–– Lotty e Gregory non sono ancora tornati –– spiegò April.
–– Gregory? –– chiese Rina.
–– Sì, Gregory. Quando Greg ha visto che Lotty fuggiva furibonda dalla Magione, ha deciso di seguirla.
–– Oh.
–– Avanti, raccontaci com'è andata –– s'interpose Cheyenne.
–– A dir la verità, bene. Anche se...
La porta del salone si spalancò con gran fracasso, liberando Gregory. Costui reggeva Lotty, ricoperta di lerciume, cingendole la vita mentre lei gli si aggrappava alle spalle. Erano entrambi fradici di pioggia, ma il collo della ragazza era arrossato, in alcuni punti macchiato da piccole chiazze violacee che a Rina parvero... succhiotti?.
–– Presto –– tuonò Gregory. –– Datele una coperta e qualcosa di caldo.
–– Lotty! –– Rina si fiondò sull'amica, e sostenendola con perenne riguardo, la accompagnò a sedersi su una poltrona di velluto rosso, la più prossima al camino. Lotty tremava tanto da far pensare che la sua fosse una farsa, una simulazione. Aveva le labbra viola, la gola arrossata, il viso sporco di nero fuorché nei tratti in cui le lacrime le avevano rigato le guance.
Rina ricoprì l'amica con la pelliccia di coniglio e tentò di scaldarla sfregandole le braccia. Lo sguardo di Lotty era altrove, smarrito.
–– Lotty –– la chiamò. Ma la malcapitata non reagì.
Rina si voltò di scatto verso Gregory, intento a curarsi la spalla sinistra, da cui grondava sangue scarlatto. –– Che cosa è successo? –– ringhiò, con tono accusatorio.
Greg si posò una mano sulla ferita. Dapprima, le sue dita colarono di sangue, poi sbrilluccicarono, rilasciando al posto di una cicatrice una fulgida voglia dorata. Questa andò sbiadendosi fino a sparire del tutto. Il Nephilim alzò lo sguardo su Rina. –– Le ho salvato la vita –– rispose. –– È quasi stata violentata da un demone Eidolon. L'ho ucciso prima che fosse troppo tardi.
La ragazza non rimbeccò. Si rigirò verso Lotty, e quando Candace ritornò nel salone con del tè caldo, costrinse l'amica a tenerne una tazza tra le mani. Si sentì sollevata quando Lotty si portò la bevanda bollente alla bocca, rovesciandone un po' e sorseggiandola rumorosamente, per poi posarla su un tavolino di legno adiacente. Il tutto senza smettere di tremare.
–– Ho... ho bisogno di un bagno caldo –– disse Lotty. La semplicità delle sue parole fu agghiacciante.
Rina annuì forsennatamente e la accompagnò fino alla camera che le due dividevano con Debby.
–– Ce la faccio –– farfugliò Lotty, arrivata alla soglia del bagno. Rina continuava a guardarla con occhi slabbranti di angustia. In quel momento arrivò anche Debora, la faccia dipinta dalla stessa espressione di Rina.
–– Davvero –– le rasserenò la sventurata.
–– Se hai bisogno di me, sono qui –– insistette Rina.
–– Tieni. –– Debby le porse un maglione di lana raccolto da un'accozzaglia di vestiti affastellati sul letto. –– Ne avrai bisogno.
Lotty raggrinzì il volto nell'abbozzo di un sorriso e sgattaiolò all'interno del bagno. Si chinò sulla vasca e ruotò quanto pià le fu possibile il rubinetto dell'acqua calda, lasciando che l'aria si allegerisse in nuvole di vapore.
Quando ebbe finito di lavarsi, di asciugarsi i capelli e di vestirsi, studiò il proprio riverbero nello specchio: il suo viso aveva riacquistato colore, ma i segni bluastri dello strangolamento e dei succhiotti indesiderati rimanevano nitidi sulla gola che andò poi a nascondere sotto il collo del maglione. Due occhiaie scure le cerchiavano gli occhi, e l'esperienza l'aveva tanto traumatizzata da conferirle un aspetto esausto e vagamente invecchiato.
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Le Origini Negate
FantasyDebora non pensa di avere precedenti. Non pensa di avere un passato, né un futuro. Ma ha incredibilmente bisogno di entrambi, più di quanto possa immaginare. E sarà solo quando i suoi sogni e i suoi incubi si realizzeranno brutalmente, che se ne ren...