29

2.6K 129 6
                                    

- Enea! Ti ho detto cento volte di non abbassare mai la guardia. Lasci troppi spazi scoperti.

- Xavier, so di non essere all'altezza di un alpha, ma faccio del mio meglio. Oggi sei troppo nervoso è meglio che io me ne vada.

L'alpha gli afferrò il braccio bloccando.

- Scusa. Oggi non è giornata, e poi in questo palazzo ci siete troppi omega, troppi odori, non riesco a concentrarmi.

- Vieni con me nelle cucine ti faccio un infuso di erbe che ti calmerà. A me aiuta molto, soprattutto quando ho nostalgia di casa.

- Piuttosto che un infuso avrei bisogno di trovare la mia compagna.

- In quello non posso aiutarti. Disse ridendo Enea.

- Non è detto. Domani diventerai maggiorenne. Magari si scopre che la mia metà predestinata è sempre stata sotto i miei occhi.

L'omega arrossì fino alla punta delle orecchie.

- Non credo proprio. Non lo voglio un alpha antipatico come te.

- Iooo? Ma se ti tratto come se fossi il mio fratellino preferito.

- Non voglio neanche essere il tuo fratellino. Per me sei più come... mmm... un sacco per allenamento.

I due risero di gusto mentre si incamminarono verso la cucina.

- Lo sentì questo profumo? Chiese l'alpha concitato.

- Mmm... sì, sembra simile al caramello. Forse qualcuno sta preparando un dolce.

- È  troppo forte. Ho la nausea. Disse Xavier mentre si tappava il naso con la mano.

- A me non sembra.

L' alpha si appoggiò al muro, mentre respirava a fatica.

- Aspetta ti pre... Gli occhi di Xavier si fecero rosso sangue, bloccandigli le parole in gola.

- Anche il tuo odore è troppo forte. Gli sussurrò l'alpha vicino all'orecchio, provocandogli un brivido.

Enea cercò di allontanarsi, ma Xavier gli afferrò saldamente i fianchi avvicinandolo ancora di più a se.

- Sto perdendo la testa. Sei così buono. Gli disse annusandogli il collo.

L'omega nonostante volesse scappare, allontanarsi da quell'alpha che sembrava non avere più nulla del suo amico, era come bloccato da quegli occhi e dalla sua voce.

La presa dell'alpha si fece ancora più forte, i loro corpi erano incollati, tanto da poter sentire la sua erezione crescere, cosa che lo spaventò terribilmente. Nonostante Xavier era ormai una persona di cui si fidava, in quel momento sapeva che era troppo poco lucido per riuscire a controllare i suoi istinti di alpha.

- Lasciami! Urlò Enea provando ad allontanarsi.

- Scu... scusami. Non so quello che mi prende. Disse Xavier cercando di riprendere il controllo di se stesso.

- Che succede qui? Chiese una voce mentre so avvicinava ai due.

L'alpha scattò in piedi ringhiando.

Enea lo guardò per poi guardare Angel che si avvicinava titubante.

Xavier annusò l'aria mentre i suoi occhi  divennero ancora più rossi.

- Mio! Ringhiò guardando intensamente Angel.

I due omega si guardarono senza riuscire a rendersi conto di quello che stava succedendo.

- Mio! Ringhiò di nuovo l'alpha.

Angel si nascose impaurito dietro il corpo di Enea.

- Xavier! Per favore calmati.

Ma l'alpha non sembrava più sentirlo, mentre a lunghi passi si avvicinava a loro.

- Senti quslcosa? Chiese all'amico dietro le sue spalle.

- No. Che dovrei sentire? E poi, chi è?

- Tranquillo, è un amico. Normalmente non si comporta così. Credo sia attirato dal tuo odore.

- Ho paura. Disse Angel in un sussurò.

- Spostati! Lui è mio! Urlò di nuovo Xavier mentre si avventava su di loro.

Enea chiuse gli occhi convinto che sarebbe stato scaraventato a terra, cosa che però non avenne. Aprì gli occhi e si ritrovò davanti le grandi spalle del re.

- Cosa diavolo ti prende? Urlò il re contro l'amico.

- Spostati! Lui è mio!

Randy si voltò e fece un'espressione interrogativa verso Angel, che rispose con un no con la testa.

- A quanto pare lui non è della tua stessa opinione. Quindi ti consiglio di darti una calmata. Enea portalo via da qui, io e il mio amico dobbiamo farci una chiacchierata.

Xavier ringhiò violentemente vedendo quello che aveva riconosciuto come il suo compagno essere allontantanato. In risposta Randy gli si piazzò d'avanti fino a che i due omega non furono spariti dalla loro vista.

- Ti senti meglio adesso?

- No. Continuo a sentire il suo odore. È il mio compagno. Il mio lupo l'ha riconosciuto.

- Sì, ma il suo non ha riconosciuto te. Lo hai solo spaventato a morte.

- E di chi pensi sia la colpa? Mi avevano detto che quando il mio lupo avesse trovato il suo mate, anche il mio odore sarebbe tornato. Ma come vedi non è stato così.

- Dovremmo parlarne col dottore. E comunque non è detto sia lui. È diventato da poco maggiorenne, il suo odore è molto forte e tu sei un alpha che non sta in contatto con molti omega.

- Stronzate! Sono settimane che mi alleno con Enea e non mi è mai successo nulla di simile.

- Ah si? E perché non me lo hai detto?

- È una cosa nostra. Non pensavo dovessi dirti ogni mio movimento.

- No. Non devi. Solo che mi sembra strano, tutto qui. Comunque adesso andiamo a parlare col dottore, vediamo se ha una spiegazione per il tuo comportamento.

- Io so già perché ho reagito così. E credimi che se lui non riuscirà a riconoscermi per colpa tua e di quel saltimbanco, ti giuro che vi faccio fuori entrambi!

Xavier uscì di corsa senza dare all'amico la possibilità di poter ribattere. Era infuriato, l'idea di trovare la sua metà era diventato solo un mero miraggio, un desiderio che non si sarebbe mai espresso, da tenere in una piccola parte nascosta del cuore. Ma adesso era lì, il suo profumo, il suo corpo, i suoi occhi, e nulla avrebbe potuto tenerlo lontano da quello che sapeva gli appartenesse con ogni fibra del suo essere.

L'omegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora