Capitolo 1

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La prima cosa che sento quando apro gli occhi è quella familiare sensazione di tristezza che non mi lascia mai.
Mi alzo svogliatamente e osservo quell'appartamento ormai vuoto, da quando il mio ex, Max mi aveva lasciato, portandosi con sé i restanti pezzi del mio cuore.
Adesso il dolore era sparito e al suo posto provavo solo una sensazione di amara nostalgia.
Era passato tanto tempo da quel giorno e nel frattempo il mio cuore era guarito o meglio aveva avuto un altra batosta, ma stavolta da un uomo diverso, colui che ormai era diventato il mio migliore amico e che ora era fidanzato felicemente da mesi con colui di cui era innamorato da una vita.

Ormai avevo accettato anche questo come avevo fatto con ogni singola  pillola amara che mi obbligavo ad ingoiare per poter andare avanti con la mia vita ed ero felice, ero davvero felice per loro, ma questo di certo non rendeva migliore la mia esistenza, ormai nulla avrebbe potuto più farlo e il vedere coppie sdolcinate davanti a me tutto il tempo, non migliorava la situazione.
Apro la mensola per cercare qualcosa da mettere sotto i denti, ma mi accorgo di non avere più niente da mangiare ne lì ne in frigo.
Sbuffo, prendendo le chiavi della macchina per andare a prendere qualcosa al bar prima di andare a lavoro.
Per l'ennesima volta mi tocca andare a mangiare qualcosa fuori, Ryan me l'ha detto mille volte che non va bene mangiare solo cibi ordinati o pasti precotti, ma che ci posso fare se non so cucinare e non ho mai voglia di andare a fare la spesa?

Putroppo provengo da una famiglia dove era la routine essere serviti da un cameriere con qualsiasi tipo di cibo desiderassimo e adesso alla soglia quasi dei 28 anni mi ritrovo a non sapere fare niente. Devo ringraziare Max se almeno so fare le faccende di casa, ma per quanto riguarda la cucina, sono davvero un disastro. Avrei paura di dare fuoco alla cucina se provassi a cucinare qualsiasi cosa, così evito e mi limito a mangiare quello che capita, cosa che sicuramente non fa bene al mio stomaco, ma mi devo accontentare.
Non ho nessuno che cucini per me è tanto meno non ho mai avuto nessuno che mi insegnasse a farlo,  solo Ryan si era offerto di insegnarmi, ma da quando sta con James ormai vivono praticamente sotto lo stesso tetto e io non me la sento di andare ad invadere la loro privacy.

Avrei davvero voluto che i miei genitori me lo avessero insegnato, anzi avrei voluto che mi avessero insegnato tante cose, ma l'unica cosa che sono riusciti a fare è stato trattarmi come se non esistessi, ricordandosi di me solo quando gli faceva comodo per vantarsi con i loro amici ricchi.
Io ero solo un ragazzino che aveva bisogno di amore e di affetto da parte delle persone che lo avevano cresciuto, ma loro questo non l'hanno mai capito e adesso che sono diventato adulto provo solo odio nei loro confronti. Per me è come se fossero morti.
Dopo essermi lavato e preparato, esco da quella casa solitaria, pronto per iniziare un'altra lunga giornata.

Sbuffo per l'ennesima volta, a causa di Zack, un mio collega che non smette di parlare, da quando ho messo piede in sala riunioni.
Mi chiedo quanto ci metta ad arrivare il capo, perché non ne posso più di sentirlo borbottare sproloqui sulla sua dolce mogliettina alle 8:30 del mattino. Dio qualcuno lo faccia smettere!
Come se mi avesse letto nel pensiero, Zack si ammotulisce e insieme a lui l'intera sala.
Alzo lo sguardo per capire cosa abbia attirato l'attenzione di tutti, tanto da non fargli aprire più bocca e ciò che vedo mi fa mancare il respiro: accanto al capo che è appena entrato nella stanza, sta camminando un giovane uomo straniero che avrà all'incirca la mia età o poco meno.
Il suo volto delicato è contornato da marcati lineamenti asiatici, rappresentati dagli occhi a mandorla più profondi che io abbia mai visto, il suo naso è a patata e le sue labbre sono così piccole e carnose, tanto da farmi venire l'impulso di appoggiarci le mie, per  poterle assaporare e sentirne il dolce sapore.
I capelli scuri sono tenuti corti con una leggera frangetta, raccolta di lato che gli copre metà della fronte.
Indossa lo stesso completo elegante, riservato a noi dipendenti, ma lo fa in modo molto più elegante e raffinato di qualsiasi altro di noi.
Sarà il suo charme, sarà che è davvero troppo sexy con quel completo che gli modella perfettamente le forme: si vede già con i vestiti addosso che è snello, ben piazzato e con un accenno di muscoli, ma comincio a sentirmi accaldato e mi manca il respiro.
È la prima volta che un uomo mi fa questo strano effetto e non so davvero cosa mi succeda.

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora