Capitolo 15

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JULIA'S POV:
Mi avvicino ad Erick e lui mi prende la mano di istinto e poi mi guarda con i suoi occhioni pieni di dolore.

Gli do una mano ad alzarsi e poi cerco di farlo sedere su una panchina poco distante da noi.

IO: -Erick cos'è successo?- domando preoccupata
ERICK: -N-Nulla...Scusami se ti ho rovinato questa uscita...possiamo vederci un'altro giorno se vuoi- dice dispiaciuto
IO: -Ei tranquillo, se vieni a casa mia ti medico queste ferite che hai-
ERICK: -S-Sto bene non serve, poi non voglio disturbare-
IO: -Non disturbi...- vengo interrotto da lui
ERICK: -Penso di tornare a casa scusami- dice alzandosi facendo una smorfia di dolore
IO: -Aspetta ti accompagno che non ce la fai- dico vedendolo dolorante

Gli afferro la mano e mi faccio guidare da lui non conoscendo dove abita.
Grazie a due fermate del bus arriviamo in un istante e tempo passando sembra che lui si stia riprendendo visto che ha sia ripreso colorito sia smesso di fare smorfie di dolore.

Una volta scesi dal bus passiamo per una piccola chiesa e poi arriviamo nel suo quartiere, una volta difronte a casa sua lui apre la porta di casa e si piazza dinanzi l'ingresso.

ERICK: -Grazie per avermi accompagnato, entra pure- dice per poi spostarsi leggermente
IO: -Di niente- dico facendogli un sorriso ed entrando in casa sua
ERICK: -Scusami soltanto per il disordine ma...non ho avuto tempo di sistemare- dice sorridendomi leggermente
IO: -Ma figurati-

La casa è piena di pacchi e roba sparsa per casa come se si dovessero trasferire a breve, sono leggermente curiosa del perché di tutti questi pacchi però non vorrei essere troppo invasiva.

Si cambia velocemente maglia, visto che quella che indossava è leggermente sporca di sangue, si sciacqua il viso e poi mi afferra la mano uscendo di casa.

Mi porta ad un piccolo chiosco di fianco alla chiesa e prende due bibite gassate, ci sediamo sulla scalinata che porta alla chiesa e ci beviamo le nostre bibite.

IO: -Posso farti solo una domanda?- domando curiosa
ERICK: -Certo!-
IO: -Chi ti ha ridotto in questo modo?-
ERICK: -Dei ragazzi-
IO: -Come mai?-
ERICK: -Erano soltanto dei cretini strafatti che non appena mi hanno visto mi hanno circondato e me le hanno date di brutto- dice portandosi una mano sul fianco destro
IO: -Mi spiace tanto- dico anche se non lo credo molto
-Penso di tornare a casa, si è fatta ora e dopo va a finire che si preoccupano- dico guardando l'orario
ERICK: -Oh va bene, ti accompagno-
IO: -No tranquillo, conosco la strada-
ERICK: -Ei, ti accompagno non ti preoccupare- dice dolce

Mi afferra di nuovo per mano e arriviamo alla fermata del bus fino ad arrivare fuori casa mia.

IO: -Grazie di tutto Erick- dico abbracciandolo
ERICK: -Grazie a te, e scusami tanto per l'accaduto- dice guardandomi negli occhi
IO: -Comunque tieni- dico dandogli la linguetta della lattina

Lui la guarda e poi mi guarda con un'aria confusa.

IO: -Sai il gioco della lattina che muovi la linguetta finquando non si stacca dicendo le lettere dell'alfabeto? Ecco lo stavo facendo prima e mi è uscita proprio la lettera "E"- dico dolce
ERICK: -Beh grazie mille...ti voglio bene July- dice abbracciandomi
IO: -Anche io Erick, ci vediamo- dico facendogli un occhiolino

Lui mi tira uno sguardo dolcissimo ed io apro la porta di casa entrando dentro.

Non appena entro sento il caos, l'esatto contrario di ciò che stava accadendo fuori.

Sento le urla di Mark verso Clay, i due gemelli che litigano mentre giocano alla play, Andreas che rincorre nervoso Dyl e Tommy mentre Nash è con Gabry in cucina a cucinare...è un disastro questa casa.

GABRIEL'S POV:
Sono tornato poco fa insieme a Nash qui a casa, ho passato un bel pomeriggio dimenticandomi di ciò che mi è accaduto oggi al corso di chitarra.

Ora sono seduto a tavola insieme a tutti gli altri a cenare tranquillamente finquando non faccio la cazzata di ripensare a tutto ciò che mi è accaduto questo pomeriggio, finendo col abbassare la testa mentre i miei occhi diventando umidi e giocare con la forchetta nel piatto facendogli fare vari cerchi.

CLAY: -Fratellone, tutto bene?- domanda poggiandomi una mano sulla spalla
IO: -Si piccolo, tranquillo- dico scompigliandogli i capelli
CLAY: -Sicuro? Sei triste e hai le lacrime agli occhi- dice guardandomi dolcemente
IO: -Si non ti preoccupare, mi era solo venuto in mente una cosa brutta, tutto qui- dico sorridendo

Riprendo a mangiare, anzi, cerco di continuare a cenare visto che mi ritorna soltanto quel pensiero in mente.

Mi alzo d'improvviso e vado in bagno a sciacquarmi il viso per riprendermi un po' ma una volta che esco mi trovo Nash fuori la porta che mi dice di seguirlo in camera sua ed io così faccio.

Una volta entrato in camera sua lui chiude la porta a chiave e mi spinge violentemente facendomi cadere sul suo letto.

NASH: -Si può sapere cosa cazzo stai passando?- dice nervoso
IO: -Niente va tutto bene- dico cercando di nascondermi dietro al mio solito sorriso
NASH: -Non va tutto bene! Sei perso fra i tuoi pensieri e con le lacrime agli occhi da oggi, non è da te stare così! Ora mi spieghi cosa cazzo c'è che non va?-
IO: -Ti ho detto che va tutto bene, perché non mi credi?- dico cercando di difendermi
NASH: -Guardami negli occhi e dimmi che va tutto bene, altrimenti non ti credo!- dice afferrandomi la testa fra le sue mani
IO: -Va tutto...bene- dico non riuscendolo a guardare negli occhi

Lui mi lascia la testa ed io mi porto prontamente le mani sul mio viso lasciandomi andare ad un pianto disperato mentre lui si siede accanto a me e mi abbraccia cercando di farmi calmare.

NASH: -Ora mi dici cosa sta succedendo? C'è qualcuno che ti importuna?-

Io annuisco.

NASH: -Chi?-
IO: -L'insegnante del corso di chitarra mi...mi cerca sempre di molestare-
NASH: -Cosa?!- dice sbalordito
IO: -Si ed oggi per questo sono tornato a casa, non è vero che non avevo lezione- dico cercando le sue braccia
NASH: -Calmati dai cucciolo...domani quel bastardo se ne pentirà, te lo prometto- dice dandomi un bacio in fronte
-Ora calmati su e torniamo dagli altri- dice dolce

Io mi asciugo le lacrime e poi rivado a sciacquarmi il viso in bagno per eliminare i segni del pianto.

Riscendo di sotto e riprendo posto a tavola e finendo la giornata col piede giusto per via del solito casinista di casa, Jack, e le due piccole pesti che anche loro sono dei piccoli casinisti.

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EHILÀ, CIAO A TUTTI!!!
FINALMENTE SONO TORNAT* CON UN NUOVO CAPITOLO DELLA STORIA!!
SO CHE È QUASI UN MESE CHE NON AGGIORNO MA NON È COLPA MIA, LA PIATTAFORMA NON MI FACEVA PIÙ PUBBLICARE NUOVI CAPITOLI E COSÌ HO DOVUTO ASPETTARE UN PO' PER POTERLI PUBBLICARE.

RINGRAZIO TUTTI VOI CHE LEGGETE LA MIA STORIA E QUESTO CAPITOLO, VI PROMETTO CHE CERCHERÒ DI ESSERE PIÙ ATTIV* PORTANDOVI ALMENO DUE CAPITOLI ALLA SETTIMANA, RINGRAZIO ANCHE CHI STELLINA E SE VOLETE LASCIARE COMMENTI E CONSIGLIO IO LI ACCETTO VOLENTIERI.
CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO!!❤️

Una famiglia di pestiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora