Capitolo 9 - sognare di volare

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Circa 30 anni prima

Chandra

In un libro, lessi di una teoria del passato secondo cui esistono cinque fasi dell'amore. La prima è quella dell'innamoramento: i due interessati sembrano non notare i difetti l'uno dell'altra, si pensa soltanto alla bellezza del proprio compagno e alle cose che si hanno in comune. Non so dirvi come, ma io credo di aver saltato questa prima fase.

Noienyr non era mai stato un essere perfetto per me; certo, credevo fosse carino con la sua corporatura muscolosa, i tatuaggi che gli fasciavano il corpo e che adoravo percorrere con la punta delle dita, i corti capelli morbidi con i quali mi solleticava il viso appoggiandosi sulla mia spalla. Tuttavia, i suoi difetti li vedevo eccome. Uno dei peggiori era quello di fare promesse su promesse, per poi dimenticarsele poco dopo. Era testardo, a volte troppo orgoglioso e sicuro di sé, quando si metteva in mente qualcosa era impossibile fargli cambiare idea. Non lo faceva con cattiveria, sembrava voler accontentarmi in tutto per poi scordarsi delle piccole cose.

Ma la promessa più impegnativa di tutte la mantenne. Più o meno.

Eravamo seduti vicino al nostro solito laghetto, chiacchierando di come erano andate le nostre giornate in quella settimana. Sua madre non era stata tanto bene per via della gravidanza, ma niente di grave. Mancavano ancora cinque mesi al parto. In un momento di silenzio, all'improvviso mi chiese: «Qual è il tuo più grande sogno?»

Mi colse totalmente impreparata. Mi capitava spesso di fermarmi a riflettere sulla mia vita, ma a domande del genere era comunque difficile formulare una risposta adeguata e trovare le parole per esporla ad alta voce. All'inizio fui tentata di dire qualcosa di smielato, del tipo "passare la mia vita con te" o "non doverci più incontrare di nascosto", ma non sono mai stata una da sdolcinatezze.

«Uhm, forse essere la miglior pozionista del mondo. Si dice pozionista?»

Ridacchiò. «Non ne ho idea, ma che noia! Dai, deve esserci qualcos'altro!»

Mi feci pensierosa, grattandomi il mento. Noienyr mi diede una spintarella affettuosa e riprovò: «Qualcosa che possa farti davvero felice, non brava agli occhi degli altri. Certo, immagino sarebbe soddisfacente essere la miglior strega delle nove contee, ma deve esserci qualcosa che desideri di più, in cuor tuo.»

Ogni tanto sapeva fare dei bei discorsetti seri. Peccato che di solito durassero pochi secondi. Infatti, un attimo dopo aggiunse: «Ad esempio, sposare un bel ragazzo come me!»

Risi, ricambiando la spinta di prima. Poi tornai a riflettere su quello che mi aveva detto. Volevo diventare una maga perché a Euphanor sarei stata rispettata e ammirata, oppure per la mia effettiva felicità?

Pensando, mi venne in mente di un'utopia che nutrivo sin da quando ero piccola. Avevo sempre sognato di poter sorvolare, in qualche modo, tutte e nove le contee, per poi dirigermi a esplorare il mare aperto. Gli dei, una volta creata la nostra immensa isola, ci proibirono di tentare di attraversare il mare. In particolare, il Dio Veive, il genitore divino degli abitanti di Liunene, nonché Dio degli oceani, dei mari, dei fiumi, dei laghi, dei torrenti e chi più ne ha più ne metta, fu incaricato di punire chiunque osasse sfidare l'acqua messa come confine del nostro mondo.

«Ora che ci penso, una cosa ci sarebbe. Mi piacerebbe tanto volare, ma non su uccelli come gli abitanti di Espaea. Vorrei delle ali mie, o un incantesimo in grado di farmi volteggiare nel cielo. Ho tentato con varie pozioni, ma hanno effetti brevi, molte non hanno nemmeno funzionato. Forse, se diventassi più brava, potrei riuscire a inventarne una» gli confessai.

«Ora sì che iniziamo a ragionare, questo è un bel sogno!» si rallegrò.

«Tanto dubito che si avvererà. Non credo che avrò mai il coraggio di abbandonare tutto e diventare una maestra nell'arte delle pozioni. È rischioso, temo di non essere all'altezza e di rimanere a bocca asciutta.»
«E cosa pensi di fare, allora?»
«Continuerò l'attività dei miei genitori, probabilmente. Rimarrò una umile mercante. Mi piace viaggiare, dopotutto.»

La figlia dell'IngannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora