Gli zoccoli di Marzapane smuovevano i sassolini e la terra della strada sterrata a ogni passo. Il mio cavallo era tranquillo, cosa decisamente non scontata. Non so come facesse, ma di solito sentiva subito quando c'era qualcosa che non andava. Eppure quella volta sembrava non volesse opporsi, anzi pareva contento. In alcuni momenti, aveva addirittura aumentato l'andatura di sua spontanea volontà. Lungo la strada mi ero preparata il mio discorso, consapevole di non essere mai stata brava a improvvisare. Sentii un frusciare di foglie e dopo un istante vidi una lepre attraversare il sentiero, incurante di me. Marzapane si agitò un po', essendo un gran fifone, ma dopo aver alzato le orecchie e il collo si riassestò.
Guardando all'orizzonte riuscivo a scorgere il castello in lontananza, davanti al quale si estendeva un enorme giardino ricco di fiori. In effetti, la città di Lloyd era famosa proprio per la sua natura rigogliosa. I suoi abitanti erano figli di Feria, la dea dei fiori, simbolo della vita e della primavera. Non che fossero tutti pacifici e gioiosi, chiariamoci. Tuttavia devo ammettere che, per quanto mi riguardava, erano dei buoni vicini.
La stradina si trasformò piano piano in un ampio viale, sempre sterrato ma ben più curato man mano che mi avvicinavo al castello. Ormai i lati non erano circondati dal bosco del Tenetet, l'immensa foresta al centro che abbraccia tutte le contee, ma da due filari di alberi potati tutti identici. Anche se ancora in lontananza, vedevo la siepe alta più di due metri che nascondeva il giardino della città. Il castello era fatto di marmo bianco e lucente, due torri svettavano sul complesso e tutt'intorno si estendeva la città-giardino. Più riducevo la distanza da percorrere più gli alberi rigogliosi piantati un po' ovunque tra le abitazioni mi sembravano aumentare in numero. Sapevo che a Lloyd civiltà e natura convivessero alla perfezione, ma non l'avevo mai vista da così vicino. Anche da quella prospettiva, i tetti delle case e le fronde degli alberi si alternavano a formare un mosaico verde e bianco.
Nonostante Lloyd e Specchialuce, la mia contea di provenienza, fossero adiacenti sulle carte geografiche, gli scambi culturali erano abbastanza ridotti ed era difficile che un cittadino normale avesse la possibilità di spostarsi a piacimento da una zona all'altra. Di solito, le uniche interazioni erano di tipo commerciale, in quanto ogni contea aveva la sua "specialità" da scambiare. Ad esempio, come mi pare abbastanza evidente, gli abitanti di Lloyd incentravano i loro guadagni sulla vendita dei prodotti della terra: vasi di fiori, tronchi intagliati, alberi potati a regola d'arte. Niente di che, a mio modesto parere. Molto meglio lasciare la natura così com'è.
Ad ogni modo, persa nei miei pensieri, avanzai finché mi accorsi di essere a qualche centinaio di metri dal cancello, dove in lontananza quattro figure erano appostate vicino alle inferriate verdi. So che può non sembrare educato, ma mi misi a origliare la loro conversazione. In fondo, è nella mia natura: le mie lunghe orecchie mi permettono di sentire rumori finissimi e di ascoltare la voce di una persona fino a circa mezzo chilometro di distanza, senza che questa urli.
«Io posso intrufolarmi ovunque! Sono anche un ottimo ladro e non ho bisogno di nessuna balia!» stava sbraitando una vocina alquanto fastidiosa.
«D'accordo, d'accordo, ora taci. Il documento è a posto. Mi faccia vedere il suo» rispose una guardia, rivolgendosi poi a una terza figura.
«Vengo spesso a corte, è davvero necessario? Io e te ci saremo già visti una decina di volte» disse quasi sussurrando una voce acuta ma evidentemente maschile.
«Non mi interessa, non faccio favoritismi, bardo.»Più mi avvicinavo, più distinguevo dettagli in modo nitido. La prima voce apparteneva a un ometto alto un metro e venti, non oltre, mentre quello che era stato chiamato "bardo" era un figlio di Veive: alti dal metro e novanta in su, quest'ultimi avevano una pelle molto chiara decorata da striature azzurre, le labbra di un blu intenso che spiccavano sul volto pallido, le orecchie un po' a punta e un fisico slanciato e aggraziato. I due parevano una coppia alquanto bizzarra.
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La figlia dell'Inganno
FantasyVecchio titolo: "Hora" , per chi si fosse perso il cambio ^^ -Trama- In un ipotetico futuro, su un'isola dimenticata dagli uomini, Dei non convenzionali decisero di procreare con solo pochi eletti, generando un mondo abitato da esseri umanoidi con c...