17

3.1K 150 1
                                    

Jacob si svegliò sentendo il peso di qualcuno sopra di sé. L'aria era ancora pregna dall'odore del sesso e dei loro feromoni, cosa che lo fece arrossire violentemente.

Le immagini di quello che era successo gli passarono d'avanti agli occhi provocandogli una fitta al basso ventre.

Una mano forte gli toccò il membro già eretto.

- Piccolo, vedo che non sei ancora sazio.  Disse il re con la voce ancora impastata dal sonno.

Jacob arrossì, cercando di nascondere il suo viso sotto il sottile lenzuolo. Per quanto potesse odiare quell'uomo, il suo calore non gli permetteva di essere lucido, in quel momento era il suo lupo a decidere ogni sua mossa, e lui voleva ardentemente il suo alpha.

Passarono i quattro giorni successivi in quella camera, lavandosi poco e mangiando ancora meno, nonostante i vari impegni del re, tutto in quei giorni era come in una bolla dove c'erano solo loro due e le loro voglie, ma ogni cosa prima o poi è destinata a finire e anche la loro bolla di sapone era esplosa lasciando entrambi alla realtà dei fatti. Il re era un rapitore senza scrupoli e Jacob era uno degli omega che aveva rapito. Ma come ben presto l'omega avrebbe capito niente è solo bianco o nero.

- Jacob, tutto bene? Chiese Randy, mentre l'omega fissava un punto imprecisato fuori dalla finestra.

- Quello che è successo è stato solo per colpa del calore.

Il suo tono era duro, una durezza che neanche lui sapeva di possedere, ma il pensiero dei suoi amici ancora rinchiusi in quella lurida cella gli aveva fatto dimenticare anche il fatto che adesso fossero legati e che quel legame era impossibile da sciogliere, neanche la morte avrebbe potuto farlo.

Randy sentì una fitta al petto, il suo lupo si sentì rifiutato. Dolore che avvertì anche Jacob ma a cui non diede peso accecato dalla rabbia.

- Ormai sei mio, fattene una ragione! Urlò l'alpha.

Il re avrebbe voluto avvicinarsi al suo omega e rassicurarlo, ma la sensazione di rifiuto aggiunta alla rabbia che gli proveniva da Jacob non gli permisero di farlo.

- Non sarò mai tuo! Piuttosto mi lascerò  morire prima di farlo.

Gli occhi dell'omega diventarono blu e quelli di Randy di rimando divennero rosso sangue, i due si stavano sfidando.

- Eppure in questi giorni non mi è sembrato che la mia presenza ti desse così tanto fastidio, anzi.

Jacob abbassò lo sguardo in preda alla vergogna, si odiava per essersi abbandonato a quell'uomo.

I due ormai erano in turbinio di emozioni, entrambi provavano anche quelle dell'altro non riuscendo più a distinguerle, più andavano avanti e più quel peso al petto li faceva stare male.

- Quindi preferiresti morire piuttosto che essere il mio compagno, ma non sai un cazzo di me e a quanto pare neanche ti interessa saperlo! Sbraitò l'alpha ormai esasperato.

Jacob si portò una mano al petto sentendo quell'enorme delusione che sapeva non essere la sua.

- Mi hai rapito dalla mia casa e rinchiuso in una cella, per poi essere venduto come uno schiavo sessuale, che altro c'è da sapere?

L'omega era sempre stato un tipo tranquillo a volte fin troppo remissivo, ma il legame lo aveva reso un po' diverso, come se anche il suo essere adesso fosse una fusione con quello del suo alpha.

A quelle parole Randy restò in silenzio, sapeva che Jacob aveva ragione.

- Non potevo fare altrimenti. Disse in un sussurro con il capo chino.

L'omega sentì la vergogna e il profondo senso di colpa che l'altro provava in quel momento.

- Perché? Chiese con tono dolce.

L'alpha iniziò a fare su e giù per la stanza cercando di trovare delle parole che potessero avere un senso.

- È complicato. Io sono il re, ma non tutte le decisioni che prendo sono mie. Ci sono persone che non vedono l'ora di avere la mia testa per prendere il trono e altre talmente potenti a cui neanch'io posso ribellarmi in maniera troppo evidente. Ci sono cose che sono costretto a fare anche se non voglio.

Jacob si avvicinò rilasciando un po' dei suoi feromoni in modo da farlo calmare.

- Quindi, rapire gli omega è una delle cose che sei costretto a fare?

Il re annuì.

- Ho indossato la maschera da alpha dominante pronto a tutto, per salvaguardare il regno che mia madre amava, ho fatto delle cose che mi perseguiteranno fino alla mia morte, ma con te non posso più farlo, il legame che adesso ci lega ti farebbe capire subito quanto in realtà io sia debole.

Jacob si strinse al petto del re. Sapeva che tutto quello che aveva detto era la verità. Sentiva il dolore, la paura e la vergogna che il suo alpha stava provando in quel momento e una nuova sensazione si diffuse in ogni fibra del suo essere, amore.

L'omegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora