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Erano passati mesi dalla scomparsa di Enea, Nick aveva chiesto aiuto ad ogni alleato, ad ogni amico vicino e lontano, cercato per vilaggi e città di cui non conosceva neanche l'esistenza, ma del ragazzo nessuna traccia, era come se si fosse volatilizzato insieme al vento.
Riceveva pressioni dal vilaggio per le sue continue assenze e pressioni da parte della famiglia dell'omega che volevano riavere il proprio figlio, per non parlare poi di Caleb, ogni volta che ritornava al vilaggio si trasformava nella sua ombra, tempestandolo di domande. E come sempre anche quel giorno mentre rientrava da una settimana passata a cercare Enea in una città distante più di 100km dove aveva sentito di una vendita di omega si ritrovò l'alpha corvino pronto ad aspettarlo.

- Caleb, non l'ho trovato. Ti prego lasciami in pace. Disse l'uomo sorpassando.

Ma il ragazzo lo afferrò saldamente per il braccio fermando la sua avanzata.

- Sono stato ad aspettare perché capisco non sia facile trovarlo, ma adesso basta. Tu dovresti essere il nostro leader, dovresti proteggerci. Che razza di capo sei se non riesci a trovare neanche una sola persona?

Il tono di Caleb era duro, sprezzante, quasi carico d'odio.

Nick ringhiò a quella mancanza di rispetto cercando di sottomettere l'alpha più giovane, che anche se riluttante abbassò il capo.

- Proprio perché sono il vostro capo non posso più permettermi di assentarmi così tanto dal vilaggio, ho dei doveri verso tutti voi. Non smetterò di cercarlo ma non più come adesso. Perdonami.

L'ultima parola fu quasi un sussurro, mentre lentamente si allontanava.

Caleb guardava impietrito il corpo di Nick sparire dalla sua vista. Se anche lui aveva perso le speranze che ne sarebbe stato di Enea, chi lo avrebbe ritrovato e sopratutto in che condizioni?
Tutti sapevano la fine che facevano gli omega maschi che venivano sottratti dai loro vilaggi, una volta raggiunta l'età e a volta anche prima, diventavano schiavi sessuali di vecchi alpha potenti.
E lui non poteva permettere che questo accadesse a quel piccolo dolce ragazzo dai capelli rossi.

Iniziò a correre fino a che non raggiunse Nick afferandogli di nuovo il braccio con tutta la forza che aveva in modo da riuscire a fermarlo.

- Se lo abbandoni per me non sarai più  il capo del nostro vilaggio!

Il ringhio che Nick emise fu talmente potente da far sottomettere tutte le persone che si erano avvicinate per salutarlo.

I suoi occhi erano rossi, furenti.

- Adesso basta! Caleb tu adesso vieni con me. Scusate tutti, il nostro capo villaggio è molto stanco per il lungo viaggio quindi adesso credo sia meglio lasciarlo libero di riposarsi, mentre io farò un giretto con questo piccolo alpha disobbediente.

Nana prese per la mano Caleb e si avviò verso la sua casa mentre il resto della gente ritornava lentamente alle sue attività.

- Questa volta hai esagerato. Se non fossi intervenuta la tua sarebbe stata vista da tutto come una sfida al leader e francamente attualmente non avresti nessuna possibilità.

L'alpha fece una piccola smorfia ma non rispose.

- Piccolo, so che sei preoccupato, che tieni molto a Enea, ma ci tiene tanto anche lui e ti assicuro che sta smuovendo mari e monti per trovarlo.

- Non abbastanza a quanto pare.

- Andrà tutto bene, la dea luna a volte ha dei progetti che noi fatichiamo a capire ma vedrai che tutto accade per uno scopo.

Caleb stette in silenzio, ma in quel momento dentro era accecato dalla rabbia. Odiava tutto e tutti, il suo vilaggio, la differenza sociale tra alpha e omega, perfino i progetti della dea luna, ma niente era paragonato all'odio che provava per Nick. Aveva scoperto che sotto la scintillante armatura da eroe che tutti, lui per primo, gli avevano cucito addosso, alla fine era solo un ragazzino debole non tanto più grande di lui.

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