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Zayn tenne appoggiato il suo capo contro la spalla di lei per un tempo che in quel momento non riuscì a definire. Non riuscì a definire nulla attorno a sé, solo il profumo e le braccia di lei avvolte attorno al suo corpo, che poteva definirlo di nuovo tale solo grazie a quella ragazza.

Il suo respiro era tornato regolare e si sentiva di nuovo in pace, forse con tutto, ma preferì restare in quella posizione, in quel posto così sicuro, ancora per un po'.

Si sentiva così bene. Era forse la prima volta che Lydia lo stringeva a sé, come a fargli da scudo e non si era mai sentito così protetto in vita sua.

Per la prima volta, si sentì un bambino in cerca della mamma dopo aver avuto un brutto sogno. Un abbraccio, da farlo calmare del tutto. Delle parole, dei sussurri, da fargli credere che andava davvero tutto bene. E lui ci credeva. Credeva a ciò che Lydia gli sussurrava, a come quelle carezze e quelle piccole strette nei suoi capelli lo facessero sentire di nuovo una persona... che fosse davvero reale, e non un mostro come poco fa. Un mostro che era riuscito ad andare via solo grazie a lei, nonostante fosse ancora dentro di lui.

Questo ancora non riusciva a spiegarselo.

Ancora non riusciva a capire, a credere, come fosse ritornato da lei. A come solo il suono della sua voce, il suo nome, i suoi occhi verdi... siano stati in grado di farlo tornare sé stesso. Nessuno mai, in questi modi, ci era riuscito.

Louis lo combatteva e aspettava che il demone si dissolvesse da sé. Lydia gli aveva solo parlato... e lo aveva guardato.

Non riusciva neanche a ricordarsi la sensazione di ciò che quegli occhi verdi gli avevano provocato, quando era fuori di sé. Ma d'altronde, sapeva che non avrebbe mai potuto ricordarlo, per quanto lo volesse. E malediva ancor di piu' il suo demone per questo, perché voleva sapere cosa faceva quando era sotto il suo controllo, i visi delle persone che metteva in pericolo... in che modo avesse messo in pericolo la sua ragazza, che nonostante tutto, l'aveva riportato indietro.

Ma quel pensiero iniziò a divorargli il cervello, mentre ancora era nelle sue braccia. Non importava se adesso era di nuovo se stesso, era sicuro di averla messa davvero in pericolo, che avesse deciso la sua vita, in qualche modo. Perché era lì, lo aveva chiamato perché forse le stava facendo del male, o forse al suo migliore amico. Era certo di questo: l'aveva messa in pericolo quando si era promesso di non farlo.

Lentamente alzò il capo dalla sua spalla e si portò davanti a lei. Viso contro viso.

Lydia sembrava confusa e i suoi occhi erano ancora lucidi. Zayn poggiò delicatamente le sue mani sulle sue guance e le asciugò col pollice delle lacrime che ancora stavano cadendo sul suo viso.

Lei imbronciò appena le labbra e sorrise, chiudendo per un attimo gli occhi come a farsi cullare da quel piacevole tocco.

Lo sguardo di Zayn era serio, severo. La guardava, mentre la accarezzava, e pensava che se non fosse andata com'era andata, lui non avrebbe potuto piu' farlo.

Si alzò e Lydia, confusa, fece lo stesso, guardandolo voltarsi e avvicinarsi a Louis che era rimasto distante da loro per tutto il tempo.

«Non ci posso credere.» mormorò Louis quando l'amico gli fu vicino.

«Quanto in pericolo l'ho messa?» domandò Zayn.

Louis cercò di evitare. «E' passato, amico, lascia perd-»

«Rispondi alla domanda.» disse duramente.

L'amico sospirò. «Stavi per sgozzarle la gola.» disse dopo un po'.

When my eyes met yours.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora