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Era passato più di un mese dalla cerimonia e da quel giorno alla radura aveva visto Nick raramente. Lui essendo il capo branco era sempre pieno di impegni e nonostante a Enea dispiacesse non stare con lui come quel giorno, capiva che Nick aveva molte responsabilità e che a parte quello era normale che non volesse perdere il suo tempo con un ragazzino.

Nana aveva convocato il branco, tutti compreso Enea erano stupiti, quello non era un compito che spettava a lei ma a Nick.

Dopo aver zittito i presenti Nana iniziò il suo discorso.

- So bene che tutti voi vi starete chiedendo perché sono io a convocarvi e non il capo branco. Ma è proprio per questo motivo che oggi vi ho fatto venire qui. In nostro alpha è stato richiesto dai nostri alleati per guidarli in alcune questioni riguardanti il possesso di alcuni territori. Quindi per evitare che la loro situazione degeneri in guerre assurde, mancherà per un po' di tempo dal nostro vilaggio...

- Per quanto tempo? Urlò un uomo, che Enea non riuscì a vedere, interrompendo il discorso di Nana.

- Questo purtroppo non possiamo saperlo, probabilmente qualche mese. Ma state tranquilli, perché i suoi uomini e il suo braccio destro resteranno qui. Vi ringrazio della comprensione. Detto questo adesso potete tornare alle vostre case.

Nana scese dalla cassetta in legno in cui era salita per farsi sentire meglio, e lentamente, senza rispondere a le persone che cercavano di fargli delle domande, si avviò verso casa.

Enea guardandosi in torno vedeva solo visi confusi, gruppi di gente che parlavano tra di loro cercando di capirci un po' di più.

Anche lui era confuso, il capo branco solitamente lascia il villaggio solo quando ci sono delle guerre da combattere, ma da quello che aveva sentito non si era arrivati ancora a tanto. Anche lui come gli altri pensava che qualcosa non tornasse e che sotto ci fosse qualcosa di più.




Nana era già andata a letto, sentì battere forte alla porta. Lentamente si alzò e si diresse verso quel baccano. Chi diavolo si permetteva di disturbarla in piena notte?
Aprì già pronta a fare una sfuriata, ma davanti a lei si ritrovò il capo branco.
Senza riuscire a proferire parola si scostò in modo da permettergli di entrare. Doveva essere qualcosa di grave altrimenti Nick non sarebbe mai andato da lei a quell'ora.

L'alpha si era già seduto, continuando a muovere nervosamente la gamba.
La donna si sedette proprio di fronte a lui senza aver detto ancora parlato.

- Dimmi, che succede?

Nick non rispose, e la sua gamba si muoveva ancora più velocemente.

- Piccolo, dimmi, cosa ti affligge? Non lo avrebbe mai chiamato così in pubblico, era pur sempre il suo capo branco, ma in questa occasione capì che lui cercava un'amica,  una madre, piuttosto che un consigliere.

- Credo di essere impazzito! Gettò fuori l'uomo tutto di un fiato.

Nana non chiese nulla, restò in silenzio aspettando che lui continuasse quando si sarebbe sentito pronto a farlo.

- Nana, il suo odore mi sta facendo perdere la testa. Disse in un filo di voce mentre stava con la testa china, come se si vergognasse di quello che stava dicendo.

La donna si avvicinò, gli portò una mano sotto il mento e con una spinta secca gli fece alzare la testa.

- Di chi stai parlando? Chiese guardandolo dritto negli occhi.

Nick si mordeva il labbro inferiore. Nonostante avesse un disperato bisogno di parlarne con qualcuno, le parole non riuscivano comunque ad uscire.

- Enea. Disse in un sussurro.

L'anziana donna fece un grosso sospiro mentre intanto ritornava al suo posto.

- Nana è un bambino! Il tono della sua voce era disperato, quasi in lacrime.

La donna annuì senza dire nulla.

- Cosa dovrei fare? Ti prego, dimmelo tu. Ho provato a stargli lontano con tutte le mie forze, ma sento il suo odore ovunque. E poi quando mi guarda con i suoi bellissimi occhi verdi.... Nick si alzò in piedi e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza.

- Credi sia lui? Il tuo compagno intendo. Chiese la donna.

- Nana, non ne ho idea, ma questo non cambia che è ancora un bambino e prima dei suoi sedici anni, non potremmo comunque appurarlo.

La donna annuì ancora.

- Ti era già capitato?

Il ragazzo sgranò gli occhi, come se non riuscisse a credere a quella domanda.

- Ascolta, non sono puro, ma non mi sono mai interessate le persone così giovani, tanto meno dei maschi. Disse con tono offeso.

- Non arrabbiarti. Ma devo capire prima di riuscire a cercare una possibile soluzione.

Nick continuava a fare su e giù ancora più nervoso.

- Forse è solo il tuo istinto protettivo da alpha verso quel piccolo lupo così speciale?

- Tu credi? Io non sono un maniaco che guarda i ragazzini te lo giuro.

- Lo so, ti ho visto crescere, so benissimo che tipo di uomo sei.

- Ma io mi sento un mostro lo stesso.

Nana non lo aveva mai visto così disperato, lui fin da piccolo era stato sempre forte, affrontava tutti i problemi senza mai scoraggirsi, un leader nato.

- Piccolo mio tu non sei e non sarai mai un mostro di questo ne sono certa. Non so i progetti che la dea ha in serbo per te o per quel piccolo omega, ma in questo momento è meglio se ti allontani un po' da lui.

- Nana, io sono il capo branco non posso semplicemente andarmene.

- Lascia qui i tuoi uomini se ti fa sentire più sicuro, per il resto troverò io una spiegazione più che valida.

Nick finalmente si fermò e assunse un'espressione pensierosa.

- Va bene, ma non  mi allontanerò di molto, nel caso succedesse qualcosa voglio essere il più vicino possibile.

Nana si avvicinò a lui, gli strinse il braccio facendogli il più dolce dei sorrisi.

- Andrà tutto bene.

Nick gli sorrise di ricambio, ma non sapeva se riuscire a credere alle sue parole.





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