sembravano far trasparire ancora della rabbia, ma l'odio era sparito.
-Quindi mi stai chiedendo scusa.-
-Quindi mi sto giustificando.- la corresse rapidamente lui, non lasciandole afferrare quel bel trofeo che si stavano contendendo dall'inizio della conversazione. Fra loro c'era sempre una battaglia nell'aria. Non riuscivano a farne a meno.
-...Anche se mi sorprende notare quanto peso dai alle mie parole.- e ovviamente non resistette alla tentazione di sottolineare quel particolare.
-Posso senz'altro dire lo stesso.- ribatté prontamente lei, però. I singhiozzi erano terminati e restava soltanto il solito vigore che illuminava i suoi occhi arrossati. Aveva visto quanto era riuscita a toccarlo con le sue parole.
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V. I Titani
FantasyQuinta e ultima parte della saga: "La Promessa". Sono passati quasi vent'anni dalla sconfitta del secondo Titano. I figli dei nostri eroi sono cresciuti, ma le loro vicende personali stanno per subire un radicale cambiamento. L'ultima battagli...