Epilogo: IL BACIO DELL'ANGELO, Parte 1

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Era il tramonto. Il tramonto del 31 Dicembre. 

   Un raggio filtrato di arancione penetrava schivo attraverso una finestra dell'infermeria, andando a baciare il volto di Lotty. 

   La ragazza si svegliò lentamente. I suoi occhi erano pieni di sonno, la bocca impastata. Trasse un lungo respiro, si scostò i capelli ingarbugliati dal viso e si chinò verso Gregory, addormentato in tutta beatitudine. Lotty rimosse con delicatezza le fasce mediche dal collo del Prescelto, nel timore di svegliarlo. Greg sarebbe guarito tempo prima, se non fosse che Jandira, nel momento in cui aveva sanato la sua ferita, era stata infettata dal gas tossico di un demone Cineraceus, e, di conseguenza, aveva trasmesso il veleno a Gregory. Se non altro, la vita del Nephilim era stata preservata.

   Lotty si procurò un altro paio di fasce e le immerse nella cerulea soluzione acida che avrebbe curato l'infezione di Greg. L'impacco andava cambiato quattro o cinque volte al giorno, e lei aveva insistito al fine di prendersene l'incarico. 

    Strizzò le fasce nella brocca della soluzione medica, dopodiché le posò con garbo sul collo del Prescelto, finché costui non gemette e aprì gli occhi. Quando si voltò verso Lotty, sorrise lievemente. –– Ogni volta che mi sveglio, ci sei tu, al mio fianco –– le disse, stiracchiandosi e strabuzzando gli occhi per via del risveglio improvviso.

   –– Ti... disturba? –– chiese Lotty, titubante. –– In tal caso, basterebbe dirlo. Sono sicura che qualcun altro sarebbe felice di medicarti. Per esempio April. Per me non... 

   –– Lotty –– la interruppe Greg. –– Non mi disturba affatto che sia tu a prenderti cura di me. Anzi. 

   La ragazza non poté evitare di sorridere. Arrossì, così discostò l'attenzione da Gregory e tornò a concentrarsi sull'applicazione delle fasce. Poi avvertì che il Prescelto la fissava. Rialzò lo sguardo, e questa volta lo mantenne su Greg, perché qualcosa, nell'espressione del Nephilim, la esortava ad ascoltare il linguaggio dei suoi occhi grigi.

   –– Come hai fatto a capire di dover bloccare l'emorragia dall'arteria? –– domandò Gregory. –– E soprattutto, come ne hai trovato il coraggio? 

   Le occhiate di Lotty si fecero brevi e fugaci, intervallate dalla meticolosità della medicazione in atto.–– Più tardi voglio studiare medicina –– spiegò. –– Per quanto riguarda il coraggio... Non so. Eri lì, in punto di morte. Ho ignorato il sangue, in quel momento. Persino la persona più cagasotto a questo mondo ti avrebbe salvato.

   Greg tacque. Non le disse che no, non era da tutti salvare qualcuno ficcandogli le dita in gola, a contatto di un'arteria mozzata.

   Lotty sorrise. –– E poi, ero in debito con te.

   Il Prescelto ricambiò. –– Grazie. Se sono ancora in vita, è solo per merito tuo. 

   –– È stata Jandira ad impedirti di morire. Dovresti ringraziare lei.

   –– No –– replicò Gregory. –– Sarei morto un secondo prima che Jandira effettuasse l'incantesimo, se tu non avessi bloccato il sangue che zampillava dall'arteria con le dita.

   –– Be' –– si arrese lei, –– in tal caso, non c'è di che.

   –– E tu come stai? –– riattaccò il Nephilim. 

   –– Diciamo che ho chiuso con i balli. –– Lotty sbuffò anziché ridere. –– Per il resto... Sono un po' scossa. 

   Gregory tentò di portare lo sguardo alla mano della ragazza, fredda e delicata, che gli disinfettava i punti della ferita alla gola. La sfiorò con la punta delle dita. La leggerezza di cui s'avvalse fu tale che Lotty, se non si fosse rivelata tanto percettiva al tocco di Greg, non avrebbe minimamente avvertito il peso di quel gesto.

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