Leaving

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Leaving.


This time, all I want is you.

There is no one else who can take your place.

This time you burned me with your eyes

You see past all the lies. You take it all away.

Take me away. Take me away.

I've got nothing left to say.

Just take me away.


Lifehouse - Take me away (acoustic version)





Si sentiva come se stesse sprofondando in un vuoto senza fine, avvolta dal buio piu' totale. E sapeva che non c'era una via d'uscita. Quella via d'uscita in cui immaginava di trovare la mano di Zayn tesa verso di lei, ma sarebbe stato impossibile.

Le parole di Duke erano state una pugnalata al petto, alla schiena, a qualsiasi parte del suo corpo. Lydia si sentiva persa e già sapeva che la sua vita, ormai, era finita. Perchè una vita da sola con Duke portava a questo: a metter fine a tutti i propri sogni e speranze.

Incontrare Zayn era stata una sorta di salvezza per lei. Quel ragazzo era riuscito a distaccarla da quella realtà così difficile facendole vivere attimi di pace, tranquillità e serenità. Ora non avrebbe potuto piu' viverli.

«Ci?» domandò Kole.

«Si.» rispose Duke. «Io e la mia... figlioccia.»

«Oh, si... mi ricordo di lei. Ha proprio un bel visino.» potè sentire la malizia nella sua voce.

«Si, da prendere a schiaffi ogni minuto.»

Lydia ingoiò il vuoto, sentendo quei brividi di paura scuoterle il corpo, sia per il commento di Kole che per quello di Duke.

Dedusse con le parole di Kole che forse non l'aveva riconosciuta o avrebbe accennato di averla vista con qualcuno in moto lo scorso pomeriggio. Sotto quel commento si sentì di nuovo a disagio, come se quelle parole non fossero vere del tutto. Con quelle di Duke, invece, si rabbuiò in un attimo, sentendo quanto in realtà lui dicesse la verità, che il suo viso era da prendere a schiaffi ogni minuto, come lo faceva ogni giorno. E non solo il suo viso.

Non era mai riuscita a spiegarsi perchè lui fosse così... cattivo e crudele con lei. Lo era sempre stato, dall'attimo in cui si erano incontrati per colpa di sua madre. Era come se Lydia fosse il suo sfogo ogni volta che era ubriaco. Quando non lo era, riusciva quasi ad averci una conversazione, ma non una normale. Di solito la rispondeva male, dicendole le peggio parolacce. Cosa che Lydia non si meritava affatto.

Non gli dava mai problemi, si prendeva cura della casa e non lo infastidiva mai. Ma questo sembrava non bastare perchè lui trovava ogni minima scusa per urlarle contro che l'avrebbe sbattuta fuori di casa. Un giorno sperava che lo facesse sul serio, perchè era meglio vivere per strada che tra quelle quattro mura con lui.

«Verrà con te?»

«Certo che lo farà. Quel rifiuto non ha nessun'altro al mondo con cui stare.»

La verità di quelle parole le fece inumidire gli occhi e quel forte bruciore alla gola si fece risentire, ma una parte di lei voleva urlare contro quell'uomo che una persona a cui importava di lei l'aveva trovata. Che non era piu' sola, ormai.

«Lydia!» urlò Duke.

Lydia andò nel panico. Si allontanò spaventata dalla porta mentre sentiva i due ancora borbottare tra loro.

Non voleva vederlo, non aveva la forza e il coraggio di affrontarlo mentre le diceva che doveva andarsene, chissà quanto presto, poi. E sapeva che un pò si sarebbe ribellata, che gli avrebbe detto di no o che gli avrebbe pregato di restare, e qualche secondo dopo si sarebbe ritrovata altri segni sulla pelle.

When my eyes met yours.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora