Fight

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Fight.


Lydia pianse per un bel po'.

Zayn tenne stretto a sé quel corpo scosso dai singhiozzi tutto il tempo, accarezzandolo e cullandolo tra le sue braccia. Provò a non pensare al leggero rialzo delle sue ossa sotto la sua pelle, nonostante fosse difficile per lui farlo. Provava a distrarre anche lui da quel pensiero, sussurrandole che andava tutto bene, adesso che si era lasciata davvero andare. E per fortuna l'aveva fatto, perché dopo il suo sfogo, Zayn non sapeva fino a quando avrebbe resistito con quell'assordante silenzio tra loro. Poterla toccare di nuovo, in quel modo, era come se gli avesse restituito una pace interiore che per tanto tempo aveva perso. La sua pelle, il suo corpo, lei, gli facevano questo effetto. Lo facevano stare in pace con se stesso, quasi anche col suo demone e col mondo, con un solo tocco così innocente. Ancora non riusciva a spiegarsi come facesse, ma oramai aveva smesso di chiederselo. Quella ragazza, ciò che gli faceva, era ancora un continuo mistero per lui e avrebbe aspettato le sue risposte con calma, senza fretta. Aveva tutto il tempo del mondo. Almeno così sperava.

«Mi dispiace...» sussurrò Lydia flebilmente.

La sua voce.

Zayn tirò un leggero sospiro di sollievo. Era come se quelle parole, seppur sussurrate appena, gli fossero entrare dentro,  sotto la sua pelle, riuscendo quasi a far scorrere di nuovo quel suo sangue sporco nelle vene, in tutto il suo corpo, rendendolo di nuovo attivo, vivo.

«No.» disse, dandole un bacio sulla testa. «Tu non hai niente da scusarti. Mi dispiace di essere stato così duro ed insistente.»

«No... mi dispiace. Non credevo che... ti stessi ferendo in qualche modo. Non era mia intenzione.»

Lui si sporse per guardarla. «Vederti star male mi distrugge. Sarà sempre così, e non voglio piu' che tu mi tenga alla larga dal tuo dolore, da te. Voglio che me ne parli. Io sono in grado di sopportarlo. Sono abbastanza forte, solo tu mi rendi debole, lo sai.»

Lydia abbassò lo sguardo. «Mi dispiace.» ripetè.

Zayn sorrise appena, scostandole una ciocca di capelli dal viso. «Me ne parlerai la prossima volta?»

Lei annuì e lui la strinse di piu' a sé, dandole un ennesimo bacio sulla testa. «Ti senti meglio, adesso?» le domandò.

Lydia annuì ancora, e fu contenta di non aver mentito. Perché si sentiva davvero meglio, almeno psicologicamente. Si era tolta un gran peso e adesso che era tornata a parlare anche con Zayn, si sentiva in pace con tutto. O almeno una gran parte di lei lo era. Aveva ancora molto da buttar fuori.

«Lui ha ucciso mia mamma.» disse dopo un po', mentre giocava con i risvolti della maglietta di Zayn.

Lui non gli chiese neanche a chi si riferisse, perché lo sapeva perfettamente. Non si chiese neanche come avesse avuto, quell'uomo, il coraggio di farlo, perché giorni fa stava vendendo la sua ragazza per poco, e poi, anche lui metteva fine a delle vite, ma si convinceva che non era sua intenzione farlo. Tranne che per tre.

Altre lacrime le bagnarono il viso. «Sono stata così stupida a pensare che potesse ritornare.» singhiozzò.

«Hey, non potevi immaginare cosa le fosse successo realmente. Non sei stupida.» le disse lui. «Nessuno potrebbe andarsene davvero da te.»

Lydia non riuscì neanche a guardarlo perché le lacrime le offuscavano la vista, così poggiò il viso contro il suo petto, come a nascondersi, e passò un braccio sotto il suo, poggiando poi una mano dietro la sua schiena.

When my eyes met yours.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora