Capitolo 4

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PS: aprite l'immagine se volete avere un arresto cardiaco prima di leggere il  capitolo😂Vorrei avere anche io uno Steven così nella mia vita😂😍😍

Mi trovavo da solo, seduto di fronte ad un tavolo decisamente troppo grande per un bambino della mia età.
Due cameriere arrivarono a portarmi due enormi taglieri pieni di cibo che non sarei mai riuscito a finire da solo.
Spiluccai solo qualche morso, mi si era chiuso lo stomaco, perché per l'ennesima volta i miei genitori non erano rientrati per cena e mi avevano lasciato tutto da solo.
Mi sentivo così triste che mi vennero le lacrime agli occhi e in poco tempo cominciai a piangere.
Ero un bambino così cattivo? Era per questo che i miei genitori mi rivolgevano a malapena la parola e mi lasciavano sempre a casa da solo senza nessuno.
Eppure mi sembrava di essere stato sempre un bravo bambino: avevo sempre fatto i compiti, andavo bene a scuola, le maestre mi adoravano e andavo d'accordo con gli altri bambini.
Forse se avessi cominciato ad essere davvero cattivo loro mi avrebbero visto? Forse se avessi cominciato a dare fastidio agli altri, loro mi avrebbero amato almeno un po'?

Innumerevoli volti e voci di ragazzi si sovrapporsero, tanto da non riuscire piu a distinguerli gli uni dagli altri.
Rividi le loro espressioni tristi, i loro pianti e le loro urla che mi scorrevano davanti come in un film.
Rividi me stesso che li aggredivo li spingevo, li picchiavo e li prendevo in giro.
Cercai di tapparmi le orecchie e di chiudere gli occhi per farli sparire dalla mia testa, ma la stretta di un giovane ragazzo moro sul mio polso, me lo impedì.
Il suo corpo era magro quasi scheletrico, mentre il suo volto era così triste con due grandi occhi rossi circondati da profonde occhiate. La sua carnagione era così pallida e cadaverica che d'istinto mi spaventai, cercando di indietreggiare, ma lui non accennò a mollare la presa.
-loro non ti ameranno mai-urlò la voce del ragazzo sconosciuto-nessuno ti amerà mai. Resterai sempre solo e triste e nessuno riuscirà mai a colmare il vuoto che hai nel cuore-
Dalla sue labbra cominciò ad uscire una risata agghiacciante che non fece altro che aumentare il dolore che provavo al centro del petto.
-non è vero-urlai-non è veroo-

-non è veroo-mi sveglio di soprassalto, quando sento la voce di qualcuno chiamarmi e scuotermi le spalle.
-Steven svegliati, svegliati-
La prima cosa che metto a fuoco, quando apro gli occhi è il dolce volto di Lawan che mi guarda con preoccupazione.
-stai bene?-mi chiede, mentre cerco di ridestarmi dal divano ancora con gli occhi arrossati a causa del sogno.

Ho avuto di nuovo gli stessi incubi che ormai mi accompagnano da anni.
Alcuni giorni sono fortunato e mi lasciano stare, ma per il resto delle nottate è diventata ormai un abitudine sognare me stesso da bambino che aspetto i miei genitori che non arrivano mai oppure rivedere i volti di tutti i ragazzi a cui ho fatto del male.
Non riesco a perdonarmi e non riesco a farmi passare certe cose avvenute nel mio passato ed è per questo che puntualmente ritornano nel mio inconscio per tormentarmi.
Praticamente ci ho fatto l'abitudine, gli unici periodi della mia vita in cui pensavo avessero smesso, erano quanto ero fidanzato con Max e quando ero diventato amico con Ryan e spesso e volentieri dormivamo l'uno a casa dell'altro.
Ma non pensavo che proprio oggi che avessi un ospite in casa, si sarebbero presentati di nuovo e mi sento veramente in imbarazzo, non sapendo cosa dire-

-sto bene-fingo un sorriso-era solo uno stupido incubo, niente di importante. Vado a farmi una doccia-scappo letteralmente in bagno per evitare il suo sguardo e quella parte della mia vita che non sono ancora pronto a raccontargli.

Dopo 10 minuti sotto la doccia, mi sento rinato, come se non fosse accaduto niente.
Mi lego un asciugamano intorno alla vita e seguo l'odore invitante che viene dalla cucina.
-mmm che profumino, cosa stai cucinando?-chiedo al moro che in questo momento è davanti ai fornelli che armeggia con diverse pentole, mentre indossa ancora il pigiama.
-uova, pane tostato e bacon, serviti pure-
Spegne il gas e sistema tutto in due piatti che porta sul tavolo.
Mi lecco le labbra affamato pronto a divorare la mia colazione, quando finalmente lui distoglie lo sguardo dalla cucina e lo porta su di me.
In quel momento si blocca e la forchetta che aveva in mano, cade perterra.
Lo guardo, cercando di capire cosa gli fosse preso e sento il suo sguardo di fuoco addosso che osserva ogni singolo centimetro del mio corpo, coperto solo dall'asciugamano.
-dio mio, sono nella casa di un dio greco e non lo sapevo?-
Scoppio a ridere, colpito dalla sua sincerità.
-non c'è niente da ridere. Lo sapevo che eri affascinante Steven, ma non pensavo avessi tutti quei muscoli, per non parlare di quei tatuaggi sul petto. Posso toccare?-fa un passo avanti puntando un dito verso di me.
Subito indietreggio, mettendo le mani avanti-non osare-
-dai solo un pochino, voglio solo vedere se sono veri quegli addominali-
-certo che sono veri-faccio uno sguardo offeso-allenarsi molto, serve anche a questo-
-allora che problema c'è se li tocco?-

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora