Stiles stava apparecchiando la tavola con espressione concentrata, per fare colazione.
Stava pensando alla chiamata che aveva avuto con Lidya prima ...
Sentì due braccia circondarlo da dietro, sorrise, Derek Hale lo stava facendo decisamente impazzire.
- Cosa succede?- chiese Derek.
- In che senso?-
Stiles era ancora appoggiato sul petto del più grande e giurava su stesso che stava per morire, si sentiva bene, bene con sé stesso, quasi in pace anche se era un po' confuso e sotto sotto aveva dei dubbi.
Derek lo fece girare, erano fronte contro fronte.
- Ti sei come ... imbambolato guardando il vuoto.-
- Niente tranquillo- si spostò mettendo a posto un piatto sopra al tavolo, evitando il contatto visivo.
Non sarebbe riuscito a mentire senza distogliere lo sguardo da quei pozzi verdi smeraldo.
Derek lo prese per il polso facendolo voltare.
- Stiles dimmelo.-
L'umano sbuffò.
- Nienti sbuffi parla.-
- Cristo Derek, non posso nemmeno tenere private le mie cose....-
Il moro senza dire niente prese il telefono dell'umano.
- È da quando il cellulare è squillato e hai parlato per ore al telefono che sei cambiato totalmente, da almeno stamani.-
- Posa il mio telefono.- disse impettito.
Derek non lo ascoltò sbloccandolo, Stiels lo prese con forza dalle grandi mani del lupo mannaro.
- È il mio telefono.-
- Cosa nascondi?- sbottò Derek.
- Io non nascondo un accidenti!-
- Allora non ti dispiacere se ....- allungò una mano per prendere il telefono.
Stiels si allontanò.
- Ok va bene! Ho parlato con Lidya.-
Lo sguardo del moro si indurì.
- Giusto Lidya.- disse duramente.
- Non dirlo con quel tono di voce come se fosse qualcosa di schifoso.-
Derek alzò un sopracciglio.
- Come sta Parrish?-
Stiels assotoglió gli occhi.
- Sta benissimo, loro sono una coppia splendida e...-
- E tu sei patetico.- borbottò Derek.
- Io patetico? Sei tu quello che non sa esprimere le emozioni! Mister sono una fottuta roccia!-
Derek rise in modo sarcastico.
- Io non saprò esprimerle ma tu sei un incoerente, prima Theo ora Lidya!-
- Cosa c'entra Theo ora? Sei geloso per caso?-
Derek rise.
- No assolutamente! Io e te non siamo insieme!-
Stiels lo guardò.
- Esatto.
Non stiamo insieme, è stato solo sesso, baci, nulla di più, vero? Per te non è contato niente.-
Derek rimase in silenzio.
- Potrei andare ora da Theo e baciarlo e perché no, farci sesso.-
Il moro ringhió
- Tu non osare.- disse a denti stretti.
- Perché no?
- Perché sei mio.-
Stiels scosse la testa.
- Tuo quando si tratta di sesso giusto? Perché se parliamo di sentimenti, quella è proprio un'altra questione.-
- Stiels non l'ho mai detto.
Perché stai dicendo queste cose?-
L'umano non rispose e fece per andarsene quando Derek gli ostacoló la strada.
Gli occhi marroni dell'umano incrociarono quelli di Derek.
- Perché ti ostini a dire che sono tuo, quando non mi hai reso tale?-
Derek boccheggiò.
Stiels se ne andò dal loft.
Aveva bisogno di Theo.....
La chimera si alzò frettolosamente dal divano correndo in bagno.
Stava letteralmente vomitando l'anima, se ne aveva una, pensò, piegato in due davanti al water.
In testa gli rimbombavano le parole del beta.
Una settimana.
Sette giorni.
Due ore e cinque minuti.
Il tempo passato senza che lui e Liam si rivolgessero parola.
Erano passati allo step successivo.
Il primo= ignorarsi l'uno con l'altro.
Il secondo= diventare estranei.
Il terzo= dimenticare.
Loro erano arrivati al secondo.
Un'altra conato lo fece piegare in due, dopo aver rigettato l'ultimo suo pasto, la colazione, si alzò dal pavimento lentamente, per poi appoggiarsi al lavandino.
Si guardò un attimo allo specchio.
Stava veramente diventando il relitto di sé stesso.
Gli occhi erano vuoti, il viso pallido e decorato da delle profonde occhiaie, sembrava un cadavere, era sicuro di essere dimagrito di almeno un chilo in una settimana.
Si sciacquò il volto con l'acqua fredda.
Oltre a stare di merda emotivamente stava male anche fisicamente.
Non capiva di preciso cosa avesse o il perché stesse in quel modo, aveva sempre una continua nausea, quello che mangiava dopo poco lo rigettava, per non parlare poi degli attacchi di panico e claustrofobia.
Andò in salotto cercando dei vestiti.
Sapeva che vomitare in continuazione non era una cosa positiva e soprattutto normale.
Lui teoricamente come i lupi mannari non si poteva ammalare allora perché stava male?
Non trovando la maglietta andò in camera del beta, tanto non veniva mai a dormire in casa, stava sempre da Amber.
Appena aprì la porta di quella stanza l'odore di cioccolato e vaniglia lo colpì violentemente.
Una fitta al petto lo trafisse.
Tutto in quella stanza gli ricordava lui.
Si mise a sedere sul letto completamente intatto, piegata in malo modo, era stata appoggiata, sicuramente dal beta, la felpa rossa di lacrosse.
Felpa che puntualmente Theo prendeva ogni notte per dormire e che lavava dopo averla usata.
Con le dita la sfiorò, la prese in mano, era morbida come sempre e sapeva nonostante tutto di Liam.
Forse per bisogno di contatto, forse perché gli mancava Liam, la prese indossandola, prese il suo zaino e andò a scuola in macchina.
Parcheggiò scendendo dall'auto cercando con lo sguardo Mason, non gli importava della scritta dietro, Dunbar, tanto nessuno lo avrebbe guardato, come si sbagliava...
Liam lo stava guardando.
Vedeva la scritta dietro, il modo in cui la felpa non stava più precisa ma più larga,era molto dimagrito, sembrava essere più piccolo, il cuore del beta si strinse.
Theo si avvicinò a Mason senza rendersi conto dello sguardo che aveva puntato addosso.
- Ciao Theo.- disse il ragazzo.
- Mason.-
L'amico sorrise.
- Come stai?- chiese poi.
- Bene-
Il moro alzò un sopracciglio.
Si vedeva che la chimera non stava bene...
La felpa di Liam gli stava quasi il doppio, gli occhi erano vuoti, quasi morti e il viso era pallido.
Stava per dire quello che pensava quando il telefono di Theo iniziò a squillare.
Il ragazzo rispose.
- Stiles dimmi.-
Dall'altro capo del telefono, si sentivano dei singhiozzi.
- Che succede?-
L'umano non rispose.
- Derek vero?-
Il ragazzo rispose con un sì flebile.
- Dove sei ti vengo a prendere e andiamo a casa mia.-
Dopo aver saputo la via e l'indirizzo chiuse la chiamata.
- Devo andare, tu vai pure.- disse a Mason per poi andare in macchina.
Certo che erano proprio stupidi... pensò dentro di sé mentre guidava.
Si vedeva da un miglio che si amavano l'uno con l'altro e invece di stare insieme si facevano la guerra.
Accostò la macchina appena vide Stiles.
Sembrava un bambino, con gli occhi pieni di lacrime e le guance rosse, gli ricordava Liam...
Una delle solite fitte lo colpì.
Ora non era il momento di pensare a lui, doveva occuparsi di Stiles.
Scese di macchina per andargli in contro.
- A...abbiamo litigato e..e per lui non sono niente.-
Iniziò a singhiozzare.
Theo non disse niente, cosa si può dire ad un cuore che soffre? Niente.
Lo abbracciò forte.
Sapeva con certezza che l'umano aveva bisogno di quello, del contatto fisico, perché era la stessa cosa che voleva lui quando era triste e soffriva.
Andarono a casa della chimera, durante il tragitto rimasero in silenzio.
Aprirono la porta di casa e andarono in salotto, Stiels piangeva ancora.
Theo si mise a sedere sul divano, mettendo con delicatezza l'umano seduto sulle proprie gambe.
- Così.. così sembro un bambino- disse Stiels piangendo.
- Mm ci vedo una bella somiglianza tra te e Conan.-
Stiels rise con ancora le lacrime agli occhi.
Detective Conan era il suo "cartone animato" preferito da quando era un bambino, rompeva le scatole a tutti gli altri mettendosi un paio di occhiali finti e cercando di risolvere casi non esistenti.
Il primo a cui rompeva era Theo.
- Ora che hai fatto un sorriso mi dici che succede.-
Annuì e gli raccontò della telefonata di Lidya, dei dubbi che aveva alla domanda "Ma cosa siete?".
Theo fece un sorriso timido.
-Sai mi ricordi molto me e Liam.
Tu sei Liam e Derek è me.
Perché sono io quello che non sa cosa vuole, non sa che cosa prova e la paura di scoprirlo mi ha rovinato, ci ha rovinato.-
Una piccola lacrima sfuggì dal suo controllo percorrendogli il viso.
Non fate il nostro stesso errore, parlate, chiaritevi.-
Stiels stava per parlare quando si sentirono dei colpi alla porta.
Theo andò ad aprire, appena, strinse la maniglia della porta aprendola, ricevette un pugno in faccia.
Si colpì la zona colpita guardando il suo aggressore.
Davanti a lui c'era Derek infuriato.
- Sai l'ho capita la tua tecnica Theo.-
- In che senso?- chiedere sorpreso e allo stesso tempo allibito.
- Fai quello disperato solamente per cercare di portarlo dalla tua parte! -
Theo lo guardó sorpreso.
- No ti sbagli, io voglio solo bene a Stiles.-
Gli occhi di Derek si illuminarono.
- Non pronunciare il suo nome.-
E preso dalla rabbia lo colpì ripetutamente.
Un pugno.
Due
Tre
La chimera non reagiva, sentiva la testa girare come una trottola e nella sua testa c'erano solo due occhi azzurri.
Sentì la voce di Stiles e poi...
Buio.
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I passi dell'amore
FanfictionTeen Wolf Avvertenze spoiler di tutte le stagioni E se Liam fosse arrabbiato con Theo? E se Theo si divertisse a far arrabbiare Liam? Due ragazzi che insieme si completano. Fanfiction su teen Wolf. I personaggi, i luoghi ecc... Sono opera del creato...