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La grotta era quasi completamente al buio. I ringhi inferociti di Caleb riecheggiarono ancora più forte. Nana proprio come fece con Nick si avvicinò e gli iniettò una doppia dose di strozzalupo. I suoi occhi tornarono subito scuri e smise di dimenarsi come un forsennato.

- Come ti senti?

- Tsk! Mai stato meglio. Non si vede?

- Almeno non hai perso il tuo orribbile carattere.

- Liberami.

- Perché?

- Sto bene adesso. Liberami.

- Per farti andare da lui?

Caleb non rispose, ma emise un leggero ringhio.

- Perchè un alpha? Perché proprio lui?
Chiese il ragazzo, più a se stesso che alla donna.

- Non lo so. È la prima volta che vedo una cosa simile. Devo fare degli studi. Capire se esistono altri casi come il vostro.

- E poi?

- E poi non lo so. Non ho risposte da darti.
Se ti togliessi le catene cosa faresti?

- Andrei da lui.

- Questo lo so. Ma ci andresti per reclamarlo come tuo mate o per combattere com'eri intenzionato a fare fino a qualche ora fa?

Il ragazzo abbassò lo sguardo.

- Non lo so. Si possono provare due sentimenti completamente opposti per la stessa persona? Una parte di me lo odia e vuole ancora vederlo sconfitto con la coda tra le gambe. Ma l'altra parte si sente legata a lui in un modo che non saprei descrivere. Lui è mio e io sono suo. Il suo odore.... lo sento, lo sento anche su di te e mi fa impazzire.

I suoi occhi tornarono rossi, mentre i ringhi si fecero sempre più forti. Iniziò ad ululare, a chiamare il suo compagno, la cui risposta non si fece attendere. Quegli ululati erano una delle cose più strazianti che Nana avesse mai sentito nella sua intera vita.

Separare due mate, anche se non ancora marchiati era come privarli di una parte di sé stessi, erano incompleti, ma vicini, troppo, per non sentirsi a vicenda.

Caleb iniziò a piangere, sentiva anche il dolore di Nick, la sua disperazione per non poterlo avere. Odiava piangere, odiava il sentirsi vulnerabile, ma in quel momento la sofferenza era talmente grande che non riuscì a frenarsi in nessun modo.

In più il rut era peggio di quanto avesse mai potuto credere, sentiva tutti i muscoli contratti, la pelle bruciare e la voglia di toccare e farsi toccare da Nick gli procurava un'erezione che non accennava minimamente a placarsi.

Aveva già avuto fantasie sessuali durante i momenti in cui si procurava piacere da solo, ma mai, neanche una volta erano state così intese, così fameliche e spinte.

Si accorse solo dopo che ebbe iniziato ad ansimare della presenza della donna  ancora nella grotta.

Abbassò lo sguardo e arrossì fino alla punta delle orecchie.

- Che carino. Sei ancora così innocente. Stai tranquillo adesso ti lascio solo con i tuoi "pensieri". Tornerò domani a farti visita, ma ogni tanto qualcuno verrà a farti una puntura, giusto per stare sicuri.

- Hai paura che possa fargli del male? Sai... visto che quella parte di me ancora lo detesta.

- No. Ho paura che possiate farvi entrambi del male, se non peggio. Sai noi alpha tendiamo a essere dominanti anche nel sesso, e voi siete due uomini, e beh.... uno dei due dovrà per forza di cose sottomettersi... sai...

- Oh si... capisco. Disse Caleb arrossendo di nuovo.

- Adesso vado. Questa notte la passerò tra scartoffie e libri antichi. Tu sfrutta il tempo di lucidità che il rut ti concede per capire cosa vuoi e cosa provi.

Nana uscì dalla grotta, mentre Caleb iniziò a riflettere sulle sue parole, su se stesso, su Nick e su Enea, la persona da cui era partito tutto.

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