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Circa 30 anni prima
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Chandra
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Una volta tornati alla Roccaforte Acquamarina iniziammo i preparativi per andare via da Liunene. Andare dove era una domanda ancora senza risposta. L'idea era di tornare a Ordya, ma una volta giunti a casa di Noienyr non avremmo saputo che fare. O, perlomeno, non avrei saputo che fare.Io e lui non parlammo molto in quelle ore. Sembrava davvero rammaricato, come se qualcosa lo stesse mangiando da dentro. Non ne capivo il motivo: a lui in fondo era andata piuttosto bene. Sarebbe tornato a casa alla sua vita normale, ai combattimenti in accademia che, per quanto non gli andassero a genio, erano comunque una prospettiva migliore della mia.
Avrei probabilmente dovuto vivere come Lucy: rinchiusa entro quattro mura, addirittura in un'abitazione che non era quella in cui ero cresciuta, uscendo di rado e coperta per non essere riconosciuta. Magari dopo qualche tempo le acque si sarebbero calmate e la gente si sarebbe scordata il volto su quei maledetti volantini, ma comunque una figlia di Seshat a Ordya non era ben vista.
«Dai, almeno da adesso in poi staremo sempre insieme» rassicurai Noienyr la sera precedente al giorno in cui ci eravamo prefissati di partire, durante la cena. Avevamo trascorso la giornata a racimolare qualche spicciolo per il viaggio: avevo venduto delle stuoie tessute con gli strumenti che avevo portato da casa e del cotone che ero riuscita a recuperare nei giorni precedenti lì alla Roccaforte, mentre Noienyr si era dilettato in qualche lavoretto di carpenteria.
«Mi sento un buono a nulla...» commentò il ragazzo mentre masticava del coniglio stufato.
«Sapevamo che era quasi impossibile... anche se avessimo trovato la pianta, realizzare lo stilo sarebbe stato molto complicato. E chissà se avrebbe funzionato» lo confortai di nuovo.
Mi guardò per un secondo, poi riabbassò lo sguardo sul piatto.
«I...io... non è solo per questo...»Non feci in tempo a chiedergli cosa intendesse che qualcuno bussò alla porta della nostra carrozza. Fummo presi dal panico per un attimo, ma poi una voce familiare urlò: «Ragazzi! Devo parlare con la giovane figlia di Seshat! Come si chiamava... aaah...»
Era Helevorn. Come ci aveva trovati? Eravamo sempre stati accorti a non farci seguire... quel vecchietto era pieno di risorse.
Interrogai il mio compagno con lo sguardo, come a chiedergli consiglio sul da farsi. Se fosse stato lì con delle guardie? Noienyr con le sue abilità avrebbe potuto mettere K.O. almeno due o tre Elmetti Azzurri, visto che non parevano troppo svegli... ma ciò avrebbe comportato essere presi di mira anche da una regione neutrale e pacifica come Liunene.
Non potevamo nemmeno ignorare l'anziano lì fuori, che intanto continuava a picchiare contro la porta e a interrogarsi tra sé e sé sul mio nome. Così, abbandonai la cena e andai a sentire cosa avesse da dirmi.
«Buonasera, Helevorn» iniziai aprendo uno spiraglio. Per fortuna era solo. «Come ha...»
«Non perdiamoci in convenevoli inutili! Su, scendi, fa' presto.» Il suo tono non era allarmato, ma non mi trasmise nemmeno tranquillità con quelle parole. Si allontanò un po' dalla carrozza attendendo che io scendessi e mi richiudessi la porta alle spalle.«Come ti chiami, mia cara, che non ricordo più?»
«Chandra, signore» sussurrai guardandomi intorno per controllare che fossimo davvero soli. Helevorn pareva essere venuto lì a piedi senza nessuno ad accompagnarlo, nemmeno una cavalcatura.«Ooh, sì, giusto, giusto...» balbettò facendo ancora qualche passo indietro.
«Come mai è qui? Come ha fatto a trovarci?» chiesi, visto che lui non sembrava voler spiegare la sua presenza e l'urgenza di parlarmi.
«Non c'è tempo per questo» affermò e, furtivamente, infilò una mano in una borsa che portava a tracolla che prima non avevo notato. Ne estrasse una scatola, lunga circa una trentina di centimetri. Nella penombra della sera, non potei notare molti altri dettagli.
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La figlia dell'Inganno
FantasyVecchio titolo: "Hora" , per chi si fosse perso il cambio ^^ -Trama- In un ipotetico futuro, su un'isola dimenticata dagli uomini, Dei non convenzionali decisero di procreare con solo pochi eletti, generando un mondo abitato da esseri umanoidi con c...