Voice

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Voice.

Zayn camminava con passo svelto verso la scuola, piu' furioso del solito.
L'episodio che era successo il giorno precedente non era mai sfuggito dalla sua mente, l'immagine di Lydia così indifesa e impaurita lo faceva imbestialire come non mai. Anche se era arrivato in tempo, non poteva bastargli il fatto che quel figlio di puttana se ne fosse andato a gambe levate. McCall doveva pagarla in qualche modo, e lo avrebbe fatto proprio quella mattina.
Appena entrò nel cortile, cercò con lo sguardo il suo amico e quando lo trovò - avvinghiato ovviamente ad una ragazza -, gli si avvicinò subito.
«Vieni con me.» disse rudemente Zayn.
«Ma io stavo-» tentò Louis.
«Non me ne fotte un cazzo, Louis! Vieni con me!»
Louis lo guardò abbastanza confuso, ma non obiettò; si staccò dalla ragazza e seguì a ruota Zayn, che non accennava ad allentare il passo.
«Amico, mi dici che succede?» domandò Louis.
«Dobbiamo trovare quel coglione di McCall.»
«E perchè?»
«Perchè?!» sbottò Zayn voltandosi di scatto verso di lui. Si guardò intorno, vedendo semmai qualcuno stesse ascoltando la loro conversazione. «Perchè ha minacciato Lydia con un coltello e se non fossi arrivato in tempo ieri, l'avrebbe violentata.» sussurrò a denti stretti.
Quell'ultima sua frase lo fece arrabbiare maggiormente, facendogli stringere a pugno le mani.
Louis rimase abbastanza sorpreso da ciò che aveva detto Zayn. Non che fosse stupito dal comportamento di McCall, ma dal fatto che Zayn non avesse già messo fine alla sua vita.
«E come mai è ancora vivo?»
«Non potevo ucciderlo con Lydia presente, Louis.» rispose ovvio. «Volevo farlo stanotte, ma non l'ho trovato da nessuna parte.»
«Quindi lo vuoi uccidere adesso?»
«Mi stai facendo innervosire ancor di più con queste domande, cazzo!»
«Hey, scusa se voglio capire cosa cazzo ti passa per la testa.»
«Non lo so, credo di no per adesso. Voglio solo fargli capire alcune cose.»
Il moro continuava a guardarsi intorno cercando McCall, ma nel cortile di lui non c'era traccia.
Louis gli stava dietro e poteva sentire il suo respiro affannato. Zayn non era mai stanco, la sua natura non glielo permetteva; se respirava così pesantemente era perchè era furioso e Louis, in quegli anni, non lo aveva mai visto così arrabbiato come adesso.
«Zayn, cerca di calmarti.»
«Calmarmi?! Come posso calmarmi quando ieri ha provato a farle del male?! Chissà quali cazzo di pensieri si è fatto quando la stringeva e...» non finì la frase che imprecò dando un pugno in un muro dove affianco ci camminava.
Nel muro si creò una voragine e Louis si guardò subito intorno sperando che quell'azione di Zayn non avesse attirato l'attenzione di nessuno. Si avvicinò subito al suo amico.
«Zayn, calmati, prendi dei respiri profondi. Non perdere il controllo proprio adesso davanti a tutti.»
Zayn chiuse gli occhi e provò a seguire il consiglio del suo migliore amico ma non funzionava del tutto e anche Louis se ne accorse.
«Pensa a Lydia.» provò Louis. «Alla prima volta che l'hai vista...»
In Zayn scattò qualcosa. Nella sua mente, apparve il viso angelico di Lydia dove lo guardava con i suoi meravigliosi occhi verdi e incurvava le labbra in un dolce sorriso. Quella visione di lei così tenera, così perfetta, lo fece calmare del tutto.
Louis non poteva quasi credere ai suoi occhi. In quei momenti di ira dell'amico, non era mai riuscito a calmarlo per quanto ci provasse e adesso, gli aveva solo detto di pensare a quella ragazza ed era riuscito a calmarsi. Non aveva mai visto nulla del genere. Pian piano, stava iniziando a capire quanto Lydia fosse importante e soprattutto d'aiuto per il suo migliore amico.
«Quella ragazza ti salverà la vita, te lo dico io.» commentò Louis.
Zayn aprì gli occhi, quasi deluso di non trovarla proprio lì, davanti a lui come stava immaginando nella sua testa. Anche se non poteva stringerla tra le sue braccia, toccarla o anche solo sfiorarla, si accontentava anche del fatto di guardarla solamente, rendendosi conto ogni giorno di quanto fosse bella.
Il moro si sentì gli sguardi di alcuni studenti addosso e quando si voltò verso il muro, si rese conto in che guaio stava andando a cacciarsi.
«Che cazzo avete da guardare? E' stato costruito con la merda questo cazzo di muro.» si giustificò.
Gli studenti si dileguarono subito, senza dire una sola parola. Zayn metteva paura anche solo a guardarlo e quando videro che era già abbastanza incazzato, non osarono contraddirlo o altro, come sempre.
Louis rise e Zayn si voltò verso di lui. «Troviamo quel figlio di puttana.»
«Andiamo fuori l'aula di meccanica, sarà lì.»
Insieme, si avviarono verso l'aula di meccanica, camminando l'uno affianco all'altro.
La scuola aveva un territorio abbastanza vasto. Alcune aule erano disposte nell'edificio principale, mentre altre sparse attorno ad esso in piccoli edifici. L'aula di meccanica era situata in uno di questi, come chimica, geografia e arte. Anche la palestra era un edificio a parte, dove poi c'era un piccolo sentiero che portava a delle scale in discesa e infine si arrivava al grande campo da football.
«A proposito,» esordì Zayn. «perchè ieri non sei venuto? C'era la riunione. Non hai ricevuto la chiamata ieri pomeriggio?»
«Si, ma avevo degli impegni e non avrei fatto in tempo. Ho già spiegato tutto al capo.»
«Che dovevi fare?»
«Delle cose.» rispose vago Louis.
Zayn lo guardò un pò confuso e curioso. Di solito Louis gli diceva ogni cosa, ma in quelle ultime settimane stava iniziando a fare un pò il misterioso. Di sicuro era andato a spassarsela con qualcuna, pensò.
Quando stava per chiedergli qualche altra informazione, l'amico lo interruppe.
«Eccolo là.» indicò Louis.
Zayn si voltò sulla destra e vide McCall fumarsi una sigaretta mentre parlava con dei suoi amici. Non esitò neanche un attimo ad avanzare di nuovo il passo e avvicinarsi pericolosamente al ragazzo.
Per quanto Jake McCall potesse avere la reputazione del bullo, del mostro, nessuno poteva competere con Zayn. Tutti avevano paura di lui e anche se non lo ammetteva, anche McCall ne aveva.
Anche se non se l'era andata a cercare, Zayn doveva ammettere che questa sua reputazione aveva i suoi lati positivi e questo ne era uno.
«Andatevene a fanculo da qualche parte.» disse Zayn agli amici di Jake.
I due guardarono il loro amico, aspettando un suo consenso.
«Andate.» disse Jake.
Quando i suoi amici se ne andarono, McCall parlò di nuovo. «Malik, Tomlinson, come mai siete nel mio territorio?» aspirò dalla sigaretta poi cacciò fuori il fumo il quale si disperse nell'aria.
Louis rise. «Il tuo territorio?» domandò ironico.
«Lo è sempre stato. Se poi tu comandi nei cessi è un problema tuo.»
«McCall, io comando tutta la scuola e lo sai perfettamente.»
«Mh, non mi pare.»
«Se tu stai chiuso sempre nei cessi è un problema tuo.» gli sorrise beffardamente Louis.
Nel frattempo, Zayn aveva presa da terra una pietra abbastanza grossa dove la faceva fluttuare prima nell'aria, poi tornava nella sua mano.
Jake rise anche lui e fece un altro tiro dalla sigaretta. «Che cazzo volete?»
«Dobbiamo parlare.» disse Zayn.
«Io non ho nulla da dirti.»
«Oh, io invece si.»
«Se vuoi dirmi qualcosa riguardo alla puttanella di ieri-» Jake non finì la frase che si ritrovò schiacciato contro il muro e un braccio contro la sua gola.
Louis lo teneva fermo e se provava a fare qualche altra resistenza, aumentava la pressione del suo braccio.
«Come siamo aggressivi.» commentò McCall.
«Non ti conviene farlo incazzare, ascolta questo mio consiglio.» mormorò Louis.
Se non fosse stato per Louis, probabilmente Zayn sarebbe scattato all'istante e non sapeva nemmeno lui come era riuscito a trattenersi dal dargli un pugno in faccia mettendo fine alla sua vita.
«Cosa c'è Malik, vuoi farmi del male?» l'ultima frase lo disse con ironia.
«Vorrei tanto farlo McCall, credimi, ma ti dò un'ultima possibilità quindi ascoltami bene:» gli si avvicinò. «non avvicinarti mai piu' a quella ragazza. Non devi ne toccarla, ne guardarla o anche solo pensarla, mi hai capito?»
«Oh, avanti, sono un uomo, volevo divertirmi un pò.»
«Non con lei!» sbottò.
Jake alzò le mani in segno di resa ma il suo sorriso beffardo non aveva lasciato le sue labbra e questo fece innervosire maggiormente Zayn che avrebbe voluto solo spaccargli la faccia in quel momento.
Il moro si allontanò e anche Louis lasciò libero Jake, dove si scambiò uno sguardo di sfida con quest'ultimo.
«Sai, la sua amica Lola è una puttana coi fiocchi, chi ti dice a te che non lo sia anche lei? Di solito la gente si fa contagiare dalla comp-»
Zayn aveva ancora il sasso nella sua mano, così si voltò di scatto e lo lanciò contro di lui. Il sasso si scaraventò contro il muro dove Jake vi ci era appoggiato e sfiorò di poco la sua testa.
McCall rimase completamente paralizzato da quell'azione, ma cercò di non darlo a vedere. Ingoiò il vuoto e non osò nemmeno voltarsi di lato dove adesso c'era un profondo buco.
Zayn aveva lanciato così forte il sasso che era rimasto incastrato nel muro. Anche se lui non ci metteva tutta la sua vera forza, il minimo che ci metteva poteva essere letale e di distruzione per chiunque.
«Stai molto attento, McCall.» lo minacciò Zayn puntandogli il dito contro.
«Andiamo Zayn.» mormorò Louis mettendogli una mano sulla spalla.
Quando vide che Jake non spiccava parola, Zayn alla fine si voltò e insieme a Louis si allontanò da lì.
«Stavi per fare una gran cazzata, Zayn.» lo rimproverò Louis.
«Me ne sbatto il cazzo, Louis. Deve solo ringraziare che io non abbia mirato alla sua faccia da culo.»
«Se proprio vuoi ucciderlo, fallo quando nessuno è presente.»
«Oh, lo farò. Puoi scommetterci.»
Quando ritornarono di nuovo in cortile, Louis guardò l'amico e lo vide guardarsi costantemente intorno. Sapeva cosa cercava, o meglio, chi.
«E allora, dov'è lei?»
«Non ne ho idea. Questa mattina non l'ho vista uscire di casa e non la vedo neanche adesso.»
«Magari oggi non viene o entrerà dopo.»
«No, sarebbe già qui. So perchè non è venuta.»
Anche Louis, stando al racconto di Zayn, capì la motivazione.
«Io gli stacco la testa dal collo, cazzo.»
«Calmati, okay? Adesso lo ha capito, non le starà più intorno.»
«Lo spero per lui.»

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