Capitolo 2

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Più i giorni passavano più cercavo di tenere le distanze da Lawan, anche se purtroppo il diretto interessato non mi rendeva le cose facili.
Ogni mattina che metteva piede in ufficio, il mio cuore sussultava per quando fosse bello e sensuale stretto in quella divisa e come se non fosse abbastanza, il mio ignorarlo costantemente e il rivolgergli la parola quando era strettamente necessario, non lo faceva desistere dall'infastidirmi e dal seguirmi ovunque.
Mi sembrava di avere adottato un cane, non capivo cosa volesse da me!

Proprio in quel momento supero il giovane asiatico per dirigermi in mensa e lui appena lo nota si alza dalla sedia e mi segue.
Lo ignoro e allungo il passo fino ad arrivare ad un tavolo dove sono seduti alcuni miei colleghi e colleghe.
Solitamente non sono un tipo molto socievole e spesso e volentieri, mi prendo uno snack al volo e me lo gusto in ufficio, ma stavolta avevo bisogno di prendere distanza da una certa persona, la quale non sembrava aver recepito il messaggio, dato che dopo aver recuperato il suo pasto dalle cuoche si era seduto di fianco a me nel tavolo che avevo puntato.

Al suo arrivo urla e schiamazzi si alzano dal tavolo, tutti provenienti dalle donne del gruppo di cui non mi ricordavo il nome e francamente non mi interessava nemmeno saperlo.
-Lawan giusto?come ti stai trovando in ufficio? Perché ti sei trasferito? Quanto sei giovane, ma quanti anni hai? Hai una ragazza? Ma sei cinese?
Per quanto ti fermerai qui?-lo assalgono, facendogli il terzo grado, al che mi innervosisco senza sapere il motivo e sbatto la mano sul tavolo-ragazze con calma per favore così lo spaventate. Se volete fargli delle domande, potete farle una per volta, senza fargli il terzo grado magari-
-scusaci-abbassano la testa intimorite probabilmente dal tono della mia voce che si era alzato.
-grazie-mi sussurra lui, facendomi un sorriso che mi fa rimanere per parecchi secondi incantato a guardarlo.
-non l'ho fatto per te, mi stavano innervosendo-

Mi fa un sorrisino e si rivolge alle ragazze con un tono inaspettatamente dolce, rispondendo con calma alle loro domande.
In sintesi gli racconta, le stesse cose che ha raccontato a me il capo qualche giorno fa, aggiungendo-no, sono completamente single-
Un gridolino si eleva tra loro-ancora per poco scommetto-ribatte una biondina-uno come te non può passare inosservato-
-ah davvero?-le risponde lui, flirtando palesemente.
-si, sei molto bello-le risponde lei, con le guance che le si tingono di rosso.
-sì, sei decisamente uno dei più belli uomini asiatici che io abbia mai visto-gli ammica, una moretta di fianco a me.
Dio quanto sono galline, adesso capisco perché mi piace il cazzo, non mi sto perdendo veramente niente!
Anche se hanno fottutamente ragione, non ho mai visto un tailandese così bello.

-poi diciamocelo, non ci sono tutti sti uomini belli in azienda, se ne salvano davvero pochi-ridacchia un' altra donna sulla quarantina, puntando lo sguardo su di me che la osservo con le braccia conserte-anche se tu Steven sei decisamente un eccezione-
Anche lo sguardo della moretta e delle altre donne compreso quello di Lawan, si fissano su di me.
-in effetti è vero-si sistema i capelli dietro la schiena la prima-non l'ho mai notato prima, perché hai spesso il muso lungo e stai in disparte, ma sei davvero bello e tutti quei tatuaggi, dio mio ti rendono così sexy-si avvicina a me con l'intento di sfiorarmi il braccio per guardarmeli, ma io mi tiro indietro per evitarla.
-dio insieme sembrate usciti da una rivista di modelli, siete un sogno-ci guarda una di loro con occhi sognanti-non è che una di queste sere vi andrebbe di uscire con noi?-
Dio ma tutte le più peppie, me le devo trovare io qui a lavoro?
-no, grazie io sono impegnato, ma se volete Lawan è liberissimo per voi-dico con l'intento di fargli passare una orribile serata con quelle donne.
Gli lancio un sorrisino strafottente, mi pulisco le labbra con un tovagliolo e torno a lavoro.

-mi spieghi perché gli hai detto che sono libero?-mi aggredisce il moro arrabbiato, dopo che è tornato anche lui in ufficio.
-perché che c'è di male? Non vuoi andarti a divertire?-
-se permetti scelgo io con chi andarmi a divertire-
-volevo solo farti un favore-faccio spallucce, sogghignando sotto i baffi.
-cazzate, lo hai fatto apposta. Per farti perdonare verrai anche tu con me a quella fantomatica serata-
- te lo scordi-gli urlo contro.
-sicuro? Vorrà dire che andrò a dire al capo che in tutta sta settimana non hai fatto altro che ignorarmi e  spiegarmi a malapena le cose. Voglio vedere quanto ne sarà felice-
-non osare-gli ringhio contro.
-bene, allora ci vediamo dopodomani sera al Blue club alle 22, non mancare-
Stringo il pugno furioso, dio quanto lo odio!

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora