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«Happy, vado ai Queens se ci sono problemi chiamami» profilo avvicinandomi al capo della sicurezza.
«Stai attenta. Se devo accompagnarti, ti accompagno.»
«No, tranquillo, prendo un taxi, hai del lavoro da sbrigare» affermo dandogli un colpetto sulla spalla e lanciando il bicchiere vuoto nel cestino. «Buona giornata!» saluto alzando la voce e avviandomi all'ascensore.
Un onda di "anche a lei" e di educati sorrisi mi invadono mentre le porte si chiudono. Prendo il primo taxi a disposizione e dopo cinque minuti passati a controllare e rispondere ad email, arrivo vicino casa di Peter.
Si trovava al centro del piccolo bordo ed era leggermente piú grande. Busso e ad aprire c'é May, con un look diverso.
«Hai tagliato i capelli?» chiedo guardandola curiosa.
«Oh... sì, un pó le punte» risponde sistemandoli.
«Stai benissimo» affermo facendole un'occhiolino.
«Almeno tu lo hai notato. Qualcuno qui invece non nota mai niente!» dice alzando la voce mentre chiude la porta.
Mi trattengo dal ridere e poso lo zaino sullo schienale della sedia.
«Qualcuno, è arrivata la tua ragazza» sbuffa poi, portando le mani sui fianchi.
«Arrivo!» grida dalla stanza.
Sento oggetti cadere e rumori vari per poi vedere Peter, in costume da Spider-Man, uscire mentre sistema la maschera. Con una ragnatela apre la finestra e si avvicina ad essa.
«Prima di cena a casa» raccomanda May.
«Lo so» sbuffa il ragazzo ragno.
«Ci vediamo presto!» affermo abbracciandola.
La donna annuisce e mi da un bacio tra i capelli lasciandomi andare. Prendo lo zainetto e mi avvicino al ragazzo che pendova da una ragnatela. Mi porge la mano e mi aggrappo a lui.
«State attenti» dice infine May avvicinandosi alla finestra.
«Tranquilla, a dopo» taglia corto il ragazzo saltando nel palazzo di fronte.
Lancia ragnatele tra i vari tetti, tra un albero all'altro fino a che non arriviamo nel nostro posto preferito. Il palazzo dove la nostra storia ebbe inizio. Quando volevamo stare soli andavamo li e guardavamo il tramonto o le stelle l'uno nelle braccia dell'altra.
