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Il giorno era arrivato, quella notte ci sarebbe stata luna piena, la sensazione di panico gli procurava la sensazione di avere un grosso peso sul petto.

Sentiva in ogni fibra del suo essere che quello sarebbe stato il giorno.

Enea cercava di pensare ad altro, si rifugiò su un promontorio che si affacciava sull'oceano, quel posto aveva sempre la capacità di calmarlo.
Chiuse gli occhi e aspirò a pieni polmoni l'odore della salsedine.

Rifece lo stesso gesto altre due volte, come un senso di pace gli attraversò il cuore che iniziò lentamente a decellerare.

La notte era quasi calata, avrebbe voluto nascondersi ancora, sentire ancora l'odore della salsedine, ma il rito della luna stava quasi per iniziare e anche se ci si prova non si può scappare da sé stessi.

Uscì di casa con sua madre, una beta dai capelli corvini, la pelle lattea e dagli  occhi verdi come i suoi, e dal padre anche lui beta, dai capelli rossi, identici ai suoi, e dagli occhi azzurri come il cielo.

Quasi tutto il branco si radunò al centro del villaggio in attesa dei primi raggi di luna.

Lui è altri tre suoi coetanei vennero fatti mettere al centro in direzione del resto del branco, in modo che tutti potessero vedere il cambiare dei loro occhi e festeggiare il risveglio dei nuovi lupi.

I raggi bianchi della luna iniziarono ad illuminare il paesaggio notturno, il ragazzo castano accanto a lui ad un tratto emise un ringhio e i suoi occhi per qualche secondo diventarono rosso sangue, la gente intorno iniziò ad applaudire la nascita di un nuovo alpha.
Le gambe gli tremavano dalla tensione, il cuore gli rimbombava fin dentro le orecchie, ad un tratto sentì come qualcosa che si muoveva dentro di sé e senza riuscire a controllarsi ringhiò. Il suo lupo si era svegliato.

Nessun applauso, nessuno che incitava, solo silenzio, un assoluto e assordante silenzio.

Guardò in direzione dei suoi genitori e li vide attoniti, immobili come gli altri, adesso era davvero in preda al panico. Perché nessuno parlava?
Perché lo fissavano e basta?

Iniziò a correre, non vedeva niente, non sentiva niente, correva e basta come se quello non fosse neanche il suo corpo, poi d'improvviso l'odore della salsedine, si ritrovò nel suo posto segreto, era a casa, era calmo.

Cercò di di fare chiarezza nei suoi pensieri, senza dubbio il suo lupo si era svegliato, lo percepiva, si sentiva diverso, era una sensazione che non riusviva a comprendere, era sempre lui ma allo stesso tempo non lo era.

Cosa sono adesso?

Era questa la domanda che continuava a farsi, ancora e ancora.

Un profumo forte di sandalo prese il posto di quello della salsedine, era forte , pungente, fastidioso, si guardò in torno ma non capì da dove arrivasse.

- Ragazzo stai bene?

Si voltò e vide il capo branco dietro di se e senza neanche sapere il perché chinò la testa in segno di sottomissione.

Perché l'aveva fatto? Era un adulto alpha e il capo branco ma mai fino ad' ora non aveva mai avuto una reazione simile d'avanti a lui, anzi da i più piccoli era stato sempre visto come uno zio più che il capo.

- Enea, allora, stai bene?

La voce dell'alpha lo destò dai suoi pensieri.

Fece un semplice assenso con la testa.

Il capo villaggio si sedette mentre intanto guardava l'orizzonte.
Enea rimase in piedi dietro di lui torturandosi le mani, voleva chiedergli cosa fosse successo ma non trovava il coraggio di farlo.

- Enea, sei un omega.

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