Outburst

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Outburst.



Zayn si avviò con passo svelto verso la classe dove adesso doveva trovarsi Lydia, e cioè, dove il professore "depravato" stava tenendo la sua lezione.

Come al solito, aveva atteso che tutti gli studenti andassero nelle loro classi e che i corridoi fossero completamente vuoti, così che lui avessi un passaggio libero e sicuro per tutti. Anche se l'avrebbe avuto, e l'aveva, anche se gli altri erano presenti.

Tutti oramai erano consapevoli di come comportarsi se Zayn fosse stato in giro: non guardarlo, spostarsi se lui passava, ignorarlo completamente; e tutti lo facevano. Non avrebbero mai avuto il coraggio di fare il contrario perchè la paura li fregava sempre.

Questa situazione si era venuta a creare da sola, anche se circolavano alcune voci sul suo conto e non erano del tutto buone, ma Zayn doveva ammettere che un pò del suo ce l'aveva messo di proposito. Non faceva tutto ciò per avere una reputazione di popolarità o di rispetto: Zayn faceva tutto ciò solo per il loro bene, per non mettere fine alle loro vite in un attimo.

Non pretendeva nemmeno che loro capissero, non avrebbero potuto mai farlo e oramai si era abituato a quella situazione. Se tutto ciò non creava problemi ne a lui ne agli altri, allora andava bene così.

Arrivò fuori alla classe e aprì di scatto la porta, sorprendendo gli alunni presenti.

Richiuse la porta e non distaccò gli occhi dal professore.

Con aria di sfida e con un sorrisetto beffardo, disse «Diviso.»

«No, non ti voglio nella mia classe.» rispose il professore.

«E perchè mai? Infondo, non ho fatto nulla e non è successo niente, giusto?»

Zayn sapeva che il professore non avrebbe potuto ribattere. Ciò per cui si era arrabbiato il moro, era una cosa fin troppo ovvia, anche per gli altri alunni, quindi, se avesse voluto parlare, aveva altri testimoni. La sua parola contro quella di altri venti ragazzi.

Il silenzio del professore fu una conferma per Zayn, e lo sorrise di nuovo beffardamente.

Guardò per un attimo la classe e quando vide Lydia, seduta allo stesso posto dell'altra volta, si avvicinò a lei, o meglio, al ragazzo seduto accanto.

Con lo sguardo, gli fece intuire di spostarsi, senza dire una parola, e il ragazzo si spostò in un attimo, senza fare storie.

Avere una reputazione del genere aveva i suoi vantaggi, a volte.

Si sedette, incrociò le braccia sul banco e guardò di nuovo il professore che non avrebbe voluto fare altro che bruciasse. Ma Zayn sarebbe rimasto lì, accanto alla ragazza che voleva con tutto sè stesso, finchè quell'uomo non sarebbe uscito definitivamente da quella scuola, per sempre.

Il professore non riuscì piu' a reggere lo sguardo di Zayn e riprese la lezione, girandosi e continuando a scrivere alla lavagna.

Il moro girò il capo alla sua destra, trovandola finalmente accanto a sè, come avrebbe voluto che fosse per il resto della sua vita.

Quel giorno, Lydia aveva i capelli mossi, portati su entrambe le spalle; un maglioncino grigio un pò largo, corto e leggermente scollato, copriva ciò che doveva coprire e per Zayn questo era l'importante; un jeans scuro stretto, davvero stretto da far notare ancor di piu' il suo sedere, e lui l'aveva notato eccome quella mattina, mentre l'aveva vista salire le scale per entrare nell'edificio; converse nere, solito trucco leggero e la sua solita bellezza di sempre, seppur diversa, migliore. Quella ragazza diventava ogni giorno piu' bella.

When my eyes met yours.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora