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La vita a palazzo era passata più in fretta e anche meglio di quanto si aspettasse. Jacob aveva avuto due bambini Joele di tre anni e Aria di due. Il re era un padre e un compagno affettuoso e molto presente. Nonostante all'inizio avesse trovato molti oppositori era riuscito a rendere la condizione degli omega nel suo regno un po' più umane. Ma i cambiamenti, soprattutto se sostanziali, hanno bisogno di tempo e di almeno un ricambio generazionale.

Il primo anno aveva chiesto insistentemente di poter almeno contattare il suo vilaggio, ma Randy ad un certo punto era stato categorico, un contatto di quel tipo avrebbe potuto portare ad una guerra in entrambi i regni oppure scatenare dei conflitti interni che sarebbero potuti degenerare perfino in una guerra civile. Così Enea smise di chiedere, ma non di provare a velocizzare una sua eventuale fuga o sparizione dal palazzo.

Dopo qualche mese aveva ripreso ad allenarsi in una piccola zona del palazzo che aveva scoperto per puro caso.

Ogni volta che non doveva svolgere i suoi compiti per Jacob o i figli andava lì ad allenarsi. Di fatti il suo fisico era cresciuto non solo in altezza ma anche in muscolatura, tanto da far storcere il naso a chiunque gli si presentasse come omega.

Anche quel giorno, come tutte le volte che si allenava, entrava in una bolla dove il mondo esterno smetteva di esistere. Ad un tratto si sentì toccare il braccio e senza neanche rendersene conto sferrò un gancio desrto, che venne abilmente scansato.

-Ehi tu!

Enea ritornò alla realtà e osservò l'uomo d'avanti a lui.

Era alto, molto alto, indossava un pantalone di lino nero e una camicia dello stesso colore quasi completamente aperta, dalla quale si vedevano i muscoli ben torniti. La pella olivastra, gli occhi di un colore vicino all'ambra e dei capelli castani talmente lunghi da arrivargli fin sotto le braccia.

L'omega pensò che fosse l'uomo più bello che avesse mai visto da quando era lì al palazzo.

A quel pensiero arrossì. Era la prima volta che pensava qualcosa del genere su qualcuno.

L'uomo annusò l'aria, facendo una strana espressione.

- Sei un omega? Il tuo odore...

Senza neanche accorgersene Enea aveva rilasciato una dose eccessiva di feromoni.

Il ragazzo non rispose ma si allontanò.

- Scusa, solo che finché non ho sentito il tuo odore, non avrei mai detto che tu fossi un omega.

- Sì, è una cosa che mi dicono in tanti.

L'uomo ridacchio quasi in imbarazzo.

- Scusa, ma tu chi saresti?

- Ah sì, sono Xavier, il braccio destro del re. E invece, cosa ci fa un omega in una zona del palazzo che praticamente non conosce nessuno?

- Non vedi? Mi alleno. E comunque io sono uno dei valletti del re.

- Randy non avrebbe mai accettato di avere un valletto omega e per di più maschio.

- Infatti sono il valetto di re Jacob.

- Ah, ora torna tutto.

- Se sei il suo braccio destro, come mai non ti ho mai visto?

- I miei compiti si svolgono per lo più fuori dal regno e quando torno a palazzo è solo per poche ore, dove in pratica vedo solo Randy. Non ho mai neanche conosciuto il suo compagno.

Enea l'osservò sospettoso.

- Puoi chiedere a Randy se non mi credi. Disse Xavier sfoggiando un sorriso smagliante.

- Lo farò.

- Posso allenarmi con te? I corpo a corpo senza un'altro corpo con cui eseguirli non servono a nulla.

L'uomo sorrise ancora.

- Ti alleneresti con un omega?

- Perché non dovrei? Mio padre è un omega ed è anche uno dei migliori spadaccini che conosca. Ma se non vuoi...

- No, no, voglio!

Era dai tempi in cui si allenava con Caleb che non faceva un corpo a corpo e l'idea di poterlo rifare gli procurò una forte scarica di adrenalina.

Iniziarono a combattere e come era prevedibile era parecchio arrugginito, ma nonostante questo riuscì a parare quasi tutti i suoi attacchi, ma metterne lui uno a segno era un altro paio di maniche.

Dopo più di un'ora era stremato, sudato e dolorante. Si gettò a terra ansimando, seguito subito dopo da Xavier che a differenza sua sembrava invece tranquillissimo.

- Sei stato bravo. Certo ti manca un po' di resistenza, ma se vuoi io per qualche tempo sarò qui a palazzo, se ti va possiamo allenarci insieme.

Enea rimase a rifletterci su per un po', l'idea di allenarsi con lui non gli dispiaceva affatto.

L'omegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora