5" Pugni"

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Quella sera era fredda, diversa dalle altre, c'era il vento e si prospettava una temporale con i fiocchi...
Ma Theo non aveva freddo per quello.
Lui adorava i brividi di inverno, quei brividi che assomigliavano ai brividi di paura...Lo facevano sentire umano.
Il freddo che provava lui, era un freddo che aveva dentro sempre, un gelo che non riusciva in nessun modo a respingere...
Scompariva solo grazie a Liam e ai suoi amici.
Non capiva il perché ma forse, stava bene con quei ragazzi... si sentiva normale e umano.
Quando la mattina camminava in mezzo alla folla di studenti agitati e nervosi, si sentiva parte di quella macchia indistinta di persone e forse per la prima volta nella sua vita riusciva a respirare seriamente.
Senza sensi di colpa.
Ma poi... Liam aveva iniziato ad ignorarlo.
Una settimana.
Una settimana di silenzi imbarazzanti, tragitti verso scuola nel completo silenzio, pranzi in mensa nella più completa solitudine.
Era abituato a stare da solo, quello non era necessariamente un problema ma era deluso.
Deluso da se stesso.
Aveva dato fiducia e sperato in un futuro migliore grazie anche a lui, Liam.
Eppure lui non gli credeva.
Un tuono rimbombò nell'abitacolo dell'auto, si strinse nelle coperte...
Non fa niente sono abituato.
Era questo che si ripeteva.
Non fa niente perché sono sempre stato solo.
Eppure in bocca c'era il sapore metallico e amaro della delusione, il cuore batteva forte e veloce, il telefono segnava l' 1:00 di notte.....
Delusione, paura, ansia...
Era questo che provava.
La notte stava diventando sempre più oscura sarebbero arrivati gli incubi....
Non voleva chiudere gli occhi.
Se gli chiudeva il sonno veniva lentamente e lo avrebbe preso in ostaggio.
Eppure la stanchezza e le emozioni forti ebbero la meglio su di lui...
Chiuse gli occhi e il sonno prese possesso di lui...
Ed ecco avvicinarsi il suo incubo più terrificante...
L'obitorio dell'ospedale, lei che cercava di riprendersi il suo cuore e lui che come un bambino scappava e piangeva.
Eppure per quanto le sue gambe coressero veloci non riusciva mai a sfuggirle e a scappare.
Lei aveva sempre la meglio e strappava il suo cuore dal petto.
Poi la tortura ricominciava, la disperata fuga, le sue gambe che calpestavano le piastrelle azzurre del obitorio, il vento leggero e freddo sulla braccia coperte da una maglietta a maniche corte...
E il cuore di lei che batteva nel suo petto.
Alla fine urlava, ti prego fallo.....

....
Mattina

Driiiin....driiiiin...
Con stanchezza accompagnata da movimenti assonnati, Liam cercò Di spegnere la sveglia.
Si strofinò gli occhi stanco e si guardò in torno...
Erano le sei.
Non aveva voglia di andare a scuola...
1) era troppo stanco perché aveva passato la notte in bianco.
2) avrebbe incontrato Theo.
Anche se non andava a scuola lo avrebbe incontrato lo stesso, sarebbe venuto a casa sua per accompagnarlo.
Si scostò i capelli nervosamente, aveva fatto un bel casino con lui...
Lo aveva ignorato.
Umiliato davanti a tutti.
Era stato un mostro.
Proprio il fatto di essersi comportato da vero e proprio idiota...lo aveva tenuto sveglio la notte.
Pensava a Scott, Malia, Lidya....
Ma soprattutto pensava a Scott.
Tu non sei un mostro.
Sei un licantropo come me.
Le zanne, gli artigli e gli occhi gialli non lo rendevano un mostro ma il modo in cui si era comportato con Theo, quello era un atteggiamento sbagliato.
Un atteggiamento che faceva dubitare della sua umanità...
Il tempo passò.
Erano le sette...
Andò giù in cucina ma era vuota.
Guardò fuori nel vialetto di casa ma la macchina di lui ... Non c'era.
Aveva proprio fatto un casino.
Andò davanti alla porta di sua madre e la aprí.
- Liam io starei dormendo se non ti dispiace...-
- Mamma ho fatto una cazzata.-
- Aspetta un attimo mi devo riprendere lo sai che stanotte ho fatto il turno in ospedale..-
Si mise a sedere sul ciglio del letto ...
Era molto bella sua madre...
Tratti delicati e dolci.
Liam la abbracciò sentendo quasi le lacrime sugli occhi dalla disperazione...
La madre ricambiò la goffa stretta del figlio.
- Tesoro dimmi.-
- Ho fatto un casino enorme con Theo...
Io non so nemmeno come dirtelo saresti....-
- Sarei delusa di te.
Vedi Liam noi siamo umani e sbagliamo ogni giorno,ogni momento della nostra esistenza facciamo quelle che chiamiamo cazzate.
Eh vedi, certe volte queste cazzate fanno stare male la gente, perché siamo talmente tanto incasinati da pensieri e paure che non ci rendiamo conto di come stanno gli altri e di come le nostre scelte, fatte talvolta a fin di bene, si ripercuotono sugli altri...-
Liam sospirò stanco e annuì.
- Non mi ero reso conto di come stesse...
Ha detto cose che non aspettavo provasse.
Sono stato un emerito idiota.-
- Una domanda Liam, sei rimasto di merda per il fatto che stesse male o per il fatto che tu sei stato la causa del suo dolore?
Non rispondermi.
Vai a prepararti e vai a scuola.
Rimedia alla cazzata che hai fatto.-
Annuì e andò verso la porta guardò la madre...
- Grazie-
Lei sorrise...
Andò in camera in cerca di vestiti.
Sei rimasto di merda per il fatto che stesse male o per il fatto che tu sei stato la causa del suo dolore?
Bella domanda pensò...
Sapeva la risposta e saperla lo faceva stare peggio.
Se Theo non stava bene era colpa sua.
Era questo che non riusciva ad accettare.
Theo aveva fatto di tutto per aiutare il branco anche con i turni di notte, gli era stato affianco quando Scott era partito, lo aveva aiutato a riprendere il controllo...
Lui non aveva fatto nulla per Theo.
Con questò pensiero fisso andò a scuola in cerca di Theo.
...

I passi dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora