Il cucchiaio rimase immobile nella ciotola come se il contenuto si fosse solidificato di colpo e avesse catturato la stoviglia. La mia mano mi parve appesantita tanto da non riuscire a sollevarla. Guardai la donna nel modo in cui avrei avrebbe fatto uno che ha appena visto un fantasma.
Poi scoppiai a ridere. «Mi stai prendendo in giro, vero?»
La figlia di Seshat era invece seria. Troppo seria. Puntò lo stilo al suo braccio e descrisse un cerchio sulla pelle, come se volesse inciderla. Ci mise giusto qualche attimo, durante i quali la fissai in tralice. Che stava facendo?
«Prova a farlo tu» mi suggerì tendendomi il bastoncino.Quando l'oggetto fu a mezz'aria tra me e la donna, sentii una forza sconosciuta che mi spingeva ad afferrarlo. Allo stesso tempo, ne ero intimorita. Il mio corpo cercava di allontanarsi, facendomi sprofondare nella sedia. So che sono due sensazioni opposte, ma tutto era così... irrazionale. L'aria era pesante attorno a me. La mia mente era focalizzata solo sullo stilo e su come fuggirne.
Dopo qualche secondo di esitazione, lasciai il cucchiaio ancora infilato per metà nella zuppa di pesce e allungai il braccio. Quando sfiorai il legno secco, una scossa di elettricità mi attraversò dall'unghia fino alla spalla. Ritrassi immediatamente la mano come se mi avesse scottata.
«L'hai percepito. Ho ragione, no?»
Non la stetti a sentire. Volevo stringerlo. Volevo averlo. Eppure la forza di avvicinarmi di nuovo mi mancava. Continuavo a guardarlo sentendo dei brividi che mi percorrevano la schiena. La fame mi passò del tutto, le tempie mi pulsavano.
«Prendilo» mi ordinò la donna con voce rotta e appoggiandolo sul tavolo in modo che la parte più spessa che costituiva il manico fosse rivolta verso di me.
Controllare il braccio destro fu complicato. Mi sembrò di alzare un arto che non mi apparteneva. Quando arrivai a pochi centimetri dal punto in cui l'oggetto magico era posato, scattai in piedi e mi allontanai.
«U-un momento...» cercai di prendere tempo. Nessuna parte del mio corpo era convinta ad afferrare lo stilo, ma nemmeno ad abbandonarlo. Ora che ero più lontana, desideravo colmare quello spazio che mi divideva da esso, eppure mi sentivo meno agitata con qualche metro a separarci.
«P-prima... voglio...» Pensai a qualcosa di importante e la mia mente corse subito a Keta. Le sue ultime parole mi colpirono di nuovo, come se le avesse pronunciate in quell'istante. Volevo assicurarmi che stesse bene, prima di fare qualcosa per quella donna.«Voglio sapere dove sono gli altri guerrieri» dissi infine, cercando di non parlare proprio di Keta. Aveva già capito che era uno dei miei punti deboli, ma l'orgoglio si rifiutò di serviglielo su un piatto d'argento.
La figlia di Seshat sbuffò lasciandosi cadere sulla sedia. «Non è importante, adesso! Devi provare lo stilo, devi...»
«No, tu devi qualcosa a me!» la bloccai. «Sono venuta fin qui, ti ho ascoltata e sto cercando di capirti! Ma devo anche fidarmi di te, se vogliamo collaborare.»Rise eccessivamente. «Una figlia del dio dell'Inganno che pretende fiducia?! Dopo aver tradito tutti? Ridicolo! Prendi quel...»
«No! Scordatelo!» urlai, ritraendomi ancora di più. Fu difficile farlo: mi sembrava di sentire un lazo invisibile cingermi la vita e tirarmi verso il tavolo. Ma se dovevo fare magie o che altro per lei, almeno dovevo capire che genere di persona fosse. E, finora, non mi aveva fatto una gran bella impressione.«E va bene!» gridò di rimando, esasperata. «Il tuo amico e gli altri sono in una... bolla creata dalle Eleadi sotto questa palafitta. Non appena termineremo qui, gli porterò da mangiare. Sono ancora vivi e vegeti.»
«Una bolla?»
«Le Eleadi sono dotate di poteri che sui libri non sono riportati» esplicò. «Ci sono ancora tante cose che gli studiosi non hanno approfondito sulle creature magiche del nostro mondo.»
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La figlia dell'Inganno
Viễn tưởngVecchio titolo: "Hora" , per chi si fosse perso il cambio ^^ -Trama- In un ipotetico futuro, su un'isola dimenticata dagli uomini, Dei non convenzionali decisero di procreare con solo pochi eletti, generando un mondo abitato da esseri umanoidi con c...