Warning

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Warning.

Quando era suonata l'ultima campanella di quel giorno scolastico, Lydia si era recata al suo solito posto, allontanandosi da tutti.
Era da routine, dopo finite le lezioni, andare a sedersi sul prato che c'era poco prima del campo da football e leggere un libro. A volte andava anche in biblioteca, ma quel giorno preferì sedersi sull'erba fresa, con il vento leggero che le scompigliava leggermente i capelli e leggere il suo romanzo preferito.
Era come se quel posto fosse il suo piccolo nascondiglio, anche se fosse completamente all'aria aperta, allo scoperto; e nonostante qualche metro più avanti ci fosse il campo da football - dove adesso si stavano tenendo gli allenamenti - il posto era comunque in completa tranquillità. Non sentiva nemmeno il suono che il professore dava attraverso il fischietto, gli scontri bruschi tra i ragazzi o urli di comando che l'uomo dava ai suoi atleti. E questo, forse, era perchè quando Lydia leggeva sembrava essere in un altro mondo, completamente suo, dove c'erano solo lei e la sua lettura. E si, lei amava quel mondo.
Oramai era da un bel po' lì e stranamente, la sua lettura non fu del tutto piacevole come le altre volte. Lydia si sentiva strana, quasi a disagio, come se qualcuno la stesse guardando ma quando alzava il capo dal libro e si guardava intorno, non vedeva assolutamente nessuno. Si sporgeva un po' per vedere se qualcuno fosse dietro agli alberi, ma non ci trovava nessuno.
Riprendeva a leggere, poi tornava a guardarsi intorno finchè non disse a sè stessa di smetterla. Non era solo in quel momento che si sentiva osservata, ma aveva avuto quella sensazione anche nell'arco delle ore scolastiche. Anzi, più che altro si era sentita strana e si sentiva tutt'ora. Ma in quelle ore non era successo niente che avrebbe potuto metterla in dubbio su qualcosa o lasciarla sorpresa. E doveva ammettere anche che in quella giornata era molto più pensierosa del solito. Cercava in tutti i modi di trovare una scusa per la professoressa di storia per quanto riguardava la questione Zayn. Quel giorno, per fortuna, non aveva avuto quella materia e aveva un po' di tempo per pensarci. Non aveva visto nemmeno Zayn, dove magari avrebbero potuto trovare una soluzione insieme ma a quanto pare, sembrava che l'unica a crearsi il problema fosse solo lei.
Forse era proprio per questo che aveva preferito stare all'aria aperta che in biblioteca; i leggeri rumori avrebbero potuto distrarla dai suoi pensieri che stranamente, avevano come protagonista solo ed esclusivamente Zayn. E trovò strano tutto ciò perchè non si era mai soffermata a pensare a lui in tutto quel tempo, fino a due giorni fa.
Scosse leggermente il capo, cercando di scacciare quei pensieri, e quando riprese a leggere sentì qualcuno sedersi proprio accanto a lei.
Alzò il capo dal libro e guardò di fianco a sè, cercando di mascherare la sua leggera sorpresa.
«Ciao Lydia.»
«Ciao.» ricambiò lei.
«Cosa fai tutta sola?» le chiese.
«Oh, ehm, stavo leggendo un libro.»
«E perchè qui?» domandò curioso.
«Non so, mi piace venire qui. E' tranquillo.» ammise.
Il moro guardò davanti a sè. «Già. E' un bel posto per quando vuoi stare un po' da solo, per schiarirti le idee» si voltò verso di lei. «o per allontanarsi da tutto e tutti.»
Lydia sorrise leggermente. «Già.»
Quando si rese conto che il ragazzo la stava guardando, distolse subito lo sguardo.
«Tu come mai sei qui?» gli chiese.
«Passeggiavo, volevo stare un po' da solo.»
«Credevo ti piacesse stare sempre in compagnia.»
«A volte bisogna allontanarsi un po' dagli altri e dare più spazio a te stesso.»
Lydia lo guardò. Sembrava che quel ragazzo la capisse alla perfezione e scoprire quel piccolo particolare di lui la faceva sentire quasi speciale perchè credeva che nessun'altro lo avesse scoperto. E in realtà era proprio così.
«In momenti come questi riesci a capire anche quali persone ti stanno attorno, se sono giuste o sbagliate.» la guardò «Bisogna stare sempre molto attenti alle persone che frequenti... o che frequenterai.»
Adesso Lydia era molto confusa. Perchè le aveva detto quelle cose? Perchè sapeva che quelle cose era riferite perfettamente a lei.
«Perchè mi dici questo?» domandò.
Lui fece spallucce. «Potrebbe essere un piccolo aiuto, un consiglio... un avvertimento.»
Il ragazzo si alzò, si pulì un po' il pantalone e si voltò per andarsene.
«Harry, aspetta!» lo fermò Lydia. Lui la guardò. «Come conosci il mio nome?» gli chiese.
Harry sorrise. «Ci sono tante cose che tu non sai, Lydia. Magari un giorno le scoprirai.»
E detto questo, il riccio se ne andò, lasciandola sola immersa nei suoi pensieri e nei suoi dubbi.
Non si era resa conto di tutto quello che era successo finchè Harry non era sparito completamente dalla sua vista.
Doveva prendere le sue parole sul serio e trarne qualche conclusione?
Perchè doveva stare attenta a chi frequentava? Forse era Lola il problema? Ma non poteva esserlo, visto che non la frequentava del tutto.
Oramai non sapeva nemmeno più cosa chiedersi. Quel ragazzo le aveva rivolto la parola un giorno fa e già le mandava la testa in confusione e per quanto provasse a non pensarci, le sue parole erano fisse nella sua mente.
Lydia provò a leggere il suo libro, ma sembrò comunque inutile. La sensazione di sentirsi osservata non era andata via e la sua mente era da tutt'altra parte.
Piegò la punta della pagina e chiuse il libro. Si alzò, prese la sua borsa, pulì un po' il suo pantalone e lentamente si incamminò verso l'edificio della scuola.
Frugò nella sua borsa e prese il suo cellulare, per vedere se ci fosse un messaggio o qualche chiamata persa.
Cliccò sull'icona dei messaggi dove c'era il numero 1 in alto, e aprì il messaggio.

Da: Allison.

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