Capitolo 32

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MARCUS'S POV:
Come detto ieri, oggi si va al mare!!
Mi sveglio di buon umore, anche se è presto, mi preparo e poi scendo di sotto a preparare qualcosa per portarci in spiaggia.

Preparo qualche toast con la nutella, porto degli affettati da mettere nel panino per pranzare, e poi porto due bottiglie d'acqua.

Una volta messo tutto nelle borse vado a svegliare i ragazzi che, stranamente, si alzano subito e senza fare storie...quasi quasi vorrei fossero sempre giornate di mare, almeno risparmio di perdere la pazienza già di prima mattina visto che non si vogliono svegliare.

THOMAS'S POV:
Dopo che i miei fratelli maggiori hanno messo quello che ci dobbiamo portare nel cofano, entriamo finalmente nel nostro minibus, sperando di arrivare sulla spiaggia il più presto possibile.

Mentre faccio per sedermi vicino al finestrino, mi sento tirare per la maglia, così mi giro per vedere chi sia.

CLAY: -Togliti! Devo stare io vicino al finestrino- dice finendomi di tirare per la maglia
IO: -Ma sto sempre io vicino al finestrino, perché ti devi sedere tu ora?- domando scocciato
CLAY: -Tommy, non cominciare...fammi sedere vicino al finestrino- dice infilandosi
IO: -Eh va bene...- dico sbuffando

Mi siedo al mio posto, accanto a Clay, e subito socchiudo gli occhi per riposare un po'.

Credo siano passati già dieci minuti da quando siamo partiti e fortunatamente nella macchina si sta abbastanza tranquilli, continuo ad avere gli occhi chiusi finquando non mi arriva una spallata da parte di Clay.

IO: -Ma che ti vieni all'improvviso?- domando guardandolo nervoso
CLAY: -Ma non stavi dormendo tu?-
IO: -No...poi tu mi dai le spallate come posso dormire?-
CLAY: -Stavo abbassando il finestrino, non ti ho dato nessuna spallata!- dice alzando la voce
IO: -Non è vero!- alzo anche io la voce
MARCUS: -Che sta succedendo laggiù?- domanda guardando dallo specchietto retrovisore
IO: -Clay mi continua a dare spallate- dico incrociando le braccia
CLAY: -Non è vero!- dice nervoso
MARCUS: -Ora piantatela, altrimenti faccio inversione e torniamo a casa, dai Tommy cambia posto- dice severo

Io mi alzo e mi scambio di posto con Justin, sedendomi accanto a Julia che mi sorride e mi scompiglia i capelli, mentre ascolta la musica con le cuffiette.

NASH'S POV:
Sembra propio che la minaccia di tornare a casa da parte di Marcus sia servita, visto che è passata più di mezz'ora e nessuno si è messo a litigare.

ANDREAS'S POV:
Dovremmo essere quasi arrivati fortunatamente...non ce la faccio più, mi sa proprio che ho sbagliato posto, con Jackson vicino è impossibile fare anche un piccolo viaggio perché fa troppo casino...non ne posso più.

GABRIEL: -La smetti di dare calci al sediolino?!- dice a nostro fratello minore girandosi indietro
JACKSON: -Io non sto facendo niente, che vuoi?- dice calmo
IO: -Gli stai dando non so quanti calci a questo sediolino, lo vuoi rompere percaso?!-

Lui sbuffa e la smette, così io alzo gli occhi al cielo e sospiro...neanche dopo due secondi comincia a far scattare il blocco della cintura di sicurezza facendogli fare un rumore fastidioso.

IO: -Ma riesci a stare fermo per cinque minuti?!- alzo la voce esausto
JACKSON: -Tu ci riesci a stare un po' zitto, visto che non ti sto sopportando più!- dice arrogante

In quell'istante mi sale in nervosissimo alle stelle visto la risposta e gli tiro uno schiaffo sulla guancia, facendogli portare subito la mano sulla parte colpita.

IO: -Ti ho detto cento volte che non mi devi rispondere con questo tono, poi porta rispetto per chi è più grande di te!- dico severo
JACKSON: -E tu non ti devi permettere di alzarmi le mani addosso!- dice nervoso
IO: -Ma va, sembri un dolce orsacchiotto, dovrei avere paura di te- dico ridendo

Giustamente ferendolo nell'orgoglio, che lui ha alle stelle, comincia a darmi qualche spintone, per poi darmi un pugno sulla gamba, facendomi abbastanza male.

Così mi innervosisco e gli blocco le braccia, stringendo un po' troppo e facendogli tirare un "Ahia!!" di dolore

MARCUS: -Ora basta!- dice accostando

Si alza dal posto del conduttore ed esce dal nostro minibus, si avvicina alla portiera che da ai sediolini posteriore e la apre.

MARCUS: -Mi sto stancando! Non voglio sentire volare più una mosca, altrimenti torniamo a casa e le prendete! Intesi?!- dice severo ad alta voce

Noi abbassiamo lo sguardo e lui richiude la portiera per poi salire davanti, riprendendo a guidare.

Non serve aggiungere che dopo l'avvertenza di nostro fratello maggiore, nessuno ha più emesso una sillaba.

MARCUS'S POV:
Fortunatamente dopo la minaccia fatta ai miei fratellini di tornare subito a casa, nessuno ha più parlato per tutto il restante del tragitto.

Finalmente, siamo anche arrivati sulla spiaggia e non appena abbiamo piantato l'ombrellone nella sabbia, cominciando da Julia per finire a Thomas si sono buttati subito in acqua portandosi un pallone...poco dopo loro si sono buttati anche Gabriel ed Andreas ed infine io e Nash.

Una famiglia di pestiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora