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Era già passato qualche giorno da quando Enea e Xavier avevano iniziato ad allenarsi. A l'omega piaceva la sua compagnia, inoltre il sui atteggiamenti gli ricordavano molto quelli di Caleb, riportandolo con la mente e con il cuore ad un periodo della sua vita che ormai sembrava lontano anni luce.

- Ragazzino! Stai attento a non lasciare scoperto il fianco.

- Hai solo cinque anni in più di me. Gli rispose a tono l'omega facendogli poi la linguaccia.

- Ma se non sei ancora neanche maggiorenne. Anche se... si sente che manca poco.

- Che intendi? Chiese Enea un po' contrito.

- Il tuo odore. Sembra di stare vicino ad una pasticceria.

Il piccolo omega arrossì vistosamente.

- Ma come mai non sento per nulla il tuo? Eppure hai passato la maggiore età da un bel po'.

Xavier si sedette su un piccolo muretto in pietra seguito subito dopo da Enea.

- Ti ho già detto che sono il braccio destro del re, no?

Enea annuì.

- Considerando che prima ero come la sua ombra il medico di corte ha deciso che era necessario darmi qualcosa che soprimesse il mio odore.

- E perché? Chiese l'omega scioccato.

- Il re non aveva incontrato la sua compagna, così gli anziani decisero che non era appropriato che vicino a lui si sentisse l'odore di un altro alpha.

- Non ha molto senso. La sua compagna, o nel suo caso il suo compagno, avrebbe comunque preferito il suo odore al tuo.

- Lo so. Ma con alcuni non è semplice discutere e come sai, a volte neanche il re può farlo.

- Sì, ma ormai il re ha Jacob.

- Lo so. Ma a quanto pare l'effetto non vuole andare via. Il medico dice che quando il mio lupo riconoscerà la mia compagna, o il mio compagno, l'effetto svanirà da solo.

- E se non dovesse succedere? Chiese Enea senza neanche rifletterci.

L'alpha si rabbuio e abbassò lo sguardo.

- Andrà come deve andare. E poi tu sei il primo omega che incontro da mesi. Ho sempre a che fare con altri alpha o al massimo dei beta, quindi incontrate la mia metà sarebbe difficile in ogni caso.

- Chiunque sia, sarà fortunato ad avere te come compagno. Non sei niente male.

- Sì, lo so di essere un gran bell'esemplare di alpha. Ridacchiò Xavier abbracciando scherzosamente l'altro ragazzo.

- Non ti illudere, sei solo meno peggio degli altri!

- Per quanto ancora ti fermerai?

- Come mai questa domanda così all'improvviso? Ti mancherò?

- Per nulla. Mi macherà qualcuno che si alleni con me. Disse Enea con aria fintamente indignata.

- Non c'è un altro omega con te? Chiedi a lui.

Enea iniziò a ridere sonoramente.

- Ma che ho detto di così esilarante?

- Nulla è che non ce lo vedo proprio Angel mentre tenta di atterrare qualcuno. Non riuscirebbe a far male ad una mosca neanche se ci si impegnasse.

- Non sai a cosa può arrivare la gente pur di sopravvivere.

- E tu, dove sei arrivato?

- Non stavamo parlando di me, ma del tuo amico, se glielo chiedessi magari ti direbbe di sì.

- Sì, forse lo farebbe. Ma credo lo farebbe solo per farmi un favore. E comunque non hai ancora risposto alla mia domanda. Quanto ti fermerei?

Xavier si alzò, fece un grosso sospiro e si stiracchiò.

- Non lo so di preciso. Forse un po' più del solito. Mi piacerebbe conoscere Jacob e i suoi figli. Ma non sono io a decidere. Potrei dover partire in qualsiasi momento, senza neanche riuscire a salutarti. Quindi se dovesse succedere non avercela con me.

- Certo che ce l'avrei con te. Stupido di un alpha.

Entrambi scoppiarono a ridere per poi ritornare ai loro allenamenti e ai loro pensieri.

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