Capitolo 7

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MARCUS'S POV:
Nel bel mezzo della notte vengo svegliato da lamenti continui provenienti dalla camera dei più piccoli, accendo lo schermo del cellulare per vedere che ore sono.

Sono soltanto le 4:30 di notte, mi alzo e vado a vedere cosa sta accadendo nella stanza dei miei fratellini, entro e noto che tutti dormono tranquillamente tranne Tommy che si sta lamentando in continuazione, mi avvicino a lui che non appena sente la mia presenza accanto a lui si alza di botta dal letto e comincia a respirare profondamente.

IO: -Piccolo tutto bene?- dico asciugandogli il sudore

Lui mi guarda e mi abbraccia forte.

IO: -Hai avuto un incubo?-

Lui annuisce.

IO: -Vuoi venire a dormire con me nel letto grande?-
THOMAS: -S-Si- dice stringendo forte il mio pantalone del pigiama

Io lo prendo in braccio e lo porto nel mio letto, gli asciugo un'altro po il sudore sulla fronte e poi lo abbraccio finendo con l'addormentarmi insieme al mio fratellino più piccolo.

Un ora dopo vengo svegliato di nuovo, questa volta però è per colpa della sveglia, la stacco subito e mi alzo il più lentamente possibile per non far svegliare Tommy che dorme beatamente.

Mi faccio una doccia e dopo essermi vestito scendo giù e comincio a preparare la colazione per i piccoli, aiutato da Nash.

Poco dopo salgo di sopra e sveglio tutti facendoli scendere a fare colazione mentre io resto in camera di Jackson e Justin, per misurare la febbre a quest'ultimo.

IO: -Come ti senti campione?- domando facendogli una carezza
JUSTIN: -Bene...rispetto ieri molto meglio- dice facendomi un piccolo sorriso
IO: -Misuriamo la febbre dai- dico prendendo il termometro

Lui annuisce ed io glielo infilo sotto il braccio, mio siedo sul lettino accanto a lui ed aspettiamo insieme che suoni il termometro.

*BEEP*

Prendo il termometro da sotto il suo braccio e vedo che la febbre è scesa, non ha neanche i decimi quindi sta bene però preferisco farlo a stare a casa anche quest'oggi, meglio che non prenda una ricaduta.

IO: -Jus la febbre è passata- dico dandogli un bacio sulla fronte
JUSTIN: -Lo so, mi sento molto meglio-
IO:-Si vede...però oggi starai a casa, non voglio che sudi e che prendi colpi di freddo, meglio non prendere una ricaduta-
JUSTIN: -Uffa mi annoio di restare chiuso in casa- dice incrociando le braccia
IO: -Lo so che ti annoi...se proprio non vuoi restarci cominciati a preparare che vai anche a scuola- dico alzandomi dal suo lettino
JUSTIN: -Va bene, ora mi preparo- dice scattando dal letto felice

Io gli scompiglio i capelli e lui dopo avermi sorriso fa una corsa di sotto per fare colazione insieme agli altri.

Mentre sto per scendere anche io vengo chiamato da Clay che sembra disperato.

IO: -Che c'è piccolo?-
CLAY: -Non ci voglio andare a scuola- dice disperato
IO: -Clay devi andarci è importante, poi sono pochi giorni tra poco è finita dai- dico dandogli un bacio
CLAY: -Ti prego fratellone...-
IO: -Perché non vuoi andarci? Che qualcuno che ti da fastidio?-
CLAY: -C'è sempre la mia professoressa che mi da fastidio...- dice abbassando lo sguardo
IO: -Ei sentimi- dico alzando il mento con due dita
-Se lei oggi ti da ancora fastidio mi chiami ed io subito vengo, ok?- dico abbracciandolo
CLAY: -Va bene fratellone-

Anche io non ci vorrei tornare a scuola dopo quello che è successo con la sua insegnante però deve fare questo piccolo sforzo ed andarci, deve andarci perché io voglio sapere se quella persona continua a dargli fastidio oppure la smette.

Scendo nuovamente giù e mi siedo un po' sul divano aspettando che tutti si finiscano di preparare così li posso accompagnare a scuola, la mia fortuna è che tutti vanno nella stessa scuola, tranne Clay che è alle medie e Dylan e Thomas alle elementari.

JACKSON: -Mark percaso hai visto dove sono le mie scarpe?- dice scendendo le scale
IO: -Non trovi di nuovo le scarpe, questo perché sei disordinato e le butti a caso non appena entri dalla porta!- lo richiamo
JACKSON: -Eh ma io non le sopporto le scarpe quando sto in casa- dice cercando le scarpe
IO: -Lo so bene visto che stai sempre scalzo-

Lui sbuffa per la mia predica ed io alzo lo sguardo al cielo dandogli una mano a trovarle.

Una volta trovate lui si infila i calzini e poi si mette le scarpe, prende la borsa e finalmente possiamo andare visto che stavamo aspettando tutti lui.

CLAY'S POV:
Non appena arrivo a scuola mi avvicino al mio gruppo di amici, che come al solito sono vicino al cancello della scuola, li saluto e cominciamo a parlare finquando poi non suona la campanella e tristemente entriamo in classe.

Alla prima ora dovrei avere la professoressa che mi odia, io prendo posto al mio ultimo banco e comincio a prepararmi a tutto quello che lei dirà contro di me.

Abbasso lo sguardo per un istante e quando lo rialzo vedo che in classe c'è la preside con una signora sulla trentina d'anni accanto a lei.

PRESIDE: -Buongiorno ragazzi! Volevo informarvi che la vostra insegnate di letteratura è stata trasferita per vari motivi- dice guardandomi e facendomi un piccolo sorriso
-Al suo posto ci sarà la professoressa Smith, datele il benvenuto!...Buona lezione- dice per poi andarsene

Non so che dire...sono felicissimo che quella "cosa" della mia insegnante se ne sia andata visto che non mi ha mai sopportato, vorrei esultare in questo preciso momento ma ho solo paura di prendermi subito una sgridata dalla nuova insegnante.

Mi metto buono e stranamente ascolto tutta la lezione senza distrarmi oppure col finire di disegnare sul mio diario, almeno oggi mi sono trovato molto bene con questa insegnante, spero che continuerà ad essere così.

Una famiglia di pestiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora