10

3.3K 172 0
                                    

Erano già sei mesi che Enea si allenava con Caleb tutti i giorni. La sua resistenza è la sua muscolatura erano aumentate notevolmente. Aveva anche imparato alcune mosse di difesa e anche se con quelle non riusciva ancora a mettere a tappeto Caleb,
ogni tanto ci andava vicino, o almeno credeva.

In quei sei mesi nonostante l'alpha continuasse a chiamarlo rosso e aveva sempre un atteggiamento un po' strafottente, tra i due si era instaurata una strana amicizia. A Enea piaceva la sua schiettezza anche se a volte era a limite dell'offensivo.

L'omega anche se imbarazzato aveva cercato Nick per fare qualche giro alla radura ma ogni volta si trovava d'avanti un rifiuto con la scusa degli impegni. Ma a Enea sembrava ci fosse altro, perché Nick era sempre disponibile con tutti, ma con lui era sempre freddo, quindi ormai si era convinto che l'alpha ce l'avesse con lui per qualche ragione.
Questa cosa gli spezzava il cuore ma lo attribuiva al fatto di essere un omega.

Grazie agli allenamenti il suo corpo era cambiato tanto da poter essere scambiato quasi per un beta, cosa che aveva attirato l'attenzione di tutto il villaggio. Il fatto che fosse un omega maschio era già un evento strano ma che adesso fosse così lontano dall'idea del classico omega lo rendeva ancora più particolare agli occhi degli altri.

- Rosso, ti ho detto mille volte di sfruttare l'irruenza di un attacco. Sfrutta i punti ciechi del tuo avversario e cerca di colpire un punto vitale. Cazzo, se ti irrigidisci con me che sai che non ti farò del male, che diavolo farai d'avanti ad un vero avversario?

- Veramente mi hai fatto male più di una volta.

- Sì, sì, signorina, sei andato a piangere da mammina? Lo preso in giro l'alpha minando il pianto.

I due scoppiarono a ridere, ormai Enea si era abituato al modo di fare di Caleb

- Caleb... ma secondo te ho fatto qualcosa a Nick? Chiese Enea, pentendonese subito dopo.

Caleb sgranò gli occhi sorpreso.

- E sta domanda adesso da dove salta fuori?

- No, niente, lascia perdere.

- No, no rosso, ora me lo dici.

Enea abbassò lo sguardo diventando paonazzo.

- E che... e che ogni volta che gli chiedo qualcosa è sempre impegnato, ma mi sembra che con gli altri invece è sempre disponibile.

Caleb sbuffò.

- Voi cazzo di omega e questa fissazione che avete per gli alpha.

- Non è così, tu sei un alpha, ma di te non mi frega un cazzo. Disse l'omega facendogli una linguaccia.

- Rosso! Il linguaggio. Ribatté l'alpha fingendosi scioccato.

- Hai una brutta influenza su di me.

Caleb stette stranamente in silenzio per un po'.

- Lo sai che ci guardano tutti quando siamo insieme?

- Guardano me, lo sai che sono un fenomeno da baraccone. Rispose l'omega con un finto sorriso.

- Enea... guardano noi. Tu dovrai avere per forza di cose un compagno alpha e credo che pensino sia io.

Enea era sotto shock, Caleb non lo chiamava mai con il suo nome, quindi non era uno scherzo, l'alpha era serio.

- Scusa, forse è meglio che non passiamo il tempo insieme al di fuori degli allenamenti. Non voglio crearti problemi. Disse Enea afflitto dai sensi di colpa.

- Non mi interessa quello che pensano. Ma tu che ne pensi?

Il silenzio cadde sulla radura, anche il vento sembrava essersi bloccato. I due ragazzi fissavano il terreno senza guardarsi. Ma poi fu Enea a rompere il silenzio.

- Conoscendoti avrai una compagna bellissima non un scherzo della natura, e poi, io non voglio nessun compagno.

- Smettila cazzo! Urlò l'alpha facendo tremare l'altro.

- Continui a definirti sempre come un mostro o uno scherzo della natura, cresci cazzo!

Dopo quelle parole Caleb andò via, lasciando Enea con le lacrime pronte a venir fuori.

L'omegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora