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Lo scricchiolio della serratura della cella riportò Enea alla realtà, stava sognando di correre nella radura con il vento ad acarezzargli il pelo, ma non appena aprì gli occhi vide solo quelle piccole e sporche mura.

- Ragazzi, sveglia! Vi porto via da qui.

Angel si svegliò e a fatica riconobbe il suo amico, che intanto lo guardava sorridendo.

- Jacob?

- Sì, sono io. Adesso tiratevi su. Vi porto a fare un bel bagno caldo, un pasto per come si deve e intanto vi racconto tutto.

Enea e Angel seguirono l'altro omega senza dire una parola, come se avessero paura che parlando si sarebbero svegliati da quello che ancora sembrava un sogno.

Dopo avergli fatto fare un bagno caldo e averli sfamati, raccontò del suo incontro con il re, dei suoi ancora numerosi dubbi sul suo conto e sull'accordo che aveva fatto con lui per riuscire a liberarli, anche se per il momento solo temporaneamente, si perché visto che i due omega erano ancora troppo giovani il loro valore era ancora troppo basso, quindi sfruttando questa scappatoia Randy aveva proposto di tenerli al palazzo come valletti in attesa che raggiungessero la maggiore età, in modo che anche lui non avesse ripercussioni con il resto della nobiltà.

- In pratica saremo comunque degli schiavi? Obiettò Enea.

- In un certo senso. Ma manca ancora del tempo, vedrai che Randy intanto troverà una soluzione. So che quello che ci ha fatto è imperdonabile ma non è cattivo.

- Io non voglio vivere qui. Non voglio essere trattato come un debole omega. Voglio tornare al mio vilaggio, tra la mia gente, ai miei allenamenti. Urlò il rosso scattando in piedi.

- Enea calmati. Non è colpa di Jacob. Disse Angel posandogli una mano sulla spalla.

- Lo so. Ma è stato il suo cazzo di mate. Se non fosse stato per lui io adesso non sarei qui!

Le lacrime iniziarono a scendere copiose sul viso di Jacob. Le parole di Enea erano vere e questo gli faceva ancora più male. Randy era il suo compagno, la sua metà e senza saperne neanche il motivo sentiva di amarlo, di un amore profondo, immotivato ed irraggionevole.

La porta della camera di Jacob si aprì di colpo.

- Piccolo, stai bene?

Il re si fiondò su Jacob senza neanche guardare gli altri due.
L'omega si asciugò velocemente gli occhi provando ad accennare un sorriso.

- Non fingere con me. Sento che stai soffrendo proprio qui. Disse Randy portandosi una mano sul petto.

- Non è nulla, è già passata.

E questa volta Jacob non mentiva, sentire l'odore del suo compagno lo aveva subito calmato.

- Loro sono i miei amici. Disse Jacob portando l'attenzione sugli altri due.

Entrambi abassarono lo sguardo, Angel lo fece quasi per timore, mentre Enea al contrario sentiva ancora la rabbia bruciargli nelle vene e non voleva causare altre sofferenze al suo amico con una sfuriata.

I suoi pensieri volarono a Caleb, prima di conoscerlo probabilmente non avrebbe mai inprecato contro il compagno  di qualcuno e questo pensiero lo fece sorridere.

- So bene e capisco che abbiate dei problemi con me, ma Jacob non merita il vostro astio. Purtroppo non sono fiero di molte cose che ho ma stare su quel trono vi assicuro che è più difficile di quello che pensiate. Ho promesso al mio compagno che avrei fatto di tutto per farvi tornare liberi e lo farò, ma al momento l'unica cosa che posso darvi è vivere qui al palazzo come aiutanti di Jacob, lui è la nuova luna del regno avrebbe comunque avuto degli omega al suo fianco quindi non desterà nessun sospetto.

Enea vide quello che ormai considerava un caro amico con la testa appoggiata sulla spalla del compagno e non potè fare a meno d'intenerirsi. Annuì alle parole del Re, avrebbe provato ad accettare quella sua nuova vita con la consapevolezza che in qualche modo prima o poi sarebbe tornato al suo vilaggio, riabbracciato i suoi genitori e rivisto Nick e Caleb.

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