𝓟𝓪𝓻𝓽 𝓯𝓸𝓾𝓻: ☾︎sᴇᴛᴛᴇ☽︎

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Quando ritornammo a casa, inutile dire che, la mamma e Morgan mi si fiondarono tra le braccia, controllando stessi bene

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Quando ritornammo a casa, inutile dire che, la mamma e Morgan mi si fiondarono tra le braccia, controllando stessi bene.

Raccontai tutto a mia madre. Dei droni, dell'illusione di Peter morto e di aver ripreso Edith. La morte di Mysterio la lasciai per ultima dicendo che si trovava in un posto di sola andata. Di Happy che avesse aiutato e che si meritasse una medaglia per aver messo in pericolo la sua vita per noi. E di Nick Fiury che ci fece i complimenti.

Dentro di me mi sentivo di nuovo libera, priva di paure e di tristezza. Sapevo che stava andando tutto bene e speravo che sarebbe durata.

Poi feci una cosa che non avevo mai fatto, forse per la mancanza di coraggio o perché non volessi accettare il fatto di vedere il suo nome inciso sulla pietra, della statua eretta in suo onore, nella vecchia base, nell'ultima casa in cui abitavamo insieme.

Quando arrivai lì i ricordi mi invasero, belli e brutti. Vedevo me passeggiare lungo il corridoio, ormai inesistente, con le solite cuffiette ad ascoltare la musica. Passeggiare con di fianco Natasha che mi spiegava cosa avesse fatto quel giorno. Con Thor, Steve, Clint e Bruce, parlando con quest'ultimo di chimica e atomi. Roba da secchioni come diceva Thor.
Io e mio padre nel suo laboratorio a maneggiare oggetti, premere tasti e schermi digitali. Mi apparve la scena del mio compleanno, quando incontrai Peter la prima volta. Io mia madre e mio padre seduti sul divano a mangiare messicano mentre ci raccontava il sogno che io avessi avuto un fratello o una sorella, cosa che poi è diventata realtà.

Sorrido tristemente, lasciando cadere le lacrime lungo le guance mentre stringevo, davanti a me, una ghirlanda di fiori. So che non era amante di fiori ma questi erano i preferiti della mamma, quelli usati nel bouchet del loro matrimonio.
Rose bianche per l'esattezza. Semplici ma bellissime.

Mi inginocchio davanti alla statua poggiando piú delicatamente possibile la ghirlanda.

«Ehi...» inizio a dire mentre con i polpastrelli toccavo le lettere incise nella pietra.

Anthony Edward Stark
1970-2023.

«Sono io, Allyson, tua figlia. Quella che ti disobbediva, quella ribelle, quella che difendevi dalla mamma, quella con cui armeggiavi nel laboratorio, stando ore e ore a discutere su attrezzi, potenza e cose così.»

Mi fermo per prendere fiato, mentre la gola diventava secca e non vedevo piú dalle tante lacrime che premevano per uscire.

«Mi dispiace non essere venuta prima...f-forse avevo paura...di avere questa reazione, di ricordare. Mi dispiace...» la voce spezzata risuonava in quel grandissimo giardino, e fui grata che non ci fosse nessun altro.

Dopo una lunga pausa a piangere in silenzio riprendo a parlare.

«Io e Peter stiamo ancora insieme. Abbiamo mantenuto la promessa. Ma forse già lo sai» accenno un sorriso. «Come sai, cosa ho passato per i primi tre mesi, e cosa è successo nel giro di una sola settimana. Sto bene con Peter, è il mio primo e vero amore, la mia metà, mi completa, insomma. Come la mamma completava te e viceversa.»

ɪ ʟᴏᴠᴇ ʏᴏᴜ 3000// 𝘗𝘦𝘵𝘦𝘳 𝘗𝘢𝘳𝘬𝘦𝘳 |ʀᴇᴠɪsɪᴏɴᴀᴛᴀ|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora