I figli di Maat si erano riorganizzati, chiudendosi attorno alla fucina del fabbro. Fuori c'erano diversi cadaveri, testimoni della scia di morte che Atoldir si era lasciato alle spalle. Alcuni abitanti pestavano senza farci molto caso i corpi dei loro compagni. Nonostante avessero occhi spenti e inespressivi, non sembravano contenti. Qualcuno appoggiò la mano al muro della casa, tentando di bruciare il cemento. Uscire dalla porta d'ingresso era fuori discussione.
Mi precipitai verso l'unico altro uscio disponibile: quello che avevo dedotto conducesse all'abitazione. Appena lo aprii, vidi i corpi di due persone riversi a terra. Li scansai dal passaggio, sperando fossero morti del tutto. Vi era un'ampia stanza da notte, con un letto matrimoniale e uno singolo, armadi, cassettiere e una scrivania. Un'altra porta, spalancata, si apriva su una specie di bagno, molto più rudimentale di quelli di Lloyd, con semplici catini e spugne marroni.
La finestra della camera era bloccata, probabilmente rotta o sfasciata dall'esterno. Flick si diresse in bagno e dopo un attimo ci chiamò: «Qui la finestra si apre, ma non so se voi due ci passate!»
Forse, facendomi piccola piccola, avrei potuto uscire da lì, ma Atoldir decisamente no.Sentimmo un tonfo provenire dalla fucina.
«Stanno per sfondarla» ci informò il figlio di Feria, che era rimasto a bloccare la porta d'ingresso con la sua mole. La sua voce così apatica, in un momento tensivo come quello, mi portò a chiedermi se avesse inteso la gravità di quello che stava succedendo. Io tremavo da capo a piedi.«Vieni di qua! Rovesciamo l'armadio e blocchiamo quest'altra porta!»
Ci raggiunse negli alloggi, si sbatté l'uscio alle spalle e corse dove ero io, dietro a uno degli armadi. Lo spostammo a ridosso dell'ingresso, così da bloccarlo. Mi passai una mano sulla fronte sudata, accorgendomi solo dopo di aver usato quella ferita. Probabilmente avevo un bel segno rosso spalmato sulla faccia.Ci dirigemmo verso la finestra e Atoldir impugnò l'ascia. Con un colpo assordante, ne distrusse il vetro per permetterci di uscire. Unico problema: il rumore probabilmente avrebbe attirato l'attenzione dei nostri assedianti. Io e Atoldir saltammo fuori, ma Flick rimase indietro.
«Non ci arrivo! Maledetti figli di Maat e la loro altezza!» esclamò, mentre noi da sotto vedevamo solo le sue manine bruciacchiate che sfioravano il davanzale.
«Andiamocene, prima che arrivino» mi disse il figlio di Feria a bassa voce, lanciando un'occhiata ai lati della casa.Per mia fortuna, non fui costretta a rispondergli, perché Flick si era ingegnato: si stava arrampicando sulla tenda sgualcita della finestra.
«Mi prendete?» domandò una volta arrivato in piedi sul davanzale, credo più rivolto a me. Poi saltò giù, tra le nostre braccia incrociate.Senza metterci d'accordo, corremmo verso il centro della Roccaforte, dalla parte opposta da cui eravamo stati attaccati. Ci nascondemmo dietro a una casetta ancora intatta per riprendere fiato.
Tesi le orecchie per anticipare eventuali passi del nemico mentre analizzavo i miei compagni: Atoldir pareva esausto, i capelli biondi inizialmente ben pettinati erano ora tutti sparati e scompigliati, il viso fresco e curato era stato sostituito da una maschera di sudore e polvere, ma sembrava comunque stare bene; Flick, invece, dava l'impressione di essere sull'orlo di una crisi isterica. Le ferite profonde sanguinavano, ogni parte del suo corpo tremava, paura e dolore erano dipinte sul suo volto. Stramazzò a terra, respirando convulsamente come se gli mancasse l'aria. Non poteva continuare, doveva per forza tornare indietro alla carrozza dove erano stipate le pozioni curative.
Mi chiesi come facesse Atoldir a essere così impassibile. I figli di Feria sono tra i più bellicosi, certo, ma un conto è esserlo nella teoria, chiusi nel castello di Lloyd e avere combattimenti corpo a corpo con altri promettenti soldati; un altro conto è trovarsi sul campo. Reggeva la tensione in maniera sopraffina.
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La figlia dell'Inganno
FantasyVecchio titolo: "Hora" , per chi si fosse perso il cambio ^^ -Trama- In un ipotetico futuro, su un'isola dimenticata dagli uomini, Dei non convenzionali decisero di procreare con solo pochi eletti, generando un mondo abitato da esseri umanoidi con c...