Noi e nessun altro (Parte II)

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La vide arrossire e alzare gli occhi su di lui, titubante -Quindi, benché tu abbia capito che Annika mi ha salvato la vita, sacrificandosi per noi, permettendoci così di tornare insieme... non sei comunque pronto ad apprezzarla, a vedere del buono in lei. Nemmeno dopo tutte queste dimostrazioni che... non ci sarebbero mai state se solo e soltanto una volta, tu le avessi dato una possibilità!- gli disse, assumendo un tono accusatorio che lui riconobbe tipico di Annika.

"C'è così tanto di lei... possibile che me ne stia rendendo conto solo adesso?"

-E' così. Soprattutto perché non è affatto vero che si è sacrificata, se ad ogni occasione in cui vieni scontentata lei esce fuori. Monica non sarà la prima ragazza con cui mi vedrai avere una certa confidenza.-

La vide annuire e liberare una risata mesta -Quindi sbaglio io, tu no.-

-Dimmi in cosa ho sbagliato.- la invitò lui, vedendola tornare a guardarlo, gli occhi infervorati dalla gelosia -Beh, prima di tutto il fatto che non volessi che fossi presente ai vostri allenamenti, o il tuo ignorar palesemente il modo in cui mi parlava e si rivolgeva a me!-

-Non controllo le reazioni delle persone, men che meno di quelle come Monica che sono in grado di obbedire solo a se stesse. Agli allenamenti disturbavi, dilungandoli inutilmente.-

Replicò, non andando certo per il sottile e lei assunse un'espressione incredula davanti alla sua freddezza -Beh, se hai intenzione di lasciarmi...!-

-Non l'ho detto, anche se questa conversazione non è andata a tuo vantaggio. So che non puoi desiderare il ritorno di Monica in questa casa e che la detesti, ma speravo che ti fossi sentita almeno un po' in colpa per ciò che hai fatto. Soprattutto a mia sorella.-

Le arrossì, facendo per rispondere, ma lui l'anticipò -Cosa che non è e non m'illuderai che non è così.-

Sentenziò, vedendola ormai purpurea e con i pugni chiusi.

-Adesso andiamo a pranzo.- e fece per darle le spalle, ma lei gli disse dietro -Quindi!? Cosa diamine hai deciso? Anche se a me sembra già molto evidente!-

E Darco annuì, voltandosi a guardarla -Sembra così ma... d'altro canto hai iniziato il tuo discorso con un fattore fondamentale e che mi fa sperare che la situazione possa cambiare...-

Lei non parve capire e gli chiese -Che fattore?-

E lui ammorbidì lo sguardo -L'amore.- sostenne, vedendola sgranare gli occhi, presto divenuti lucidi.

-E' la forza più grande che mai esisterà a questo mondo e davanti alla quale ogni cosa deve inchinarsi e sottomettersi. Per questo torniamo alla mia prima domanda. Se mi ami davvero... allora riuscirai a superare questa insicurezza che hai nei miei riguardi.-

E fece di nuovo per andarsene, ma lei non poté che accusarlo -Ma tu non mi ami abbastanza da accettare anche la parte di Annika che vedi in me!-

Lì, Darco rimase voltato, trovando in quel modo ben più semplice mentire -E' quello che sto cercando di capire, Anwyn.-

E la compagna prese a singhiozzare, andando a sedersi sul letto, sperando che la raggiungesse, ma lui la sollecitò -Vai in bagno ad asciugarti, io inizio a scendere.- voleva andarsene, uscire e non vedere cosa stava provocando il suo distacco nei suoi riguardi.

Era inutile, quel velo che aveva opacizzato fino a quel momento i suoi pensieri era stato strappato via, ora riusciva a vedere la ragazza solo per ciò che era. Uno scherzo cattivo del destino, ormai quasi privo di speranza. Non poteva vivere l'eternità con una persona del genere e, benché sarebbe stato ben più corretto dirglielo in quel momento, la verità era che non era del tutto lucido. Aveva acquisito fin troppe informazioni quel giorno, non poteva darle una risposta impulsiva.

V.  I TitaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora