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Apro gli occhi e mi trovo nella mia stanza. Le tende erano ancora accostate alle finestre. Prendo il telefono, ma non si accende. Morto. Accidenti a me che non lo avevo messo in carica la sera prima. Di fianco ad esso c'era la scatolina contenente Alex all'interno. La apro e indosso gli occhiali.
«Alex, puoi dirmi che ore sono, per favore?» Davanti a me appaiono tante icone.
«Sono le 08:25 di domenica 3 maggio 2018. La giornata si presenta prosperosa di bel tempo con temperature che possono raggiungere anche i 20 gradi.»
«Bene. Grazie, Alex.»
Tolgo gli occhiali e li rimetto nella loro custodia. Mi alzo dal letto e mi specchio. Avevo un vago ricordo di me che ballava un lento con un ragazzo. Peter. Vedo le guance diventare rosa e un sorriso formarsi sul volto. Perché stavo sorridendo?
Scaccio il sogno e scendo di sotto e possa venirmi un colpo, Peter stava facendo colazione insieme agli Avengers. Indossava un pantalone della tuta grigio e una T-shirt con il logo della Stark Induestries. Tutti si girano nella mia direzione.
«Giorno...» mormoro. Mi strofino gli occhi e Peter era ancora lì.
«Ah, i piccioni sono svegli!» esordisce Thor mentre entra nella stanza, guardando me e Peter.
«Si dice piccioncini» lo corregge Nat.
Peter si strozza con il pancake mentre io mi porto le mani davanti alla faccia. Che situazione.
«E io che ho detto? Piccioni» continua lui con un sorriso da ebete sul volto.
«Togliti quel sorriso dalla faccia, non stiamo insieme» sbuffo guardando il dio del tuono.
«Esatto, ci conosciamo a mala pena» continua Peter.
Lo ringrazio mentalmente per avermi difeso e fulmino Thor con lo sguardo mentre lui mi fa un occhiolino.
«Siete svegli?» chiede retorico mio padre alle mie spalle.
Mi giro verso di lui ed era già in completo da lavoro che si sistemava la cravatta. Mi da un bacio sulla guancia e si avvicina al tavolo rubando un pancake dal piatto di Clint.
«Buongiorno, ragazzo. Dormito bene?» chiede mettendogli le mani sulle spalle.
«Oh, sì... grazie.»
Papà fa un leggero sorriso e gli da dei colpetti sulla spalla. «Bruce, avrei bisogno di te, per quella cosa» dice facendosi serio, cosa strana per Tony Stark.
