Capitolo 12 - Espaea: letti e divani comodi

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Circa 30 anni prima

Chandra

Passarono più di tre mesi prima che riuscissimo a trovare qualcosa di concreto su come poter realizzare il mio sogno. Tante volte proclamammo di voler dare forfait, ma poi il desiderio di conoscenza di Noienyr e la sua forza di volontà lo spingevano a continuare e, di conseguenza, a trascinarmi con sé. Imparai tantissime cose nuove in quei mesi e mi recai per la prima volta nella contea di Espaea, a incontrare l'amico di Noienyr.

Mentii ai miei genitori dicendo che sarei andata a casa di un'amica per qualche giorno, per studiare insieme. Alla parola "amica" storsero un po' il naso siccome non era mai capitato che mi fermassi fuori casa per tanto tempo con qualcuno. Argomentai la mia decisione spiegando che studiavamo spesso in compagnia e avevamo molti interessi in comune; sembrai convincente, visto che mi lasciarono andare.

Il viaggio verso Espaea fu... movimentato. Noienyr mi disse di farmi trovare davanti alla biblioteca di Ordya, da lì avremmo viaggiato insieme per il giorno successivo. Quello che non mi disse, cogliendomi di sorpresa, fu che avremmo viaggiato in carrozza.

Ero seduta sulle gradinate all'ingresso della biblioteca al tramonto, mangiando un panino che avevo preparato. Sentii lo scalpiccio degli zoccoli di cavalli, ma non alzai nemmeno la testa. Non era difficile che persone facoltose giungessero alla Roccaforte Tagliente su eleganti carrozze, per cui non mi presi la briga di lanciare occhiate d'invidia.

Invece, la voce di Noienyr mi risvegliò. Mi salutò urlando e sbracciandosi dalla posizione sopraelevata del cocchiere. Non lo realizzai subito, mi ci vollero alcuni secondi con la bocca spalancata prima di rendermi conto che il rumore proveniva proprio dall'alto della carrozza. All'inizio credetti che fosse qualcuno che si stava sbagliando, che stesse chiamando un'altra Chandra.

Ma era proprio Noienyr. Il mio Noienyr. Non ci potevo credere. Non mi sarebbe mai passato neanche per l'anticamera del cervello che qualcuno avrebbe fatto tutto quello per me, che qualcuno avesse mai potuto tenere a me così tanto.

Mi alzai incredula mentre la carrozza accostava ai gradoni, mi portai entrambe le mani alla bocca senza curarmi del mio zaino che scivolava giù. Noienyr arrestò i cavalli e scese tranquillo, spolverandosi i pantaloncini.

«Ti piace la sorpresa? Mi spiace di non esser potuto venire a prenderti a casa, ma sai, a Euphanor è più complicato entrare e...» non lo lasciai finire. Gli gettai le braccia al collo e lo strinsi forte, fregandomene di quello che avrebbero potuto pensare i passanti. Lui mi cinse la vita con le braccia e mi sollevò, facendomi ridere.

«Sei fantastico» lo etichettai.

Avvicinò la bocca al mio orecchio e mi sussurrò: «Puoi ringraziarmi dopo, quando saremo nella carrozza con la nostra intimità.»

Gli tirai un pugnetto sul petto muscoloso, allontanandomi quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi.

«Ritiro quello che ho detto prima» lo rimbeccai, incrociando le braccia.

«Oh andiamo! La carrozza la attende, signorina!» esclamò, scansandosi e facendo un inchino regale, indicando l'ingresso.

Mi avviai ma, anziché salire all'interno dell'abitacolo, mi arrampicai fino a dove era seduto Noienyr poco prima e lo guardai con aria di sfida.

«Per una volta, sono più alta io!» lo provocai ridendo.

Noienyr alzò gli occhi al cielo e, mentre saliva anche lui con agilità, ribatté: «Ancora per poco.»

Afferrò le redini, fece partire i destrieri e iniziò a fischiettare, dando inizio al nostro viaggio insieme.

Afferrò le redini, fece partire i destrieri e iniziò a fischiettare, dando inizio al nostro viaggio insieme

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