Capitolo 3 - il bibliotecario

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Circa trent'anni prima

Chandra

Per un po', tutto andò magnificamente. Io e Noienyr ci incontravamo sul confine tra le nostre due contee, lui da Ordya e io da Euphanor. Avevamo trovato un posto solo per noi: un laghetto di dimensioni ridotte, immerso nell'arida terra piena di radici e bacche tipica delle zone da cui provengo, ma di fatto molto vicino anche alla città principale della regione di Ordya, la Roccaforte Tagliente. Il lago era sempre deserto, lontano da tutte le principali vie di comunicazione, invisibile agli occhi dei cittadini di entrambe le contee. Era popolato soltanto da ranocchie con i loro girini, da ninfee galleggianti e da tamerici resistenti al clima poco favorevole.

Io e Noienyr ci eravamo conosciuti alla Roccaforte Tagliente, dove mi ero recata alla ricerca di libri su cui studiare. I figli di Ixion, gli abitanti di Ordya, sono famosi per essere dei gran studiosi. L'edificio principale di Ordya è un'immensa biblioteca dove risiede il consiglio: le pareti sono scaffali pieni di volumi, l'esterno è fatto di mattoni disposti in modo sconnesso a simulare dei libri impilati. Vi sono centinaia di sale: oltre alle stanze reali, gli alloggi della servitù, per i guerrieri e le stalle, vi sono tante aree riservate agli studi aperte a tutti i cittadini, e l'ingresso è permesso talvolta anche ad abitanti di altre contee. Questo edificio è chiamato Roccaforte Tagliente, appunto.

Potevo recarmi a Ordya solo una volta al mese, quando mio padre mi portava con sé. Mentre lui vendeva i prodotti della nostra terra e gli infusi che preparava mia madre, io studiavo nella biblioteca comune, la parte della Fortezza accessibile a tutti. Vi erano custoditi libri di ogni sorta, dalla storia del nostro mondo alle usanze dei popoli, ma il reparto che mi attraeva di più era quello legato alla magia. Noi cittadini di Euphanor, figli della dea Seshat, la divinità protettrice delle arti magiche, siamo un po' tutti appassionati di divinazione, rune antiche, cartomanzia e anche astrologia. L'ambito che da sempre più mi interessa è però quello delle pozioni. Adoro conoscere a memoria tutti gli ingredienti che un tal composto richiede, avere in mente un intruglio che potrebbe risolvere un problema, andare alla ricerca di radici e foglie curative e custodirle in ampolle di vetro. Ero ancora giovane e inesperta, ma la mia voglia di imparare non finiva mai.

Quel giorno mi ero recata per l'ennesima volta alla biblioteca di Ordya per cercare una ricetta in grado di curare una zampa dell'asino di mio padre. Girai per un po' nel reparto "pozioni curative", ma molti di quei tomi li avevo già letti. Mentre sfogliavo l'indice di un libro intitolato "È possibile cancellare le cicatrici?", una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare.
«Se hai bisogno di una mano, chiedi pure.»
Mi voltai, domandandomi chi fosse quel ragazzo, ed evidentemente la mia espressione parlò da sé, perché mi spiegò: «Sono il nuovo aiuto-bibliotecario, se così si può dire. Non sono esperto, ma se vuoi un aiuto a cercare un libro in particolare sono qui apposta.»

Era poco più alto di me e, come tutti i figli di Ixion, aveva la pelle color caffellatte ricoperta di tatuaggi neri. O perlomeno in quel momento potevo vedere solo la parte di cute lasciata scoperta dalla maglietta di cotone leggero e dai pantaloncini, ma mi bastò per capire che doveva avere segni scuri un po' ovunque.
I capelli erano tagliati corti, la barba era ben rasata e le braccia possenti mi fecero intuire che non fosse un bibliotecario di professione.

Ringraziai con un cenno del capo. Non ero abituata a sentirmi rivolgere la parola. Erano anni che andavo nella biblioteca e non avevo mai conosciuto nessuno. Era normale vedere abitanti di Euphanor a Ordya, quindi raramente ci venivano poste domande.
Continuai a sfogliare il libro che avevo in mano e poi lo cambiai con quello a fianco, "Fondamenti di erbologia". Quando dopo un po' trovai cinque o sei tomi che avrebbero potuto servirmi, feci per dirigermi al tavolo più vicino e mi accorsi che il ragazzo era seduto con un libriccino di poche pagine tra le dita. Non ne sembrava particolarmente affascinato.

La figlia dell'IngannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora